I “Figli delle Chiancarelle” spengono 4 candeline, soffiando tutti insieme verso un’unica direzione, tra una torta, lo spumante e qualche provocazione in più. Quattro anni di satira e attivismo sociale sul gruppo facebook (nato nel 2011, dopo che il sindaco Vincenzo De Luca definì in modo dispregiativo quei salernitani che avevano avuto da ridire sul logo “S” disegnato da Massimo Vignelli, e che oggi conta circa 13000 iscritti). Ma le Chiancarelle non sono solo “social”, infatti il compleanno è stato festeggiato con il docu-film presentato ieri mattina al San Demetrio, dal titolo «Game Over, #SavePalestraSenatore», realizzato da Vincenzo Luca Forte e Giovanna Testa, che per il secondo anno hanno prestato la telecamera agli attivisti salernitani, per documentare il disagio della palestra dello stadio Vestuti che il Comune vorrebbe demolire. Gli autori sono gli stessi di «Metropolitanìa», il docu-film denuncia sulla metropolitana di Salerno. Non è mancato quest’anno l’appuntamento con il Promessometro, il dossier tutto stile Chiancarelle, che racchiude tutte quelle promesse fatte e mai mantenute dell’amministrazione comunale “marinaia”. Novità assoluta di questo quarto anno di Chiancarelle è lo “Sgarrupometro”, tante cartoline raffiguranti luoghi storici della città, che versano in condizioni indecorose e di disagio.”Sono 4 anni che le Chiancarelle fanno un grande lavoro di satira, controinformazione e approfondimento di notizie, oggi festeggiamo come gli altri anni con una serie di appuntamenti, il video documentario, l’edizione 2016 del Promessometro e quest’anno abbiamo aggiunto lo Sgarrupometro”, presenta così l’evento Mimmo Florio, esponente del gruppo di cittadinanza attiva, che conclude: “C’è poca attenzione per la storia della nostra città, questa viene riservata di più alle situazioni create ad arte. Siamo diventati oramai un punto di riferimento non solo social, continuiamo ad essere apartitici, siamo un movimento culturale e continueremo anche nei prossimi anni questa nostra attività per la città di Salerno, di cui siamo tutti innamorati”. “Il senso del documentario è incrementare il pubblico raziocinio su una vicenda che è quella del Vestuti e quindi come avverrà il restyling. Significa rendere l’opinione pubblica partecipe e consapevole su una vicenda importantissima. Qui non si parla di un singolo edificio, ma di una valore come quello dello sport che va tutelato”, commenta così Giovanna Testa, autrice insieme a Vincenzo Luca Forte, il documentario, che ha la finalità di informare e (si spera) di smuovere qualche coscienza. “Quello che mi preme puntualizzare è che il centro cittadino sta diventando sempre di più la vetrina del nulla, stiamo togliendo e delocalizzando tutto. Lo sport deve stare fuori dal centro, che ora è diventato soltanto il luogo di transito delle Luci d’Autista, più che di quelle d’artista. Ma non c’è vita al centro, perché togliere lo sport dalla portata di tutti è anche come togliere un po’ di vita”, conclude Vincenzo Luca Forte.
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