di Brigida Vicinanza
“Chi ha la responsabilità si muova a prendere una decisione, perché noi non possiamo andare avanti”. L’idea rimane la stessa. Operai in mobilità, con conseguente licenziamento se entro la settimana non si avranno risposte certe e non si prende una decisione. Decisione che però deve ricadere, sulla riapertura dell’opificio in via de’ Greci, per poi avviare le procedure per la delocalizzazione. In linea di massima i Pisano hanno deciso così, e inoltre starebbero anche valutando se presentarsi o meno al Tavolo del Ministero fissato a quello precedente, per presentare il progetto definito, già annunciato alla scorsa riunione a Roma. Il mercato è in perdita e i clienti “minacciano” di andare altrove, infatti durante i giorni di chiusura l’azienda ha perso tra il 25% e il 30% dei guadagni. Un dato allarmante, ma che preoccupa soprattutto gli operai e le loro famiglie, che ieri mattina hanno sfilato in un corteo di protesta, congestionando il traffico e fermandosi prima davanti al Tribunale e poi alla Prefettura, dove hanno potuto incontrare Giuseppe Forlenza. Un incontro per chiarire e ribadire ancora una volta la disperazione dei circa 150 operai dell’azienda, che vedono il proprio futuro lavorativo sempre più buio. “Chi deve prendere una decisione, almeno la prendesse, continuare così non ha senso. Siamo disposti a ridurre i giorni di lavoro, a lavorare ai minimi livelli, ma almeno per prendere un poco di ossigeno e non perdere quei pochi clienti che ci sono rimasti così da poter avviare la delocalizzazione, siamo davvero disperati”, ha sottolineato ancora una volta il delegato Rsu Angelo Clemente: “La società ha acquistato il suolo, i rilievi Arpac ci è sembrato di capire che sono positivi, ora cosa dobbiamo aspettare ancora?”. La questione sta proprio lì, infatti sarà la Magistratura a scegliere per il dissequestro o meno dell’azienda, che va ben oltre i rilievi Arpac e il lavoro a bassi livelli. “Siamo molto preoccupati e consapevoli di essere in una settimana delicata, l’azienda ci ha comunicato che ci sono delle perdite significative di mercato. Noi dobbiamo avere quindi in questi giorni risposte precise da parte della magistratura” sottolinea Anselmo Botte, che poi ha continuato: “Dalle informazioni che ci ha dato l’azienda le indagini dell’Arpac dovrebbero consentire di riprendere le attività, se è così dobbiamo saperlo in tempi rapidi. Abbiamo visto il contratto di acquisto e sappiamo che è una zona Asi. Le attività produttive e la delocalizzazione sono legate, se non c’è l’attività non si può avviare la delocalizzazione, ovviamente in sicurezza per tutti”.“Siamo consapevoli dei ruoli di Magistratura e Istituzioni, ma ci teniamo a testimoniare che rispetto a qualche mese fa oggi siamo in condizioni diverse. Se l’azienda ha fatto passi avanti verso l’acquisto del sito bisogna tenerne conto e non è possibile che un’azienda che fino a ieri ha dato il lavoro a tutti questi operai, stia perdendo un fatturato con il passare del tempo e nessuno prende una decisione”, ha dichiarato poi Francesca D’Elia della Fiom, che ha poi concluso: “Questa è un’urgenza e chiediamo di fare presto”. Perdere clienti ora sarebbe il preludio per una chiusura definitiva dell’azienda quindi e non è escluso che la proprietà possa quindi abbandonare all’improvviso l’idea di partecipare al Tavolo ministeriale. Intanto non si escludono altre attività di protesta durante questa settimana, da decidere giorno per giorno