La nomina di Bruno Cesario a capostaff del governatore De Luca ha suscitato non poche polemiche. A dar vita al giro di polemiche il Movimento 5 Stelle che non usa mezzi termini per definire “voltagabbana” il dirigente regionale: «Da De Mita a De Luca, passando per Scilipoti e Berlusconi. Se c’era bisogno di un voltagabbana professionista alla corte di De Luca, non poteva essere individuato personaggio migliore di Bruno Cesario. Degno erede di Franco Alfieri, che vanta il singolare primato di aver affossato l’agricoltura in Campania da de- legato regionale nel settore, Cesario è ricordato per aver tenuto in piedi il quarto Governo Berlusconi, sebbene fosse stato eletto nelle fila del centrosinistra. E il generoso premier, nella sua magnanimità, non mancò di ricompensarlo, nominandolo sottosegretario all’Economia». Il gruppo regionale pentastellato, dunque, non solo addossa ad Alfieri la responsabilità del fallimento del settore agricolo in Campania ma non le manda a dire al neo capo staff. «Demitiano, rutelliano, piddino, scilipotiano, berlusconiano, fondatore di quel grottesco gruppo denominato dei “responsabili”, la coerenza di Cesario – sottolinea il consigliere regionale Valeria Ciarambino – venne maldigerita dagli elettori, che lo bocciarono alle urne nel 2013, quando tentò una nuova scalata al Parlamento sotto le insegne del Popolo della Libertà. Bocciatura che si ripeterà due anni più tardi. Folgorato sulla via di Nusco, il figliol prodigo Cesario se ne era tornato alla corte del suo primo mentore De Mita che lo convinse a tentare la corsa alle regionali con l’Udc e a contribuire alla volata di De Luca a Palazzo Santa Lucia. Fallendo miseramente l’obiettivo di uno scranno in Consiglio. Ma il tempo è galantuomo anche per uomini come Cesario, oggi che il re delle poltrone ha preso degnamente il posto del signore delle fritture di pesce».
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«Inaccettabile vedere candidati ripresentarsi dopo tutti quei danni»
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