Cernicchiara, l’affondo di Brigante: «Credo non ci sia un posto più brutto» - Le Cronache
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Cernicchiara, l’affondo di Brigante: «Credo non ci sia un posto più brutto»

Cernicchiara, l’affondo di Brigante: «Credo non ci sia un posto più brutto»

di Erika Noschese
Devastazione ambientale e mancata rinaturalizzazione del Cernicchiara a Salerno. Sono queste le accuse mosse da alcuni cittadini salernitani che, ieri mattina, prima dell’inizio del consiglio comunale, hanno tenuto un sit-in di protesta sotto i portici di Palazzo di Città. A realizzare il lavoro fotografico l’ex ingegnere capo del Comune di Salerno Felice Bottiglieri che sta portando avanti la sua battaglia per la cava del Cernicchiara contestando il progetto di Porta Ovest. In particolar modo sono stati contestati i container presenti oggi dinanzi la cava e la conseguente devastazione ambientale. «Queste foto mostrano il saccheggio della nostra città e la devastazione ambientale occultata da narrazione di altra natura», ha dichiarato la Consigliera di opposizione Elisabetta Barone che chiede all’amministrazione comunale spiegazioni circa la presenza dei container nello spazio antistante la cava. «Io credo sia necessario svelare alla città il saccheggio in atto e soprattutto chiedere con quale autorizzazioni questi container sono posizionati in questa zona visto che sia in commissione urbanistica sia le domande ripetutamente rivolte in questo senso abbiamo avuto risposte del tipo “Non so, è una cosa che non ci riguarda e che la concessione è regionale” – ha aggiunto Elisabetta Barone – È vero che la concessione per l’estrazione della cava è regionale, ma impatta sul territorio cittadino e noi non possiamo fare a meno di chiederci se e quali autorizzazioni siano state date. Nel 2018, tra l’altro, è stato siglato un contratto per la rinaturalizzazione dell’area e come queste foto dimostrano non c’è nessuna opera in tal senso anzi continua quella di devastazione». A replicare alle accuse l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Brigante: «Le fotografie che abbiamo visto, che riguardano l’area a ridosso degli ex caselli autostradali dov’è ubicata la stazione di servizio, sono le foto dello Stato attuale quindi sarebbe la rottura». Brigante ha chiarito che l’aspetto relativo alla presenza dei container riguarda i privati. «Le foto le ho guardate ed è lo stato che vediamo tutti i giorni. Ed io credo che nella città di Salerno non c’è un posto più brutto di quello», ha aggiunto l’assessore mostrando un disegno della situazione dell’area di sistemazione all’uscita della galleria Porta Ovest: «Questo progetto di sistemazione della viabilità urbana che viene dalla precedente amministrazione, descrive una serie di traiettorie e strade futuribili che sarebbe ideale costruire per risolvere il problema della viabilità urbana – ha aggiunto – Quel disegno visto tutto assieme da un certo senso di fastidio perché non lo si legge nella sua funzionalità e se così non fosse si potrebbe capire meglio». Ad oggi, è stata fatta la gara d’appalto e lo studio di fattibilità avanzato ed è attualmente in studio il progetto definitivo sul quale ho richiesto e ottenuto di esaminare delle fasi. «La prima è l’analisi dei rischi idraulici e idrogeologici tanto è vero che sarà spogliato a nudo il Rafastia. poi si potranno decidere gli interventi delle opere infrastrutturali perché non tutto può entrare nell’area idraulica e questo sarà pronto per la fine di settembre o al massimo per l’inizio del prossimo mese di ottobre. A Valle di questo primo studio si metterà in piedi il primo aiuto alla mobilità urbana stralciato dal progetto – ha detto ancora l’assessore Brigante – L’obiettivo è aiutare l’uscita dell’autostrada facendo una corsia dedicata per chi provenendo da sud cioè da Pontecagnano esce dalla galleria e deve arrivare a Salerno, questo prevederebbe un ponte. Contemporaneamente siccome si deve insediare il cantiere nell’area dell’attuale stazione nella curva, si deve per forza allargare la discesa di via sichelgaita all’inizio, allargare un pezzo di strada, realizzare una deviazione, fare un ponte provvisorio in modo che la città continua ad avere il suo servizio di mobilità. Il ponte provvisorio verrà progettato con tutta la sicurezza del caso in modo da gestire la complessissima situazione. Il tutto sarà sottostrutturato e dato che sarà provvisorio a Opera finita si potrà togliere ma io sono pronto a scommettere che ripeterà e che potrà dunque rimanere. Questa attività, che durò tre anni, deve per forza tenere conto di un pezzo che entri in esercizio presto e poi man mano questo si deve ampliare». L’ingegnere ha poi spiegato che «alla fine si potrà ampliare sempre di più per gestire al meglio il traffico e tutti quei raccordi si fanno se il monitoraggio del traffico sarà positivo. Abbiamo la copertura economica per farlo però il progetto è stralciabile e realizzabile secondo l’esigenza».