di Andrea Pellegrino
Al centro di recupero e solidarietà “La Tenda” arrivano gli ispettori. Così come annunciato, Monsignor Moretti ha nominato due “visitatori canonici” che dovranno controllare ciò che sta accadendo al centro di solidarietà della Curia, finito già da qualche mese sotto la lente d’ingrandimento dello stesso Arcivescovo di Salerno. Così l’avvocato Marina Piegari ed il dottor Domenico Colella saranno i due incaricati della Curia Arcivescovile a svolgere l’ispezione presso tutte le strutture che fanno capo all’associazione nata nel 1981 per iniziativa di Monsignor Pirone. Oltre a quella del capoluogo provinciale l’associazione “La Tenda”, raggruppa, tra le strutture, quella di Mercato San Severino (comunità parrocchiale “Pace e Bene”) e un’altra a Bracciano.Alla base delle preoccupazioni della Curia ci sarebbero alcuni documenti, nonché notizie, che negli ultimi mesi sono giunte direttamente all’attenzione di Moretti, nonché una dettagliata relazione a firma di Luigi Bove, già vicepresidente della struttura. Dalla relazione di Bove emergerebbero gravi lacune soprattutto sotto il profilo dell’organizzazione delle strutture, in particolare legate al ruolo e all’inquadramento dei collaboratori e di quanti ci lavorano. «Esistono, per quanto riguarda i compensi – si legge nella relazione – una varietà di trattamenti, molto diversi da un punto di vista quantitativo e qualitativo». Ed è sempre sul rapporto con i dipendenti, Bove scrive: «Pur dichiarandosi Centro di Solidarietà, e per questo aperto al dialogo e alla discussione, per gli operatori “La Tenda” è diventata il luogo del timore: il timore di essere emarginati con la conseguente perdita del compenso mensile». Insomma per Bove occorre una nuova organizzazione della dirigenza, ripartendo dal passato e dall’originaria composizione dell’associazione, tanto che scrive: «La necessità di un nuovo gruppo dirigente è la precondizione per ogni ipotesi per il futuro dell’associazione. A mio parere, riprendendo la organizzazione originaria, il gruppo dovrebbe essere composto da: un sacerdote che, senza funzioni operative, costituisca il riferimento che ricordi a tutti, costantemente, il senso della vita associativa; un responsabile per gli interventi terapeutici, un medico, uno psicologo o un esperto con titolo equivalente con specifiche competenze nel campo d’intervento e comprovata esperienza; Un responsabile esperto di formazione; un esperto in amministrazione e contabilità; un rappresentante di tutti gli operatori; un coordinatore capace di tradurre in realtà le decisioni assunte da tutto il gruppo. Un comitato etico con persone espresse dagli enti moralmente responsabili Un comitato di valutazione tecnico-scientifico e un comitato di familiari (rilancio della Associazione Famiglie)». Ora i documenti (compresi quelli contabili) passeranno al vaglio dei due “visitatori canonici” e non si esclude anche una visita di Monsignor Moretti presso le strutture.