di Brigida Vicinanza
“Noi ci siamo già espressi 20 giorni fa. Abbiamo già detto che Battipaglia è di vocazione agro alimentare, ho anche chiamato Pisano per capire come mai girasse questa notizia. Ma sicuramente ora è un grosso problema, alimentato negli anni da una cattiva pubblicità all’azienda di Fratte”. A sottolinearlo è Cecilia Francese, sindaco di Battipaglia, che oggi ha convocato un Tavolo tra Confindustria, sindacati e sindaci dei comuni limitrofi per discutere dell’are di crisi in provincia, ma soprattutto per trovare una soluzione al caso Pisano. “Oramai è diventato impopolare mettere una fonderia nel proprio territorio perché tutti pensano all’inquinamento che questa potrebbe creare. Oggi la Cgil Fiom terrà un convegno nel comune di Battipaglia per la questione area di crisi e nello stesso tempo si terrà un Tavolo tecnico con il presidente di Confindustria e i sindacati e con i sindaci dei comuni limitrofi. Sul nostro territorio non avevamo dato comunque il “permesso” per la delocalizzazione, poi eventualmente ci si siede e si discute. Il problema è serio in quanto sono 120 operai che potrebbero perdere il posto di lavoro e altre 80 assunzioni che potrebbero essere fatte, con una struttura che da un punto di vista di inquinamento pare che sia super garantita, ma alimentare l’idea che chiunque accolga le Fonderie Pisano sia “vittima” di conseguenza, non ha aiutato. Avevamo individuato nell’area di Campagna una possibile delocalizzazione dell’industria perché il sito identificato si trova fuori dal centro abitato e vicino all’autostrada, in più c’è anche uno spazio sufficientemente grande, ma anche lì sicuramente la zona è destinata ad un ampliamento delle strutture già esistenti e che riguardano il settore agroalimentare. A Battipaglia c’è stato il “no”, ma una soluzione ci deve pur essere. Non capisco poi perché era stata individuata proprio Battipaglia, in quanto non abbiamo nemmeno quell’area “unita” di 120mila metri quadrati che potrebbe servire, noi abbiamo delle aree spezzettate sul territorio e non abbiamo la superficie per accogliere le Fonderie”. Potrebbe essere contraddittorio parlare di area di crisi quindi e quando si parla di delocalizzare un impianto come le Fonderie Pisano, si chiudono le porte: “E’ contraddittorio e per questo oggi abbiamo questo Tavolo a cui ho convocato gli altri sindaci del territorio, proprio per vedere dove è possibile trovare una soluzione per questa attività” – ha sottolineato la Francese – “quando ci dicono che l’inquinamento che potrebbe portare il nuovo impianto è quello di un palazzo intero che utilizza il metano, credo che la garanzia c’è, si tratta solo di informare la popolazione perché in questi anni si è creata molta tensione e nessuno ha questa volontà. Per quanto ci riguarda non c’è proprio materialmente lo spazio. Abbiamo un’area importante ma c’è già un’attività, lo vedo antiproduttivo prendere le industrie che ci sono e spostarle, parliamo di questa cosa, sediamoci con la Regione e i sindacati e gli altri sindaci. Ci sono delle aree a disposizione, individuiamole e troviamo una soluzione”. “Sulle Pisano a Eboli abbiamo già espresso la nostra posizione non perché credo sia invadente. Non abbiamo le aree idonee per ospitarle. Area prevalentemente agricola, eccellenza dell’ortofrutta del settore vivaistico. Abbiamo una vocazione differente. Appena si è diffusa la notizia sono stato assalito da alcuni imprenditori che hanno minacciato di lasciare la Piana del Sele. Ma se io devo scegliere e scelgo sicuramente l’agricoltura”. Questa infine l’affermazione di Massimo Cariello, il primo cittadino di Eboli.