Non fai giocare mio figlio, allora ti caccio. Basta questa frase da film, ma non lo è per raccontare quanto accaduto in casa Cavese. Via Agovino, ecco Alberto Urban. Una decisione a sorpresa, ma che con il campo centra davvero poco. Dietro l’improvviso e inaspettato allontanamento del tecnico ci sarebbero incolmabili divergenze di natura tecnica. Abbiamo raccolto in esclusiva le parole dell’ormai ex allenatore degli aquilotti: ” Di fronte a voi avete un vero e proprio presidente vigliacco che si è comportato sin dall’inizio con malafede. Uso parole fortissime ma non per questo immotivate, anzi. Sin dall’inizio ho detto che non sono Mourinho ma nemmeno il signor nessuno. Ebbene quest’affermazione era diretta alla società; io non sono un “signor si” che abbassa la testa quando gli vengono impartiti dall’alto. Sono prima di tutto un Uomo che compie la proprie scelte usando criteri di meritocrazia. Ora mi spiego meglio: giovedì sera il presidente mi chiama chiedendomi delucidazioni sulla formazione di coppa Italia. Alla risposta della squadra che sarebbe scesa contro il Gelbison il presidente ha malamente reagito all’esclusione del figlio, Mariano Manna, suggerendomi di metter dentro il ’95 in mezzo al campo e tagliando fuori Sabatino Lordi. Ho reagito immediatamente affermando che la formazione sarebbe stata mia esclusiva competenza e che mai mi sarei piegato a certe dinamiche. Per evitare malcontenti e futuri battibecchi, ho comunicato al presidente e al direttore Casapulla che avrei potuto far uscir la società pulita, dichiarando che per motivi familiari questa squadra non avrei potuto più seguirla. Le mie dimissioni sono state respinte perché ritenute fuori luogo e non idonee specie in vista del giorno successivo, ossia quello della presentazione. Non ho dormito per tutta la notte ma il presidente mi ha rassicurato dicendomi che in realtà c’era stato un fraintendimento e che potevo stare sereno e tranquillo. Arriviamo alla gara di coppa Italia, brillantemente vinta e a fine gare il presidente è scuro in volto. Avevo già il sentore che quella sarebbe stata la mia ultima gara perché le cose sarebbero precipitate. Il giorno dopo, infatti, non il presidente di persona ma il diesse mi chiama spiegandomi che non era contento del mio operato e che Mariano Manna sarebbe dovuto essere un perno inamovibile di questa squadra. A quel punto non ci ho visto più per la rabbia e mi sono sentito umiliato dopo aver vinto anche la gara di sabato. Non mi va di uscire da fesso e voglio preservare la mia dignità e la mia persona. Il presidente dopo la notizia dell’esonero mi chiama e gli chiedo con quale spiegazione ufficiale mi avrebbe mandato a casa. Con molta disonestà mi risponde dicendomi che avevamo visioni troppo contrastanti e che in realtà io non ero nemmeno mai stato l’allenatore ufficiale della Cavese perché lui i moduli ed i documenti che ho firmato a pregiato nel pre-campionato non li ha mai inviati e ha addirittura minacciato di portare la questione alle vie legali. Sono davvero senza parole. Io uomo di sport che amo il calcio non mi sottometterò mai a queste situazioni. Se il presidente dirà che il gruppo mi era contro mentirà. De Rosa, Manzi, Lordi, Borrelli e tutti gli altri avevano instaurato un grande feeling con me e il loro abbraccio al secondo goal è tutto dire. Porgo il più sincero saluto alla piazza e rivolgo ai giocatori un caloroso in bocca al lupo a questi calciatori”. l massimo dirigente biancoblu quest’oggi ha tenuta una sorta di conferenza stampa improvvisata con alcune decine di tifosi accorse allo stadio. Ebbene secondo Manna, la decisione di allontanare Agovinio è stata dettata dalla poca sicurezza che l’ex tecnico dava all’ambiente, visto che durante questi due mesi aveva già deciso tre volte di lasciare la squadra, con la società che era sempre intervenuta per fargli cambiare idea. Manna ha poi smentito categoricamente le parole di Agovino, dichiarando che mai si sarebbe permesso di imporre le sue preferenze tecnico tattiche al suo allenatore.
Antonio Pio VUolo