CAVA DE’ TIRRENI. Rimborsopoli: assolto l’ex sindaco Luigi Gravaguolo, 15 rinviati a giudizio per peculato e 23 non luogo a procedere. Si è conclusa, ieri pomeriggio, l’udienza preliminare per i rimborsi ai consiglieri comunali cavesi che per il pm Roberto Lenza erano stati percepito illegalmente.
L’unico imputato a chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato era stato l’ex sindaco Gravagnuolo che è stato assolto perchè il fatto non sussiste.
Il Gup palo valiante ha rinviato a giudizio: il 57enne Enrico Polacco, il 40enne Gaetano Santoriello, il 45enne Antonio Palumbo (attualmente consigliere comunale civico),, il 54enne Marco Senatore, la 43enne Assia Landi, il 52enne Raffaele Senatore, la 37enne Annalisa Della Monica, il 51enne Vincenzo Landolfi, la 31enne Clelia Ferrara (attualmente consigliere comunale Fdi), il 60enne Vincenzo Bove, il 66enne Luca Alfieri, il 59enne Antonio Pisapia, il 45enne Luigi Napoli, il 70enne Michele Mazzeo e il 55enne Giovanni Salsano.
Il processo inzierà il prossimo 16 giugno davanti al terzo collegio del tribunale di Nocera Inferiore e vedrà imputati i consiglieri comunali che hanno ottenuto i rimborsi e i capigruppo dell’epoca per omessa vigilanza e quindi concorso nel reato di peculato.
Enrico Polacco, all’epoca dei fatti consigliere comunale del Pdl (capogruppo Gaetano Santoriello) avrebbe avuto un rimborso di 421,10 euro spesi tra pizzerie e trattorie cavesi. Polacco risponde anche di un’accusa assieme a Marco Senatore: quest’ultimo, in quanto capogruppo del Pdl, non avrebbe controllato la richiesta di rimborso per spese di viaggi e turismo, soggiorni e pernottamenti in hotel e servizi di ristorazione.
Ancora Enrico Polacco, grazie all’omessa vigilanza del capogruppo Assia Landi, avrebbe ottenuto un rimborso per una serie di viaggi divisi tra Medjugorje e altre destinazioni varie.
Stesso copione per il consigliere comunale Antonio Palumbo che, grazie, secondo l’accusa, all’omessa vigilanza del capogruppo del Pdl Santoriello avrebbe ottenuto un rimborso per una spesa in un ristorante. Palumbo, Nuovo Psi, (capogruppo Luca Alfieri) avrebbe speo e sarebbe stato rimborsato di 562,40 euro per carburanti, biglietti di treni Napoli-Milano, pedaggi autostradali e uso di taxi nel capoluogo lombardo.
Ancora Antonio Palumbo (capogruppo Alfieri), spendevano la somma di 678,05 euro per acquisto carburanti vari e parcheggi a Salerno. Ancora Palumbo, nel 2009, appartenente ai Riformisti per Cava, spendeva 809,94 euro per carburanti, pedaggi autostradali e parcheggi in varie città della Campania e trasporti pubblici, tra i quali appena due euro spesi per sostare con l’auto a Pellezzano.
Annalisa Della Monica e conseguentemente il capogruppo Raffaele Senatore è imputata per aver ottenuto il rimborso di 575,48 euro con prevalenti acquisti in carburanti per autovetture. Della Monica (il capogruppo era Vincenzo Landolfi) dovrà rispondere del rimborso per quattro computer e acquisti di carburanti.
Clelia Ferrara (e conseguentemente il capogruppo Vincenzo Landolfi) avrebbe ottenuto un rimborso di 550 euro per acquisti di carburante
Vincenzo Bove (facente parte del gruppo consiliare Cava Millennio) sarebbe stato rimborsato dell’acquisto di una spesa di 872,12 euro di una fotocopiatrice e di 12 marche da bollo. Inoltre, lo stesso Bove, avrebbe speso 500,94 euro in prodotti di pasticceria.
Luca Alfieri (facente parte del gruppo consiliare Nuovo Psi) per la spesa di 900 euro per acquisti di carburante. Sempre Luca Alfieri avrebbe ottenuto un rimborso di 784,52 euro per acquisto carburanti e un Miki Hi-fi stereo e relativi annessi.
Antonio Pisapia, tra i destinatari del rinvio a giudizio ma non è nota la condotta imputatagli.
Luigi Napoli (capogruppo Alleanza Nazionale), avrebbe rendicontato 1866,44 euro per spedizioni postali, spot pubblicitari ed elettorali tramite emittenti televisive locali.
Michele Mazzeo (capogruppo rifondazione Comunista), si sarebbe appropriato di 2688,86 euro per studi idrogeologici sul territorio. Lo stesso Mazzeo, per l’anno 2011, avrebbe ottenuto rimborsi per rilievi e studi idrogeologici e aerofotogrammetici per il territorio cavese.
Ancora Mazzeo avrebbe pagato spese per lo stesso comparto d’attività per studi idrogeologici, impiegando 2.788,86 euro, ripartiti tra altri studi.
Ad attrarre l’attenzione è il rimborso di 1.800 euro del servizio fotografico per il matrimonio della figlia di Mazzeo.
Giovanni Salsano (Democrazia cristiana), avrebbe speso 845,30 euro per forniture di quotidiani e spese nella fruizione di servizi ristorativi. Lo stesso Salsano effettuava la spesa di 472,85 euro per pizzerie e vari. Ancora Salsano spendeva 389,14 euro in francobolli e per servizi ristorativi, tra cui birrerie.
I reati sarebbero stari comemssi tra il 2009 e il 2013. Gli imputati avranno la possibilità di dimostrare la loro innocenza nel dibattimento a partire dal prossimo giugno.
Assolto perchè il fatto non sussiste l’ex sindaco Gravagnuolo. Prosciolti in 22
Non luogo a procedere per l’attuale primo cittadino Vincenzo Servalli e i suoi assessori Enrico Polichetti e Adolfo Salsano
CAVA DE’ TIRRENI. Il Paolo Valiante ha assolto l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo perché il fatto non sussiste ed ha disposto il non luogo a procedere per Gerardo Baldi, Fabio Lambiase, Germano Baldi, Enrico Polichetti (attuale assessore alverde pubblico), Antonio Pisapia,Emilio Maddalo, Umberto Ferrigno, Alfonso Laudato, Pasquale Senatore, Bernardo Mandara, Giovanni Del Vecchio (attualmente consigliere comunale di centrosinistra), Massimo Esposito, Sabato Sorrentino, Salvatore Avella, Antonio Armenante, Angelo Salsano, Domenico Viggiano, Giovanni Baldi, Antonio Barbuti (attualmente consigliere comunale di centrodestra), Vincenzo Lampis, Lucio Panza, Adolfo Salsano (assessore comunale oggi in carica) e Vincenzo Servalli (attuale sindaco della città).
Per alcuni capi di accusa sono stati prosciolti (per altri c’è stato il rinvio a giudizio) anche Marco Senatore, Gaetano Santoriello, Assia Landi, Raffaele Senatore, Clelia Ferrara, Vincenzo Landolfi, Annalisa Della Monica, Vincenzo Bove, Antonio Palumbo e Michele Mazzeo.
Per alcuni, il giudice ha ritenuto non sussita il reato o che il fatto non lo costituisca