di Adriano Rescigno
2641 cittadini vivono di pacco alimentare ma da Palazzo di città pare non arrivare nessun dietrofront per riprendere la trattativa con i 5 Stelle. Non va giù il due di picche di Enzo Servalli ai “Cavesi a 5 Stelle”, continua la polemica sul reddito di cittadinanza locale. Adesso al centro della bagarre ci sono i 660 cittadini che nei mesi precedenti hanno firmato a sostegno della petizione proposta dai pentastellati al fine di introdurre tra le misure a sostegno delle famiglie a rischio povertà proprio questa nuova misura che pare essere stata cestinata da sindaco che martedì scorso ritirò la parola data per l’incontro fissato dopo aver letto un post sulla pagina Facebook del Movimento e dopo aver spostato l’incontro già una volta. “Cosa risponde il sindaco ai 660 cittadini che hanno firmato la petizione – scrivono i pentastellati – e soprattutto alle 2641 persone che vivono con il pacco alimentare?”. Il punto di rottura nella trattativa pare proprio essere stata la proposta di non rimpiazzo dei 54 pensionandi dipendenti comunali nei prossimi anni, visto che secondo i calcoli mostrati al sindaco in un incartamento di proposte e numeri di oltre 500 pagine, e che: “Il Comune spende circa 21 milioni di euro annui per i suoi 470 dipendenti, con una media di oltre 44mila euro annui pro capite. Per far uscire migliaia di cavesi dalla povertà una mossa semplice è non sostituire i pensionati, o quantomeno rimpiazzarne solo il 40 per cento di loro ed il risparmio vada a chi ne ha bisogno”. Ma non solo dipendenti comunali al centro della proposta pentastellata che andrebbe quantomeno ispezionata da tutta la Giunta visto che è nel pieno interesse della cittadinanza come recita anche lo statuto comunale, il risparmio potrebbe derivare anche dalla gestione virtuosa degli immobili comunali e dagli utili della Metellia Servizi presi a rate, aggiungendo poi a sostegno delle famiglie a rischio povertà tutti gli strumenti già presenti nella faretra dell’Ente comunale, senza piccarsi per qualche frase di troppo che avrebbe fatto cadere “il pieno spirito collaborativo”, lavorando per il non ritiro alla fine del mese da parte delle famiglie del famoso pacco alimentare ma garantir loro una maggiore serenità nella ricerca di un lavoro stabile e senza vivere con ansia l’arrivo delle imposte. I “Cavesi a 5 Stelle” dal loro canto sono pronti a riprendere il dialogo, si spera nell’amministrazione.
Adriano Rescigno