Cava. lamberti: Ammanchi, gravi anomalie - Le Cronache Attualità
Attualità Cava dè Tirreni

Cava. lamberti: Ammanchi, gravi anomalie

Cava. lamberti: Ammanchi, gravi anomalie

di Mario Rinaldi

 

 

Sulla vicenda degli ammanchi di milioni di euro dalle casse del Comune di Cava dè Tirreni è intervenuto anche il consigliere di maggioranza con delega alla Cultura, Armando Lamberti. Docente universitario e avvocato, una personalità di spicco nel mondo accademico, istituzionale e politico, il quale ha cercato di fare chiarezza su una questione che presenta molte ombre e sulla quale i preposti organismi giudiziari stanno svolgendo le indagini nel tentativo di far emergere eventuali responsabilità, oltre a quelle già accertate.

Prof. Lamberti, la vicenda dell’ammanco di più di due milioni di euro va avanti ormai da diversi mesi. Può esporci una sintesi dei fatti avvenuti? Almeno di quelli noti.

“È un fatto acclarato che nel periodo compreso tra il 2022 e il 2024 sono stati emessi mandati di pagamento irregolari in quanto non preceduti da determine di liquidazione e attingendo su capitoli di bilancio destinati a finalità diverse da quelle di fatto realizzate attraverso i mandati medesimi. Preciso, inoltre, che è stato accertato dagli organi interni all’Ente che i beneficiari dei pagamenti non avessero titolo per percepire le relative somme, salve minime eccezioni che sono in corso di verifica”.

Lei, da Consigliere della maggioranza riesce ad immaginare cosa sia potuto accadere?

“Non è questo il campo dell’immaginazione, ma dei riscontri di circostanze di fatto da condursi secondo criteri giuridici al solo scopo di accertare la verità su quanto accaduto. I fatti sinora accertati hanno evidenziato l’esistenza di gravi anomalie nelle procedure seguite, che hanno comportato uno sviamento di pubbliche risorse dalle finalità alle quali erano destinate. Lo scopo di chi ha agito in tal senso non è allo stato comprensibile e proprio su questo aspetto occorrerà attendere gli esiti delle indagini in corso. Va anche detto che una parte delle risorse è stata già recuperata dall’Ente”.

Il Comune ha scelto l’avv Marotta per fare chiarezza sull’accaduto

“Devo precisare che l’Avvocato Massimiliano Marotta è stato nominato difensore di fiducia dal Comune di Cava de’ Tirreni nel procedimento penale promosso su denuncia-querela dell’Ente stesso, quale soggetto offeso. Sarà la Magistratura, nella quale ovviamente tutti riponiamo la massima fiducia, a ricostruire quanto accaduto e ad individuare le relative responsabilità. A tal fine, certamente, l’Avv. Marotta, scelto per la sua serietà e professionalità, saprà assicurare una preziosa collaborazione contribuendo per la sua parte – unitamente agli uffici preposti dell’Ente – anche alla trasparenza di tutte le attività (già poste in essere e da svolgere) dell’Ente stesso”.

Meridione Nazionale, attraverso il suo coordinatore regionale, avv. Alfonso Senatore, ha presentato un ulteriore esposto dove ha chiesto la condanna di tutti coloro che hanno concorso al verificarsi di tali fatti. Secondo lei, in questa vicenda, ci sono responsabilità da parte dell’Amministrazione Comunale guidata da Servalli?

“Con l’Avvocato Alfonso Senatore esiste un rapporto di cordialità quarantennale, nutrito anche da una simpatia personale. Ciò nondimeno, mi corre l’obbligo, per onestà intellettuale e per rendere – a mio avviso – un utile servizio all’informazione (che è e resta la pietra angolare di una democrazia), di precisare che l’esposto da lui presentato, oltre a sembrarmi ictu oculi non fondato e non motivato, appare di fatto una fuga in avanti e mortifica tutte le regole processuali individuando addirittura una serie di soggetti responsabili, ancor prima che le indagini si siano concluse e che il processo sia stato avviato. Pertanto, la richiesta di condanna avanzata è francamente destituita di ogni fondamento, appare strumentale e presenta tutti i caratteri della facile propaganda politica.

Quanto, invece, all’individuazione di responsabilità da parte dell’Amministrazione in carica, premesso che vi sono indagini, inchieste e procedimenti (interni ed esterni all’Ente) in corso, mi sembra estremamente necessario ed opportuno rispettare tali attività senza operare condizionamenti mediatici e non alimentando inutili tensioni.

Comunque, alla luce dei fatti noti (che ho prima richiamato), se dovutamente accertati, la responsabilità appare strettamente personale e riferibile ad una parte del settore gestionale. Voglio ricordare che, ormai da anni, è vigente nel nostro ordinamento la separazione tra la politica e la dirigenza negli Enti Locali ed è chiara la distinzione tra atti di indirizzo politico e atti di gestione. Alla luce di questa distinzione di ruoli e di funzioni, bisognerà poi accertare le responsabilità personali”.

In definitiva, da esperto giurista quale è lei, come pensa possa concludersi questa vicenda?

“Il mio auspicio è che l’Ente possa recuperare le somme indebitamente erogate affinché la loro utilizzazione sia ricondotta alle finalità istituzionali connesse alle funzioni primarie cui l’Ente stesso è preposto. Mi preme precisare che, anche in questa vicenda così complessa, che ha lasciato tutti sgomenti e senza parole, bisogna tenere ben saldi i principi di garanzia del processo ben definiti dalla Costituzione (intendo riferirmi alla presunzione di innocenza e al principio del contraddittorio tra le parti). Dobbiamo senz’altro procedere all’accertamento della verità e delle responsabilità, ma evitando facili demonizzazioni e strumentalizzazioni. Questa preoccupazione deve essere tanto più presente quanto maggiore è la gravità degli addebiti che vengono contestati. La verità dei fatti deve essere sempre accertata nel rispetto dei principi costituzionali e, segnatamente, della dignità della persona umana, perché le persone debbono essere sempre rispettate e sono da considerarsi innocenti sino alla prova della colpevolezza in via definitiva.

Il mio riferimento costante, sia nella vita privata che in quella pubblica, è rappresentato dal principio del rispetto della dignità di tutti. Questa visione corrisponde ad un principio morale inderogabile, oltre che di civiltà giuridica, e si nutre della piena fiducia nell’operato della Magistratura, ricordando che la dignità della persona è il fondamento di ogni diritto e di ogni giustizia”. Una visione chiara, limpida e oculata quella emersa dall’analisi del consigliere Lamberti, che senza (giustamente) sbilanciarsi affida alla magistratura l’esito di una vicenda molto controversa.