Cava, Il ponte pericoloso in via Santoriello - Le Cronache Provincia
Provincia Cava dè Tirreni

Cava, Il ponte pericoloso in via Santoriello

Cava, Il ponte pericoloso in via Santoriello

di Erika Noschese

Si rischia una nuova tragedia Ponte Morandi a Cava de’ Tirreni. La denuncia arriva da Maddalena Bisogno, presidente del comitato cittadino “Arti e Mestieri” che ha sollecitato l’intervento ad horas dell’amministrazione Servalli, il Prefetto, il Procuratore, il Questore e la Regione Campania evidenziando le condizioni di abbandono e degrado che mette in pericolo la vita e la sicurezza dei cittadini residenti nella zona di via Pasquale Santoriello e non solo. Da ormai 40 anni, infatti, la vecchia strada comunale risulta abbandonata per via della costruzione, da parte dell’Asi, di un ponte che collega la SS 18 con l’incrocio di via Arte e Masetieri. In questi anni, stando a quanto denuncia la presidente del comitato, non sono mai stati effettuati interventi di manutenzione nonostante il passaggio di mezzi pesanti. «Più volte è stato sollecitato il sindaco di Cava de’ Tirreni che, purtroppo, solo dopo il nostro intervento sarebbe venuto a conoscenza che il ponte in oggetto, seppur di competenza Asi, avrebbe necessitato di verifiche e manutenzioni periodiche da parte anche del Comune – ha aggiunto Maddalena Bisogno – A malincuore dobbiamo denunciare che, nemmeno dopo tale conoscenza/consapevolezza, il Comune ha considerato le legittime richieste dei residenti che nulla volevano di particolare se non la verifica degli strani rumori/vibrazioni che il dottor Servalli ha potuto riscontrare sui luoghi. Dobbiamo per caso attendere una nuova tragedia come quella del ponte Morandi?». Il comitato denuncia inoltre che il ponte non è dotato di marciapiedi, obbligando i cittadini, anziani e disabili a camminare sulla carreggiata percorsa dai mezzi pesanti. Dal comitato poi l’attacco all’amministrazione Servalli per i mancati interventi e per aver scelto di non dare risposte alle tante sollecitazioni dei residenti della zona. «Il quartiere è rappresentato da un insediamento urbano risalente a prima degli anni ’60, in parte e il resto regolarmente ricostruito nel post terremoto, quindi non trattasi di abusivismi, né di un occasionale insediamento rom», hanno evidenziato ancora dal comitato ricordando, tra le altre cose, che molte delle fabbriche già realizzate nel parco industriale, nonostante gli espropri e la perdita di verde, non sono operative e non hanno realizzato l’assunzione di personale come previsto.