L’INTERA OPERAZIONE ANTIDROGA IN 10 ARTICOLI E IN 14 FOTO
CAVA DE’ TIRRENI. Nascondevano cocaina, hashish e marijuana, perfino nelle tazzine del caffè. Sgominato un centro di spaccio nel pieno centro di Cava de’ Tirreni che ruotava, in parte, attorno all’“Hair Coffee” in via Montefusco, alle spalle delle Poste centrali e a due passi dai portici luogo della movida cavese. Ieri mattina, grazie ad un’inchiesta coordinata dal pm Giuseppe Cacciapuoti della procura di Nocera Inferiore e alle indagini dei carabinieri della tenenza cavese, sagli ordini del tenente Vincenzo Tatarella, sono state eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare.
I militari del reparto territoriale di Nocera Inferiore, coordinati dal maggiore Enrico Calandro, hanno trasferiti agli arresti in carcere: Antonio Benvenuto, 50enne residente a Nocera Superiore contitolare del caffè-parruccheria “Hair Coffee”; Domenico Caputano, detto Mimmo, 34enne cavese come lo è anche il 48enne Raffaele De Martino.
Ai domiciliari sono andati Carlo Lamberti, 35enne cavese come anche lo è il 22enne Francesco Trabucco; il 26enne Fabrizio Milite di Nocera Superiore e il 33enne Pasquale Giuliano di Pompei.
Sottoposti all’obbligo di presentazione quotidiano alla Polizia giudiziaria: la 33enne Maria Elena Dominique Guidotti di Montegualtieri, di Cava de’ Tirreni; Gennaro Scirgolea, 57enne cavese come lo sono anche la 40enne Arianna Villani, il 48enne Carmine Medolla (parrucchiere contitolare dell’“Hair Coffee”), il 52enne Claudio Mazzotta e il 40enne Umberto Della Corte.
Indagati nella stessa inchiesta anche la 25enne Debora Abbamonte, di Nocera Superiore, e la 39enne Carmela Bisogno. Due i gruppi distinti in altrettanti capi di imputazione. Il primo gruppo, che avrebbe detenuto e ceduto cocaina, hashish e marijuana a numerosi tossicodipendenti cavesi, di Vietri sul Mare e della Costiera amalfitana, ruotava attorno all’“Hair Coffee”, del quale sono titolari Benvenuto e Medolla, ma agivano nei pressi anche Caputano e De Martino, che, secondo il gip Paolo Valiante, «appaiono sin dall’inizio delle indagini come punto di riferimento di quell’esercizio commerciale per la propria attività di spaccio di sostanze stupefacenti». A costoro sarebbero collegati anche Guidotti di Montegualtieri, Scirgolea e Abbamonte.
Un’altra attività di spaccio avrebbe fatto capo a Carlo Lamberti e diverso da quello riconducibile a Capotano e Benevento. Lamberti avrebbe operato anche in Veneto, dove si era recato per motivi di lavoro, ma telefonicamente teneva i contatti e indirizzava Trabucco, Milite, Mazzotta, Della Corte e Bisogno sul come approvvigionarsi presso terzi della droga da spacciare a Cava de’ Tirreni. I due gruppi, però, certamente, pur non essendo legati tra loro, ben si conoscevano e avevano contatti tra loro come quelli tra Lamberti, Villani e Caputano. A fornire la droga erano fornitori della zona di Boscoreale-Pompei-Torre Annunziata, come quella fornita dal pompeiano “Pascal ‘o chiatt”.
Il giro attorno all’”Hair Cafè” era di notevoli dimensioni, tanto da suscitare le ire degli abitanti della zona, che assistevano a viavai di giovani fino alle 3 di notte che acquistavano stupefacenti di ogni genere che poi consumavano sotto i portici o nelle zone limitrofe.
Le indagini dei carabinieri sono proseguite per mesi ed hanno ripreso una serie di consumatori, la maggior parte dei quali hanno avuto la spudoratezza di negare anche di aver acquistato droga dai venditori, finendo così, più o meno inconsapevolmente, nei guai.
L’indagine non è ancora chiusa e per il momento proseguono soprattutto nella direzione di scoprire altri pusher e capi delle organizzazioni di spaccio metelliano e i loro fornitori nella zona torrese-stabiese-boschese.
Massimo Salvo
Il modus operandi dei pusher arrestati. In città non sono gli unici
CAVA DE’ TIRRENI/NOCERA INFERIORE. «Abbiamo interrotto un’attività di spaccio che proseguiva da diversi anni e che faceva della movida cavese un luogo per vendere stupefacenti, visto il gran numero di giovani che li frequentano. Abbiamo dato una risposta alle tante persone che hanno segnalato un’intensa atività di spaccio nel centrio cittadino». Queste le parole degli inquirenti che ieri mattina hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare l’operazione antidroga.
Alla conferenza hanno preso parte il procuratore facente funzioniAmedeo Sessa, il pm Giuseppe cacciapuoti che ha diretto le indagini, il maggiore Enrico Calandro, comandante il reparto territoriale di Nocera Inferiore e il tenente Vincenzo tatarella, responsabile della tenenza di Cava de’ Tirreni.
Gli inquirenti hanno sottolineato la scarsa collaborazione ricevuta dai molti assuntori fermati, ma nel contempo le numerose segnalazioni ricevute dai cittadini ormai stufi di vedere molte strade del centro trasformate in un luogo di consumo di sostanze stupefacenti.
Molti anche gli esposti anonimi giunti ai militari e le fonti confidenziali raccolte a partire dal settembre 2013 sugli strani movimenti intorno all’”Hair Coffee”, bar-parruccheria situato in un’area ben controllabile sotto uno dei porticati. In zona, non a caso, si ritrovavano molti spacciatori con precedenti penali specifici.
In un primo momento, la droga veniva venduta nei pressi dello stesso bar, poi dopo alcuni arresti la droga contrattata vicino alla parruccheria e infine consegnata previo appuntamento in altre zone della città.
Non è da escludere che il gruppo di presunti pusher avesse subdolato che qualcosa non andava e che erano nel mirino degli investigatori, tant’è che cambiavano spesso numero di telefono, intestate anche a persone non a loro riconducibili.
Durante le indagini sono stati eseguiti diversi sequestri, complessivamente per 100 grammi a riscontro dell’attività investigativa condotta dai carabinieri della tenenza cavese. Sempre durante l’attività investigativa, è stato eseguito anche un altro arresto. In città, però, operano altri gruppi di spacciatori.
(c.b.)
L’operazione dei carabinieri che ha sconvolto il lungo sonno di molti cavesi
CAVA DE’ TIRRENI. Il blitz scattato ieri mattina, quando ancora era buio e decine di auto dei carabinieri sono piombate in città stringendola d’assedio come non accadeva da anni. Si è squarciato così una sorta di velo di ipocrisia che riteneva la vallata metelliana immune dallo spaccio di droga. Decine le perquisizioni coordinate dalla tenenza cavese dell’Arma e dal reparto territoriale di Nocera Inferiore. Gli uomini del tenente Vincenzo Tatarella e del maggiore Enrico Calandro hanno eseguito le 13 ordinanze di custodia cautelare in meno di un’ora e mezza. Tra i cento militari impiegati, anche carabinieri cinofili per ricercare stupefacenti nelle abitazioni degli arrestati o nei locali da essi frequentati. Il blitz è scattato, in verità, già nelle prime ore di domenica sera, quando i carabinieri hanno cominciato un servizio di osservazione per poter eseguire le misure cautelari senza sorpresa. Alle 6 del mattino di ieri, Cava de’ Tirreni si è svegliata al suono delle sirene che l’ha svegliata da un lungo sonno sulla situazione criminalità in città.
Carmine Benincasa
Consumatori anche da Vietri e dalla Costiera
Da Vietri sul Mare e dalla Costiera amalfitana a Cava de’ Tirreni per comprare il ”fumo” o il “pallino” di cocaina. Non si trattava solo di assuntori di sostanze stupefacenti della vallata metelliana quelli che si rivolgevano ai due gruppi di pusher che ruotavano nel centro storico cavese. Assuntori che si recavano fino a tarda sera nei pressi dell’”Hair Coffee” per acquistare ogni tipo di stupefacente. Da Vietri e dalla Divina costa arrivavano soprattutto il venerdì e il sabato sera, quando la città si popola di tantissimi giovani che animano i diversi locali della zona. Pochi euro per una “canna” o anche 20-25 euro per una sniffata e tornare “fatti” a casa.
La droga arriva da Torre e Boscoreale
di Ciro Serrapica
TORRE ANNUNZIATA/BOSCOREALE/POMPEI. La droga per l’Agro nocerino e per la movida di Cava de’ Tirreni arriva dall’area torrese-boschese.
Il profilo che si sta delineando dalle varie operazioni antidroga portate a termine dalle forze dell’ordine negli ultimi cinque anni è proprio questo: nell’Agro nocerino sono attivi i grossisti della droga acuista dagli importatpri dell’area “torrese boschese”.
Le principali piazze di spaccio cavesi si trovano sotto i portici del centro e nelle stradine limitrofe. In verità si tarta di uno spaccio “volante” fatto nei pressi di alcuni locali e delal gente cxhe passeggia, molto discreto e che non è visibile se non agli assubtori che spesso appartengono alla cerchia di amicizia degli stessi pusher.
Proprio per la localizzazione e per il grande impatto commerciale sui trasporti che ha l’Agro nocerino, infatti, in zona arrivano numerosi camion che, con tanto di “carico di copertura” trasportano ingenti quantità di droga proveniente da ogni dove. Qui vengono stoccati per conto dei clan Aquino-Annunizata di Scafati, alleato con i Gionta di Torre Annunziata; per la fazione opposta invece, i traffici sono riconducibili al clan Gallo-Cavaliere di Torre Annunziata alleato con i Gallo-Limelli-Vangone di Boscoreale. L’egemonia nel maercato della droga ha portato ai numerosi episodi criminali degli ultimi anni: sparatorie, omicidi, tutti commessi nell’area torrese boschese.
A questo punto, come si evidenzia dall’operazione di ieri mattina messa a segno dalle forze dell’ordine, l’Agro nocerino si conferma centrale di stoccaggio per quelli che sono i clan dell’area torrese boschese, visto che ormai sulle loro zone ci sono i riflettori accesi da parte degli inquirenti, ed hanno così deciso di dirottare le partite di droga in arrivo su altre zone, magari meno controllate. Ed è qui che hanno cominciato a stringere contatti con i “grossisti” dell’Agro nocerino, che oltre a stoccare, provvedevano anche a rifornire le varie piazze di spaccio della zona.
I legami tra le varie pedine di questa “scacchiera della morte”, secondo gli inquirenti si sono stretti in carcere, dove hanno avuto modo di conoscersi e stringere così rapporti di collaborazione al fine di creare una rete fittissima di distribuzione delle grandi quantità di droga che arrivano direttamente nell’Agro nocerino. Gli arresti di ieri, segnano un altro punto a favore delle forze dell’ordine, che con grande impegno stanno cercando di dare smacco alla criminalità organizzata che, con le sue ramificazioni, cerca sempre di espandersi e continuare gli affari illeciti.
L’attività investigativa fa emergere, però, che i venditori sono ormai autonomi e si occupano della parte finale della catena, quella vendita all’acquirente e non del traffico, mentre i clan dell’area torrese-bosche si occupano perlopiù dell’importazione dalla Spagna e dall’Olanda e le organizzazioni intermedie dell’Agro nocerino fanno da grossistie staccoatori. A cava, come in ogni comune, esistono vari reti di spacciatori, autonomi e spesso in cobntto tra loro. Sono composte da giovani leve e da assuntori decennali che decidono di affiancare ad un’attività lecita anche una illecità. Si tratta di ristoratori, baristi, artigiani, operai ed altre che pur lavorando vogliono guadagnare di più e per farlo non disdegnano di delinquere
A procurare la “roba” “Pascale ‘o chiatt”
POMPEI. Sarebbe stato Pasquale Giuliano, 33enne di Pompei, anche se nato a Castellamare di Stabia, a rifornire di droga il gruppo di spacciatori.
In particolare, avrebbe rifornito il cavese Carlo Lamberti che smerciava droga nella vallata metelliana. “Pascal ‘o chiatt” è gravato da precedenti di polizia e reati in materia di droga e sarebbe stato solito incontrarsi in via Masseria Curato, a Pompei, nei pressi dello svincolo dell’A3, con persone provenienti anche da altri comuni per lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Quindi è probabile che le indagini possano trovare uno sviluppo proprio a partire dalla condotta del pompeiano, che potrebbe portare a collegamenti con persone dette all’importazione e all’ingrosso di droga dell’area boschese-torrese.
(c.b.)
A breve possibili ulteriori risultati investigativi
NOCERA INFERIORE. Non è escluso che nelle prossime ore saranno incrociati i dati di varie inchieste dei carabinieri che da anni portano avanti nell’area nord della provincia di Salerno, sia recenti sia del passato, sulla linea di spaccio e rifornimento che collega l’area napoletana all’Agro nocerino, a Cava de’ Tirreni.
Già in altre indagini, è emerso che gruppi di cavesi legati alla gestione di bar del centro cittadino o i negozi di abbigliamento erano legati a fornitori di stupefacenti di Pagani e di altri comuni dell’Agro nocerino.
Cava, poi, era un luogo privilegiato per riciclare il denaro “sporco” attraverso alcune attività commerciali.
Un costesto difficile attorno all’“Hair Caffee”, centrale di spaccio
CAVA DE’ TIRRENI. E’ stato un contesto assai difficile per gli inquirenti da espugnare. Un piccolo fortino nel centro di Cava, quello intorno all’”Hair Coffee”, posto sotto i portici di via Montefusco al centro di un dedalo di viuzze a pochi passi dalla movida metelliana.
I carabinieri hanno dovuto faticare non poco per evitare di essere scoperti durante i numerosi servizi di appostamento. Gli investigatori hanno notato, in particolare, Domenico Caputano, detto Mimmo, già denunciato nel 2010 dagli stessi militari per reati legati agli stupefacenti assieme ad altre 16 persone, aggirarsi nei pressi dell’attività di bar-parruccheria tenuta da Antonio Benvenuto, che gestiva il bar, e Carmine Medolla, parrucchiere.
Dalle ulteriori attività investigative è emerso che il barista utilizzava tre cellulari per i contatti con gli acquirenti della droga, che sarebbe stata conservata in via Cinque, in località San Cesareo, nei pressi delle palazzine Iacp, le case popolari nella periferia cavese presso alcuni parenti di Caputano.
Dopo aver fermato numerosi assuntori, i carabinieri hanno provveduto a sottoporre a intercettazioni telefoniche vari indagati, venendo a capo del giro.
Cocaina e hashish nelle tazzine di caffè
CAVA DE’ TIRRENI. A telefono parlavano di pizze, capi di abbigliamento ed altro per mascherare il traffico di droga. Stupefacenti che erano ovunque, anche nelle tazzine di caffè pronte ad essere vendute agli acquirenti di un’età tra i 18 e i 40 anni.
Ai carabinieri, però, non è sfuggito né il reale significato del linguaggio criptico, né i nascondigli degli stupefacenti, dei più ingegnosi.
(m.s.)
Benvenuto, Caputano e De Martino perni nell’indagine tra Cava e Nocera
CAVA DE’ TIRRENI. Per il Gip Paolo Valiante, nell’inchiesta dei carabinieri cavesi, emerge preponderantemente il ruolo svolto da Antonio Benvenuto, contitolare dell’”Hair Coffee”, di Domenico Caputano e Raffaele De Martino. I tre sarebbero stati abitualmente dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti con una frequenza che indica la loro pericolosità. Il gruppo disponeva sia dell’”Hair Coffee” che di un garage in via Cinque. Carlo Lamberti, per il Gip, è il punto di riferimento del gruppo che conduceva il traffico di stupefacenti. Anche la sua attività aveva una certa continuità e sussistenza, pur se avevano una certa difficoltà nel regolare i rapporti economici nei confronti dei loro fornitori. Francesco Trabucco e Fabrizio Milite possono essere considerati il braccio operativo di Lamberti. Trabucco è stato già processato in passato per fatti di droga. Carmine Medolla, pur essendo il contitolare dell’”Hair Coffee”, non ha svolto un ruolo centrale nello spaccio come il suo socio Benvenuto. Maria Elena Dominique Guidotti di Montegualtieri è considerata attivissima anche nello spaccio e ha mantenuto contatti per procacciare le sostenze stupefacenti. Gennaro Scirgolea mette a disposizione la propria abitazione per il consumo di droga e per consentire alla Montegualtieri il confezionamento degli stupefacenti anche per terze persone. Arianna Villani ha avuto rapporti con Lamberti e sembra ben introdotta nel meccanismo dello spaccio.
Claudio Mazzotta ha un ruolo marginalissimo nella vicenda e non compare nelle intercettazioni dello spaccio.
Umberto Della Porta potrebbe essere il collegamento tra Lamberti e un fornitore.
Debora Abbamonte e Camela Bisogno avrebbero agito in appoggi allgli uomini a cui erano sentimentalmente legate. La prima legata a Caputano, la seconda a Lamberti.