Proroga dell’esercizio provvisorio fino al 31 gennaio 2013 e differimento per quella stessa data del licenziamento dei dipendenti della Se.Ta Spa. È quanto emerso dal tavolo andato in scena ieri, presso la sede cavese della società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti sul territorio comunale, tra i rappresentanti delle sigle sindacali, le Rsa aziendali ed i commissari liquidatori Paolo Longoni e Domenico Apicella. Dopo lo stop del servizio di igiene ambientale a Cava de’ Tirreni e Nocera Inferiore paventato dalle maestranze in seguito all’immobilismo del neo collegio di liquidatori, ieri c’è stata la comunicazione da parte del duo Longoni-Apicella circa il differimento al termine del mese di gennaio 2013 della data di licenziamento per i lavoratori della Se.Ta. Stessa data verso la quale sarà protratto l’esercizio provvisorio di raccolta dei rifiuti nei Comuni interessati. Soluzioni, queste, che di certo non hanno ancora placato gli animi dei lavoratori, che si sono detti pronti a dare vita a forme di protesta ancora più forti qualora non vengano rispettate le promesse fatte. Sul tavolo della discussione di ieri c’era, infatti, anche la garanzia del pagamento della mensilità corrente entro la fine della settimana, o al massimo per gli inizi della prossima, oltre alla rassicurazione della corresponsione degli stipendi arretrati tramite acconti. Ritornando al differimento dei licenziamenti è bene, comunque, operare una distinzione tra la situazione cavese e quella nocerina. Mentre nella “città dei portici” le maestranze sono state “colpite” da un licenziamento collettivo (il cui iter è partito lo scorso 18 settembre), i dipendenti del cantiere nocerino sono stati, invece, raggiunti da lettere di licenziamento individuali. Pertanto, come ribadito da alcuni sindacalisti, il passo fondamentale da compiere al momento sarebbe quello della revoca dei licenziamenti per i lavoratori di Nocera Inferiore (il cui termine è previsto per il 31 ottobre prossimo), per poi pensare al differimento al 31 gennaio 2013 per tutte le maestranze coinvolte. Tutto ciò pena, come sostenuto dalle sigle sindacali, il ricorso ad ogni forma di protesta prevista dalla legge.