Caso Lagonegro, Iannibelli: "Ecco perché la lista è fuori dalla competizione elettorale" - Le Cronache
Cronaca

Caso Lagonegro, Iannibelli: “Ecco perché la lista è fuori dalla competizione elettorale”

Caso Lagonegro, Iannibelli: “Ecco perché la lista è fuori dalla competizione elettorale”

Dopo l’esclusione della sua lista “Libertà e Progresso” ai Lagonegro, la candidata sindaco Concetta Iannibelli dice la sua su quanto accaduto.
Perché ha deciso di candidarmi a sindaco?
“La risposta è semplice e potrebbe racchiudersi in poche parole: perché mi sento di aver già fatto un percorso nella precedente amministrazione svolgendo il ruolo di opposizione con rigore e fermezza e, soprattutto, perché mi sento una donna libera che non ha padroni. Unico padrone è il senso di lealtà verso i miei cittadini e verso me stessa. Ma vi è di più! Mi sono candidata a sindaco perché sento fortemente che la politica sia un servizio gratuito per la comunità, dove si deve più dare che riceve, nel quale ognuno di noi deve mettere a disposizione della Comunità che intende guidare, risorse e competenze per rendere vivibile il posto dove si vive, al passo con i cambiamenti culturali e politici. Mi ero candidata a sindaco, inoltre, proprio per le ragioni che sottendono la battaglia che porterò avanti fino alla fine a seguito della ricusazione della mia lista: perché ritengo che nella mia Città ormai sia inesistente il principio democratico che dovrebbe regolare ogni agire, dimostrandosi, invece, palese ed evidente la presenza di un sistema politico-burocratico che tende di danneggiare molti per vantaggiare pochi. Perché la nostra Lagonegro possa nuovamente riconoscersi una città normale, dove i cittadini e le cittadine hanno pari dignità di partecipare alla vita amministrativa, dovranno passare ancora molti anni e si avrà bisogno di persone oneste e coraggiose che, spinte solo dall’amore verso il prossimo inteso anche come senso di dovere civico verso il cittadino, possano, quali portatori sani di cambiamento reale, spingere la comunità intera oltre l’ostacolo di un sistema melmoso che tende sempre a far rimanere tutto come prima. Insomma alla Tommaso Lampedusa: fingere di cambiare tutto per non cambiare nulla! Mi ero candidata a sindaco, infine, perché mi sento radicalmente meridionale e amo con grande passione Lagonegro”.
Cosa ne pensa della ricusazione?
“Penso che sia un atto illegittimo ed ingiusto che lede e mette in discussione i più elementari principi di democrazia. La legge invocata, per la quale la mia lista è stata ricusata, pur senza tener conto dei fatti gravi che sono accaduti la mattina del 15 aprile 2023 e che sono necessariamente al vaglio anche della magistratura penale, è una legge molto strana che, a mio modesto parere, va contro la partecipazione democratica dei cittadini. Tale legge, nel dubbio, dovrebbe essere favor partecipationes, dovrebbe allargare e non restringere, proprio per dar modo a tutti i cittadini di partecipare alla pari. Si vince, e si può dire di essere un sindaco di tutti e democraticamente eletto, quindi a pieno investito delle funzioni per le quali si compete, solo se la partecipazione non è viziata alla radice, solo se l’avversario è stato battuto con lealtà sul campo e non attraverso una modalità che, pur se non volontariamente predisposta…, potrebbe rimanere sempre una macchia scura nella vita democratica del paese. Se mi fossi trovata nella condizione inversa, avrei, ad esempio, proprio perché ho visto personalmente il fallimento dello Stato di diritto nel giorno della presentazione delle liste, aderito alla richiesta della lista avversaria di essere riammessa perché avrei puntato a vincere in una competizione dove la par condicio avrebbe fatto da padrona. A me, per professione, non piace vincere facile! In più penso che la ricusazione, così come la motivazione del Tar, siano insufficienti a dare risposta e a ripagare il forte bisogno della Comunità intera di tornare ad essere un paese legale, efficiente sotto il profilo dell’apparato burocratico e libero nel pensiero e nell’agire. Per questo la necessità di andare avanti e di rivolgere le nostre istanze al Consiglio di Stato ed ad altri organi giurisdizionali, perché ora, più di prima, è necessario dimostrare che la battaglia non si porta avanti solo per essere riammessi e competere alla pari; la battaglia è una battaglia di diritti civili, di libertà e di liberazione, di legalità e di ritorno al vivere civile che a Lagonegro manca. Non possiamo dimenticarci il motivo per il quale il nostro paese è commissariato dal mese di Ottobre 2022. Non tocca a me, garantista per cultura e formazione, indicare le ragioni ma di certo la radice del male è profonda e il paese, che difficilmente sarà risarcito per ciò che ha già patito, ha bisogno di persone di buona volontà che sappiano anche assumersi una croce difficile ma che lottino per la riconquista della pace e della buona amministrazione. Lagonegro merita questo”.
Cosa è accaduto la mattina del 15 Aprile?
“Quello che è accaduto è alla portata di tutti i cittadini, oltre 250 persone presenti nella casa comunale dalle 9.30 circa e fino alle 13.20 circa. Al di là delle questioni formali, è chiaro a tutti, dall’opinione pubblica alle persone interessate che l’amministrazione ha fallito nell’organizzazione di un sistema che per legge doveva necessariamente funzionare al di là se gli interessati potevano (ma non dovevano) liberamente optare per altre modalità di autenticazione. Se la legge concede a tutti la possibilità di accedere al segretario comunale e ai funzionari dell’ente per la sottoscrizione, in attesa dell’arrivo di quattro liste con un minimo di sessanta sottoscrittori a lista, l’ente avrebbe dovuto preventivamente organizzare un sistema che fosse funzionale a dare risposta alla possibile richiesta. Questo non solo non è accaduto ma sono state poste in essere direttive che, esulando da quanto prevede la normativa, hanno avuto solo l’effetto di rallentare le operazioni e condannare le tre liste optanti per l’autenticazione comunale a dover firmare oltre l’orario concesso per legge. Sarò più chiara. Non è possibile che in vista di quattro liste si pretenda con obbligo, anche se la legge non lo prevede, che ogni cittadino che intenda sottoscrivere debba preventivamente acquisire dagli uffici il certificato elettorale di iscrizione nelle liste elettorali. Questo è un adempimento successivo della Commissione elettorale che verifica la regolarità della presentazione delle liste, pena l’esclusione. Tale modalità, non solo ha costretto la gente a rimanere per ore imbottigliata in una fila interminabile ma ha creato un potenziale pericolo per l’ordine pubblico. Immaginate cosa sarebbe potuto succedere in un corridoio con una sola entrata e senza uscita emergenziale se si fosse verificato un evento straordinario di criticità. Di certo, una situazione del genere, imprevedibile e straordinaria, ha determinato, per cause non imputabili ai presentatori di tutte le liste, un ritardo incolpevole frutto di una seria disorganizzazione amministrativa. Tengo a precisare che nessun ritardo è imputabile, invece, alla presentazione delle candidature in quanto per Lagonegro, libertà e progresso, le ultime accettazioni sono state autenticate entro le 9.40, per altre liste non posso, invece, smentire il dato diffuso dai giornali, erroneamente imputato alla mia. Rimango, pertanto, veramente senza parole nel sentir dire che la ricusazione è dovuto agli errori dei presentatori delle liste ricusate e/o ai loro candidati sindaci. Credo, invece, che in un paese dove ci sono stati precedenti di rilievo sulla presentazione delle liste, nonché un commissariamento per questioni di natura elettorale -ancora, tra l’altro, al vaglio della Magistratura che, se pur con presunzione di innocenza fino a prova contraria, comunque pendente – la Prefettura, a mezzo dei suoi rappresentanti, avrebbe dovuto organizzare con la dovuta oculatezza le operazioni da svolgere, indicando, in modo preventivo e chiaro, più funzionari da utilizzare, luoghi dove accedere e controlli capillari sul corretto svolgimento delle operazioni al fine di garantire reale parità di diritti per tutti. Non si può applicare al servizio un solo funzionario! Il ritardo, pertanto, è imputabile unicamente alla totale inefficienza del Comune di Lagonegro, che ha ipotizzato di acquisire le sottoscrizioni di oltre 50 candidature e di oltre 200 sottoscrizioni di elettori, in uno, ripeto alla stampa dei relativi certificati, avvalendosi di un solo operatore. Insomma, se la democrazia ha ancora un senso in questo paese, paese che vuole considerarsi libero, deve vincere il principio del favor partecipationis: “in materia elettorale, per i casi di incertezza (ed io aggiungerei di eccezionalità ed imprevedibilità), vige il principio generale che impone di dare prevalenza al favor partecipationis, permettendo a tutti di raggiungere la necessaria e assoluta certezza”.
È pronta a sostenere un altro progetto?
“Purtroppo non ci sono le condizioni per sostenere un altro progetto, non riesco a ritrovarmi in nessun progetto alternativo che possa soddisfare la nostra visione di libertà, democrazia e legalità e rinnovamento. Dall’interno della questione è più facile avere una prospettiva chiara sia di come si siano formate le liste, sia di chi è dietro ai progetti dichiarati di rinnovamento e di quali siano state le modalità attuate per arrivare alla competizione. Conoscendo bene i fatti perché vissuti, dico democraticamente no. Non facciamo in modo di far finta di cambiare tutto per non cambiare nulla! Il tempo è sempre galantuomo e forse mi darà ragione”.