Caso Eboli, botta e risposta tra Conte e Rinaldi - Le Cronache Provincia
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Caso Eboli, botta e risposta tra Conte e Rinaldi

Caso Eboli, botta e risposta tra Conte e Rinaldi

Gentile Direttore,

 

“Nessuna commistione, né alcuna partecipazione a sistemi ed intrecci nelle procedure per garantire funzioni ed addetti agli uffici comunali di Eboli, come qualche organo di informazione sta tentando di far credere. Il Comune di Eboli, per conseguire obiettivi di economicità degli atti, di riduzione dei tempi e dei costi occorrenti per la copertura dei posti vacanti aveva la possibilità di decidere l’utilizzazione di graduatorie approvate da altri enti pubblici. Tutto questo avviene seguendo la normativa di settore ed i criteri emanati per la scelta delle graduatorie stesse e dei partecipanti al concorso. Il regolamento per l’utilizzo di graduatorie concorsuali di altri Enti, approvato dal commissario straordinario Antonio De Iesu il 19 maggio 2021, fissa criteri e priorità nella scelta: graduatorie di enti del comparto Regioni-Autonomie locali aventi sede nella provincia di Salerno; enti del comparto Regioni-Autonomie locali aventi sede nella Regione Campania; graduatorie di enti di comparti diversi aventi sede nella provincia di Salerno; graduatorie di enti di comparti diversi aventi sedi nella Regione Campania; graduatorie di enti del comparto Regioni-Autonomie locali aventi sede in altre regioni italiane; graduatorie di altri enti presenti nel territorio nazionale anche di comparti diversi. All’interno delle singole graduatorie la scelta dei singoli viene operata seguendo la graduatoria stessa, interpellando dal primo in graduatoria e procedendo poi seguendo l’ordine. Non solo, ma la stessa scelta delle singole graduatorie spesso è il risultato di precedenti impossibilità di reperire personale o anche di rifiuto da parte degli interpellati.

Basterebbe ricordare solo qualche esempio per comprendere la regolarità delle procedure del Comune di Eboli. Nel caso dell’assunzione di otto (8) agenti di Polizia Municipale, è stata rifiutata la disponibilità delle graduatorie, in ordine, dai Comuni di Campagna, Olevano sul Tusciano ed Amalfi, prima di trovare disponibilità a Salento ed Agropoli, rispettando priorità e procedure di legge. Anche in questo caso la scelta è stata operata seguendo il risultato della selezione a cui faceva riferimento la graduatoria, partendo dal primo dei selezionati.

Procedura trasparente anche nel caso dello scorrimento della graduatoria del Comune di Vallo della Lucania, dove sono stati selezionati sei (6) funzionari. Il Comune di Eboli ha chiesto la disponibilità della graduatoria in corso di validità ai primi cinque (5) Enti del comparto Regioni-Autonomie Locali in provincia di Salerno: Vallo della Lucania, Tramonti, Castellabate, Amalfi, Postiglione. La disponibilità era arrivata solo dai Comuni di Vallo della Lucania e di Tramonti, ma presentando disponibilità questo secondo Comune solo per rapporti di lavoro al 50%, la scelta è ricaduta sull’unico Comune che ha offerto la propria graduatoria, cioè il Comune di Vallo della Lucania.

Due esempi che spiegano al meglio come procedure e selezioni siano avvenute nella massima trasparenza, nel rispetto di norme, procedure e regolamenti.

Eboli non c’entra nulla nell’ipotizzato e se esistente sistema Cilento, pertanto prima di procedere allo scorrimento delle graduatorie di alcuni Comuni del Cilento che secondo la legge potevano essere interpellati ha correttamente chiesto lo scorrimento di quelle graduatorie che, sempre secondo la legge, prioritariamente dovevano essere utilizzate ed invero Eboli ha interpellato, secondo il predetto regolamento, cinque Comuni, ma solo il Comune di Vallo della Lucania disponeva di una graduatoria a tempo pieno”.

Il SindacoMario Conte

 

COME SE FOSSE ANTANI

Egregio sindaco,

Spiace dover controdedurre qui – e di nuovo – perché so che il confronto si fa impari dal momento che un giornale può sempre avere l’ultima parola. Ma tant’è.

La Sua legittima richiesta di rettifica è apparsa un po’ «…come se fosse antani…» per dirla con l’indimenticabile Tognazzi. Spende migliaia di battute per parlare d’altro, visto che nell’articolo non si dice che la procedura da Lei adottata sia illegale, altrimenti l’avrei scritto. Non è quello il punto, come avrà senz’altro compreso chi abbia letto attentamente l’articolo, bensì quello di una scelta “politica” delle graduatorie, con gli eventuali sottotesti che a Lei potranno anche non piacere ma siamo al mondo per altro, non per piacerci reciprocamente: è nelle pieghe del meccanismo, nella cosiddetta area grigia che si può far di tutto, come Lei ben sa o dovrebbe sapere, salvo che, poi, di tanto in tanto qualcuno si becca anni di condanna per queste “procedure regolari”. Applicare un regolamento non implica in automatico la soppressione della decisione politica e amministrativa che resta, giustamente, l’unica cosa importante. Potrei ora mettermi a fare l’entomologo e radiografare la carcassa di ogni singola graduatoria per trovarvi il virus o il batterio che spesso accompagnano queste operazioni, oppure ricordarLe che le procedure non erano state pubblicate sul portale Inpa, com’è d’obbligo, ma solo sull’albo del Comune, ma non mi pare il caso.

Noto, poi, che nella Sua cortese ma ferma richiesta di rettifica si sorvola su questioni di sostanza: 1) Che Lei e la Sua maggioranza abbiate avuto nel corso del tempo assidui rapporti di natura politica e non meramente istituzionale con il presidente Alfieri è pacifico, com’è pacifico che, dinanzi a un quadro attuale a dir poco complicato giudiziariamente e politicamente (l’impasto tra i due mondi non dipende dai giornalisti), ci si interroghi e ci si pongano domande, si facciano ipotesi e si prefigurino scenari. Che questo piaccia o meno, chi scrive lo mette in conto ma non se ne può preoccupare più di tanto 2) Noto, ancora, che nella Sua lettera ha dribblato (ma La capisco) su uno degli esempi riportati dall’articolo relativo a un avvocato di Agropoli, caricato attraverso queste “procedure regolari”, di plateale provenienza dal mondo del “sistema Cilento” cosiddetto, avvocato che, peraltro, si troverebbe in una condizione di altrettanto plateale “precarietà giuridica”, diciamo così, visto che è vietato dalla legge essere iscritti all’Ordine degli avvocati e fare il pubblico dipendente in esercizio. 3) Infine, sull’ambiguità politica che caratterizza, non da oggi, la Sua maggioranza e delle beghe con quel partito chiamato Pd, fatti da me richiamati nell’articolo, neppure dice nulla: e pure qui La capisco. Però dice che le graduatorie e tutto il resto rispondono a «procedure regolari».

Proprio come se fosse antani.

Peppe Rinaldi