Caso Alfano, parla il dottor Massimo Minerva - Le Cronache Ultimora
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Caso Alfano, parla il dottor Massimo Minerva

Caso Alfano, parla il dottor Massimo Minerva

di Antonio Manzo

Dice Massimo Minerva con il sorriso amaro: <Mi auguro che il caso di Carmine Alfano all’università di Salerno (il professore di chirurgia plastica autore di frasi omofobe e sessiste), non si chiuda con l’opera di un trucco accademico>. Parla Massimo Minerva, un italiano libero, già anestesista in pensione che non rinuncia a tutelare le migliaia di giovani medici ostaggio degli errori gravissimi nel malato sistema italico delle Scuole di specializzazione. Per lui è una missione civile nell’Italia dell’amichettismo fin dal 2018 quando fu costretto a mettersi a capo di un’associazione nazionale dei medici specializzandi che non si formano per la complicità fra politica ed accademia. <Lei si farebbe operare da un cardiochirurgo che non ha mai visto battere dal vivo un cuore?> Massimo Minerva non usa mezzi termini così come quando garantì a Milena Gabanelli materiali d’inchiesta giornalistica che esplorò le specializzazioni fuorilegge. Dal 2022 non è cambiato nulla. <Nessuno, da nord a sud, mi ha mai querelato. Eppure siamo in Italia dove politici e mondo accademico sono talmente permalosi che agitano querele per intimorire>. Poi racconta del secondo caso Unisa, a Salerno. <Io vorrei che gli specializzandi avessero un canale istituzionale nelle università, anche a Salerno, per denunciare le umiliazioni costretti a subire da medici specializzandi. Il caso concreto del trucco amichettistico all’università di Salerno utilizzato, dagli stessi medici vittima, nel caso Maffulli. Gli specializzandi non presentarono la querela di parte come persone offese. E la magistratura assolse. Quello che è capitato con Alfano è gravissimo perché, indipendentemente dal suo linguaggio sessista e omofobo, ha riproposto l’interrogativo di come capita che docenti di tal genere vengano messi ad insegnare le specializzazioni. Se il direttore della scuola firma l’attestato che riporta quanti interventi siano stati fatti alla fine del corso, è una eventualità necessaria ed indispensabile che non viene mai realizzata. E di specializzazioni truffa in Campania ce ne sono. E la politica anziché giustamente insorgere, giustamente, per il linguaggio sessista e omofobo si interessasse anche delle gestioni accademiche non sarebbe male. Capita alla radiologia della Vanvitelli dove gli specializzandi vengano pagati ed utilizzati come impiegati amministrativi. Capita a Salerno dove sono vittima di docenti inadeguati . A Salerno nel corso dei primi accertamenti la commissione guidata da un illustre accademico ha sentito e visto i filmati omofobi sessisti al punto tale che una docente è scoppiata a piangere.>. Dice Minerva: < Il mio scopo è soprattutto garantire una formazione di qualità agli specializzandi e far sì che non siano sfruttati. O vessati come nei casi di Salerno. Prego voler utilizzare l’anonimato, implorano i medici specializzandi per timore di ripercussioni. Il sistema non protegge i medici specializzandi ma le università – sostiene il presidente Als Massimo Minerva –. Quando denuncio, non cambia niente. L’Osservatorio che deve decidere sugli accreditamenti (organismo interministeriale Ministero dell’Università e da quello della Salute, ndr) è quasi sempre impermeabile alle segnalazioni». E’ lui che ha ascoltato per prima le registrazioni di Salerno con le frasi sessiste e omofobe rivolte da Alfano dalla cattedra di direttore della scuola di chirurgia plastica. <Tutti i ricchioni nel forno crematorio e abbiamo risolto il problema> ha detto Carmine Alfano che aspirava a guidare il Comune di Torre Annunziata ma ha dovuto desistere dopo lo scandalo di Salerno ha attribuito le sue dichiarazioni ad un contesto di goliardia e sarcasmo. Peccato che i goliardi dovrebbero essere degli universitari un po’ scapestrati, non professori universitari. Il caso Maffulli . Gli specializzandi, persone offese, non querelarono mai Maffulli. Così fu assolto. Inutile la testimonianza all’epoca di Massimo Minerva». Ma soprattutto inutili furono i filmati che dimostravano le umiliazioni che subivano gli specializzandi. Dissero gli studenti. <Siamo contenti di aver alzato il velo di silenzio su una grave ingiustizia inerente una Scuola di Specializzazione. Dove ci sono illegalità, gli unici ad avere paura devono essere i professori … Ci sono evidenti illegalità deontologiche e giudiziarie … Come hanno fatto a non accorgersi delle vessazioni? Noi non siamo amici dei baroni … Non ho nulla da perdere, non ho futuro e non tollero i soprusi. I giovani hanno futuro. Il caso di Salerno è emblematico, è un atteggiamento primordiale. L’illegalità però è diffusa e tollerata.> Rimasero, come al solito, delusi. Anche per la loro mancata querela come persone offese. Dice Minerva: <Le vessazioni non costituivano reato. Ma gli interrogativi sulla presenza del docente c’erano tutti>.