“Nessun danno da 1,7 milioni di euro”: è quanto emerge dalla sentenza della Corte d’Appello che ha assolto l’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello per la questione “Ises-Casa del Pellegrino” e gli altri 21 indagati: Fausto Vecchio, Gianmaria Sgritta, Luigi Guarracino, Santo Fido Venerando, Mario Domini, Filomena Rosamilia, Emilio Masala, Giancarlo Presutto, Giuseppe Piegari, Vincenzo Marchesano, Rosa Altieri, Pierluigi Merola, Giuseppe La Brocca, Vittorio Bonavoglia, Cosimo Pio Di Benedetto, Vito De Caro, Ennio Ginetti, Angela Lamonica, Lazzaro Lenza, Maria Sueva Manzione, Matilde Saja finiti a processo per aver votato, in consiglio comunale insieme al Sindaco Massimo Cariello, la variazione della destinazione d’uso della Casa del Pellegrino. “La sentenza impugnata ha respinto la domanda risarcitoria, basando il proprio convincimento sulla ritenuta mancanza di un danno erariale concreto ed attuale, poiché da parte del Comune finora non risulta esservi stato alcun esborso in favore della Regione, in riferimento alla revoca del finanziamento originario o al rifinanziamento dell’opera pubblica in questione”, si legge nel dispositivo della Corte dei Conti. I fatti. Il Comune di Eboli aveva attivato un programma di riqualificazione di una area di proprietà comunale in Via Salita Ripa per la realizzazione di una infrastruttura sociale di accoglienza denominata “Centro Polifunzionale SS. Cosma e Damiano”, per potenziare e riqualificare le infrastrutture sociali, con obiettivi di accoglienza, assistenza, sostegno ed inclusione sociale e di implementazione dei servizi alla persona ed alla comunità soprattutto in favore delle fasce più deboli e disagiate. Progetto realizzato grazie a fondi regionali per euro 5.712.333,42, di cui euro 1.713.700,00 a valere sui fondi Fesr 2007/2013 e la restante parte a valere sui fondi Fsc (ex Fas), sottoscrivendo la relativa convenzione con il Comune di Eboli. L’opera è stata ultimata nel novembre 2016 e collaudata nel gennaio 2017 con rilascio del relativo certificato di agibilità attestante la piena conformità strutturale al progetto esecutivo, compresa la destinazione d’uso ad “accoglienza, assistenza, sostegno ed inclusione sociale e Casa del Pellegrino dei SS. Cosma e Damiano, per il piano terra, primo piano e secondo piano e autorimessa, per i due piani entro terra”. Al termine dei lavori la cooperativa Ises viene sfrattata ma per evitare la interruzione del servizio pubblico sanitario in favore di fasce deboli l’Amministrazione Comunale ha autorizzato la prosecuzione delle attività socio– sanitarie, di rilevanza sociale, nel nuovo Centro Polifunzionale a titolo temporaneo e provvisorio. Nel 2017 il Comune di Eboli propone alla Regione Campania di ampliare le finalità del Centro Polifunzionale, estendendone la destinazione d’uso anche alle attività sanitarie, direttamente connesse con riabilitazione ed assistenza sociale (di persone svantaggiate) in piena coerenza con lo ius utendi a fondamento dell’obiettivo del finanziamento originario ma da Palazzo Santa Lucia parte l’iter per la revoca del finanziamento con restituzione delle somme già erogate di euro 14 1.713.700 ipotizzando una modifica di destinazione d’uso. L’anno successivo, dopo aver respinto anche la seconda richiesta del Comune che dettagliava il provvedimento, la Regione ha disposto l’ammissione a finanziamento dell’intervento denominato Costruzione del Centro Polifunzionale SS Cosma e Damiano per 5.255.225,34 euro. «Secondo il Giudice territoriale, vi è stato un finanziamento destinato alla realizzazione di un’opera ritenuta di interesse pubblico (con decisione di merito insindacabile), poi utilizzata – peraltro in via temporanea – per finalità sicuramente diverse da quelle originariamente prospettate al momento della richiesta del finanziamento pubblico, ma che hanno consentito un parziale utilizzo di un immobile altrimenti presumibilmente destinato a non ricevere alcuna utilizzazione, con conseguente prevedibile ingravescente deterioramento del suo stato. Inoltre, sebbene illegittimo, l’affidamento diretto e temporaneo dell’immobile ad un soggetto che forniva servizi socio-assistenziali ha consentito di ovviare ad uno stato di emergenza con grave disagio per numerosi disabili residenti nel comune di Eboli, né alcun rilievo critico risulta essere stato mosso dalla Procura contabile con riferimento alla quantificazione del canone per l’utilizzo del centro polivalente – si legge nella sentenza – Il motivo di impugnazione, che verte su un presunto danno per diverso utilizzo dell’immobile, si presenta, a parere del Collegio, ontologicamente diverso dal danno contestato in primo grado, che è collegato ad un obbligo di restituzione del finanziamento per effetto della revoca, e quindi incorre nella violazione del richiamato art. 193 del c.g.c., come tale va quindi ritenuto inammissibile». Dunque, si chiude con l’assoluzione il processo a carico di Massimo Cariello e dei 21 indagati con le spese a carico del Comune di Eboli. er.no
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