Andrea Pellegrino
«Se non avesse interrotto l’alleanza con Ciriaco De Mita, mio fratello sarebbe diventato consigliere regionale». Mario Pagano cura direttamente gli interessi politici dei fratelli Carmine ed Antonio: il primo attuale primocittadino di Roccapiemente, il secondo sindaco dal 2002 al 2017. Il giudice – finito ai domiciliari – non ha mai interrotto i rapporti con il leader di Nusco. Tant’è che una telefonata tra i due viene anche intercettata. A differenza del fratello Antonio, Mario è in stabili rapporti con De Mita che gli manda un amico che gli deve chiedere una cortesia semplice. Solo le ore 15,32 del 20 febbraio 2016 quando De Mita chiama Mario Pagano: «puoi ricevere un mio amico che ti deve chiedere una cortesia semplice?», chiede il sindaco di Nusco. «Sì, come no», risponde il giudice. «Viene domani a mezzogiorno a casa tua», dice De Mita che prosegue: «si chiama G. B., la faccia non è molto raccomandabile ma te lo garantisco io». «Ciao ci rivediamo presto… Un abbraccio… Ciao Ciriaco», saluta Pagano. L’interesse che il giudice ha affinché uno della famiglia ritorni a fare il sindaco di Roccapiemonte si capisce dalle successive telefonate e dalle strategie che mette in campo. In più occasioni si rammarica ancora dell’errore politico commesso dal fratello Antonio che gli ha precluso l’elezione nel Consiglio regionale che li avrebbe agevolati nella assegnazione dei “finanziamenti”. A Renato Coppola, infatti, confessa: «A parte tutto il resto, che uno si sistema economicamente, se stava un consigliere regionale potevamo partecipare ai finanziamenti». Poi lancia la volata al fratello Carmine, che diventerà poi sindaco di Roccapiemonte. «Carmine – confessa il giudice – in questo momento è più spendibile da un punto di vista di popolarità diciamo nell’ambiente, mentre zio Antonio sarebbe un po’ più scafato per le inesperienze che ha avuto alle spalle. Queste cose ci stanno mettendo un po’ sul piatto della bilancia. Io rimango convinto che Carmine per tempo, caparbietà, capacita di imporsi, sia meglio, però devo vedere un po’ pure loro che ne pensano».