di Erika Noschese
«Salerno è città per tutti e di tutti ma carente nei servizi, abbandonata al suo degrado»: il duro attacco, lanciato anche all’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Napoli, seppur indirettamente in quanto mai nominato, arriva da Carmelo Conte, già ministro per i Problemi delle Aree Urbane nei governi Andreotti VI-VII e Amato I, ormai da tempo particolarmente contrario alla gestione del centrosinistra. «La convinzione che la periferia sia un mero concetto a matrice geografica – un territorio che si colloca oltre la cintura urbana, spostandone continuamente i margini – è smentita ormai dalla migliore cultura urbanistica, e trova a Salerno un paradigma esemplare. La nostra città è divenuta, lentamente, un ‘Anticittà, in cui periferia, traffico, inquinamento acustico e atmosferico, degrado, bisogni, povertà, mancanza di verde, assenza di servizi sono diventati un arcipelago diffuso che interessa l’intera realtà urbana, costellata, ormai, da erbacce, incuria, abusi e mostruosità edilizie pubbliche e private – ha dichiarato il noto politico salernitano – Ha perduto le sue fattezze di città medio grande, bella al “naturale” e vivibile, ed ha assunto le caratteristiche proprie del degrado urbano delle grandi città, senza averne le caratteristiche. Si tratta di una trasformazione ancora non del tutto visibile, e perciò più preoccupante. Ho scritto questo post dopo avere fatto un giro per Salerno, in lungo e in largo, e sento di dovere lanciare un all’arme: non basta e, forse, non serve attendere la prossima scadenza elettorale, urge una presa di coscienza e un’iniziativa concreta e urgente. Il problema tocca tutti, residenti e non residenti, Salerno è “città per tutti e di tutti.” P.S. Per Italo Calvino, le città si dividono in due specie: “quelle che riescono a dare forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.” A Salerno, il modello “Delucra” (l’aggettivo non è mio) è andato oltre: non ha dato forma ai desideri possibili, ma a desideri inammissibili. cancellando “la Città rima d’inverno”, celebrata da Alfonso Gatto». Parole forti che riaccendono, inevitabilmente, le polemiche sulle condizioni in cui versa oggi il capoluogo di provincia con critiche puntualmente rispedite al mittente anche dal primo cittadio che prova sempre a giustificare l’inefficienza di una macchina amministrativa che oggi fa acqua da tutte le parti, sicuramente da molte. E le parole di Conte sono emblematiche: un segnale d’allarme che, qualora si avesse davvero a cuore la città, non possono finire nel dimenticatoio di quelle che oggi vengono definite parole sterili. Tanti i problemi da risolvere, molti dei quali sono sotto gli occhi di tutti, a partire dai turisti che in questi giorni stanno approdando in città grazie alle navi da crociera che fanno sosta al porto. E in più occasioni si sono sprecate le polemiche, le segnalazioni, gli allarmi, sempre inascoltati con la presunzione di chi oggi forse oggi non sa da dove ripartire per rimettere in sesto la città. Una città che vanta il titolo di “europea” quando di Europea c’è davvero ben poco, a partire dai servizi offerti al cittadino.