Carla Combatti e Pietro Cerzosimo tra poesia e immagini - Le Cronache Spettacolo e Cultura
Spettacolo e Cultura Salerno

Carla Combatti e Pietro Cerzosimo tra poesia e immagini

Carla Combatti e Pietro Cerzosimo  tra poesia e immagini

La condizione per la quale si è evoluto biologicamente, e opera, il linguaggio umano è quella della comunicazione faccia a faccia, in una sfera di pochi metri che gli interlocutori condividono visivamente. Da un certo punto, in poi, della sua storia, l’uomo comincia a sviluppare tecnologie che modificano questa situazione originaria. Sono tecnologie che esternalizzano e fissano prima il prodotto della visione, attraverso l’immagine disegnata o dipinta, e poi quello della parola, attraverso la scrittura. Le conseguenze sono enormi: la comunicazione può avvenire in assenza dell’interlocutore e in assenza di condivisione visiva; si possono condividere visivamente cose senza essere presenti e senza poter comunicare; e così via. Queste nuove condizioni e possibilità generano le molteplici forme della comunicazione e dell’espressione che abbiamo conosciuto nel corso della storia. Dallo sciamano che dipinge nella grotta paleolitica, allo scriba sumerico, i fenici, l’invenzione della scrittura musicale, papa Gregorio Magno, Leonardo da Vinci, Eadweard Muybridge, l’inventore della fotografia veloce, e Ivan Sutherland, l’inventore della realtà virtuale quanto quel cammino sia stato tutt’altro che lineare: è passato attraverso incontri e scontri, divorzi e riunioni fomentati via via dall’evolversi della tecnologia; o meglio: dal suo semplice, e spesso accidentale cambiare. Questa sera, alle ore 19, presso la Galleria Cerzosimo, in via da Procida,9 in Salerno, alle ore 19, verrà presentata la silloge poetica di Carla Combatti “Femminili Frangenti” in libreria per le edizioni Cleup di Padova. Sulle pareti della galleria Cerzosimo, invece, ci saranno le opere fotografiche ispirate ad una delle poesie della Combatti, “Sognante” di Pietro Cerzosimo, una realizzazione del percorso scritto nella storia dell’ umanità. La silloge sarà presentata da Esmeralda Ferrara con letture a cura di Rachele De Prisco. “Frangenti sono i flutti – scrive Paola Corponi – da cui si può essere sommerse, ma anche le contingenze in cui si trova a vivere, contingenze che accomunano gran parte delle donne, nel mondo presente e nella loro storia. L’attenzione di Carla Combatti è rivolta ai sentimenti che ha vissuto e che spesso le donne vivono. Operazione non lieve, certamente disincantata e tuttavia capace di costruire un’atmosfera lirica che scuote e commuove. È una poesia che ci avvolge in un manto di velluto anche quando esprime la tristezza, il vuoto della perdita, la solitudine in cui ci lascia un amore impossibile. Queste poesie ci regalano momenti di grazia, fatti di parole precisissime nella loro intensità, e di un’armonia del verso che è rara da trovare…… Si cerca di mettere un po’ d’ordine tra le contraddizioni della condizione umana, in particolare quella delle donne che – evocate dalle figure mitologiche della ricca sezione – hanno un destino comune e trasversale nel corso della storia: l’amore non corrisposto, lo stato di schiavitù interiore e di ruolo, spesso il compimento di un epilogo di morte. Le rinunce azzoppano la vita, ma il pensiero che diviene parola e verso dall’equilibrio perfetto nutre una consolazione che si chiama bellezza”. Il punto di riferimento per il percorso che verrà seguito all’interno di Femminili frangenti è la sezione dal titolo Mitologiche ombre, una definizione suscitata pensando agli archetipi al femminile legati ai miti della nostra eredità classica, ancora vivi nel nostro immaginario collettivo. Archetipi che ci guideranno nell’esplorazione della raccolta, dalla quale abbiamo scelto dei testi significativi per allacciare tra di loro le varie parti del libro. Il libro si compone di undici sezioni, ciascuna delle quali sviluppa un tema che io definisco tema/sguardo. Lo sguardo femminile è l’approccio privilegiato a queste tematiche, meditate e rese attraverso una lente poetica che si fa di volta in volta lente da microscopio e da cannocchiale, vale a dire ravvicinata, intima o viceversa collettiva, omnicomprensiva. Spero comunque si tratti di sguardi condivisibili, fruibili e di interesse. Si parte da una figura chiave della sezione: il personaggio di Briseide all’interno dell’Iliade. Briseide – da principessa (figlia del sacerdote Briseo di Lirnesso) – diventa bottino di guerra e schiava di Achille dopo che gli Achei avevano distrutto la sua città, alleata di Troia. Destino parallelo per Criseide, figlia del sacerdote troiano Crise e destinata a diventare sacerdotessa di Apollo. Il suo padrone sarà Agamennone. Celeberrimo è il prosieguo della storia, che vede il campo degli Achei flagellato dalla pestilenza a causa dell’ira di Apollo, invocato da Crise, le cui suppliche per riavere la figlia sono inizialmente respinte e vilipese dal più potente tra gli Atridi; Agamennone restituire controvoglia Criseide all’anziano padre; la rivalsa di Agamennone che in cambio di Criseide pretende di avere Briseide, di proprietà dell’eroe Achille. Siamo all’inizio dell’Iliade: passate di schiavitù in schiavitù, Briseide e Criseide divengono il simbolo della sofferenza delle donne a causa dei conflitti: oggetti del flusso inarrestabile della forza maschile, alla quale soggiacciono.