Carcere di fuorni:Cellulare nascosto nella suola della scarpa - Le Cronache
Salerno Cronaca

Carcere di fuorni:Cellulare nascosto nella suola della scarpa

Carcere di fuorni:Cellulare nascosto nella suola della scarpa

Pina Ferro

Detenuto nascondeva un mini cellulare nella suola di una scarpa da ginnastica. Un’ escamotage che non è servita ad evitare che l’apparecchio venisse rinvenuto dagli uomini della Polizia penitenziaria, sempre molto attenti nonostante l’esiguità del personale. Il cellulare è stato rinvenuto ieri mattina, a seguito di una mirata perquisizione nel reparto che ospita i detenuti lavoranti, ovvero coloro che svolgono un lavoro all’interno della casa circondariale. Era da qualche giorno che gli agenti avevano notato qualcosa di strano e per questo avevano innalzato il livello di attenzione. Avevano il sospetto che qualcuno dei detenuti era in possesso di un cellulare ma non sapevano chi. Poi, ieri mattina scattata la perquisizione il mini cellulare con annessa scheda sim è stata rinvenuto occultato nella suola di una scarpa di ginnastica appartenente al detenuto Francesco Fiorillo di Napoli. L’uomo è recluso pare per un cumulo pena. A diffondere la notizia del rinvenimento del telefono mobile è stato Daniele Giacomaniello, Segretario Provinciale della Uil PA Polizia Penitenziaria:«Questi uomini, – afferma Giacomaniello – sono semplicemente degli eroi, perchè in un momento storico come questo, dove le carceri Italiane vivono una situazione lavorativa del tutto paradossale, perché le statistiche ci dicono che abbiamo raggiunto ancora una volta, quasi i livelli massimi di capienza per la popolazione detenuta, mentre Ia pianta organica nazionale del personale di Polizia penitenziaria si è ridotta in modo drastico, soprattutto perché non è stato effettuato nel tempo, un adeguato turn over degli appartenenti al corpo. Tutto questo ovviamente – continua il sindacalista- incide sui carichi di lavoro del personale di Polizia all’interno degli istituti, mettendo seriamente a rischio anche la stessa sicurezza interna.Nel caso specifico della circondariale di Salerno, potremmo definirlo un esempio classico, che evidentemente, e senza voler entrare nel merito, emerge da una oggettiva carenza di operatori della sicurezza, che non riuscendo ad operare secondo norma per mancanza di strumenti adeguati e risorse umane sufficienti, di conseguenza, non e’ neanche in grado di garantire un’adeguata sicurezza interna all’istituto. Naturalmente, tutto questo accade, mentre il Ministero della Giustizia e il Provveditorato della Campania, continuano ad avere una visione diversa dalla nostra, sostenendo che gli Agenti in forza all’istituto salernitano sono sufficienti, per garantire quello che e’ il nostro mandato istituzionale.Fatto sta, che questo Istituto, negli ultimi anni, e’ stato più volte attore involontario di episodi di disordine interno, evidenziando non a caso a chi legge, che nelle strutture penitenziarie, lavorano non solo I poliziotti, ma tutto un indotto di personale civile appartenenti a diversi profili professionali e questi angeli in divisa, non hanno solo il dovere di garantire l’ordine e la sicurezza interna agli istituti penitenziari, ma anche quello di salvaguardare l’incolumità’ di ogni singolo operatore che ci lavori ed e’ solo grazie a questi eroi in divisa, perché, sono veramente tanti piccoli eroi, che quotidianamente si adoperano al massimo anche oltre le proprie energie e competenze professionali, per garantire un sistema carcere, oramai allo sbando totale» .