Cara Francese, il suo tempo è finito - Le Cronache Attualità

di Erika Noschese

C’è una caratteristica che accomuna la gran parte delle amministrazioni comunali: la presunzione. La presunzione di essere bravi, la presunzione di sapere amministrare, la presunzione di poter giudicare sulla base di un sentito dire o, peggio ancora, di una loro mancata attenzione. Ebbene, questa presunzione oggi non risparmia neanche Cecilia Francese, primo cittadino di Battipaglia, ad un passo dal fallimento amministrativo.

Diversi sono stati, infatti, fino ad oggi i consigli comunali andati deserti ma la responsabilità non può essere solo della sindaca e no, non è un tentativo di giustificarla perché, proprio lei, non può in alcun modo essere giustificata. Ma andiamo avanti: la colpa è di quei consiglieri, tanto di maggioranza quanto di minoranza, che non hanno il coraggio di raccontare la verità e si nascondono dietro pseudo comunicati stampa, qualche post social acchiappa like e qualche tentativo di far cadere l’amministrazione per poi ricordarsi che forse la poltrona vale molto di più.

Ma torniamo alla Francese: un sindaco che pecca di presunzione, incapace di ammettere i propri errori, incapace di chiedere scusa. E no, non ne facciamo una questione personale: sapere che lei, così come il suo compagno d’avventura Alessandro Chiola, altro campione di cordialità, educazione e gentilezza, ritengono questo Giornale non all’altezza, per noi non può che essere motivo di vanto. Ci vuole una certa onestamente intellettuale nell’accettare la linea editoriale di un quotidiano, tra i più antichi della città di Salerno e loro, non ce ne vogliono, non hanno né onestamente intellettuale né educazione e tatto.

Non sta a noi giudicare, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. La città di Battipaglia merita un atto di coraggio da parte di tanti consiglieri comunali che oggi non hanno chiarito la loro posizione agli occhi dei cittadini, elettori che, matita alla mano, hanno permesso loro di essere esattamente dove sono e di portare a casa anche un gettone di presenza.

In questa crisi tutta interna alla maggioranza Francese non ci sono né vinti né vincitori, c’è solo l’incapacità di staccarsi dalla poltrona e di ammettere che questa amministrazione ha fallito, sotto tutti i punti di vista e di permettere – di conseguenza – alla Cecilia di provare a correre verso palazzo Santa Lucia, oggi la sua unica e vera ambizione.

No, sindaca, non può andare avanti tra urla, offese, denigrazioni e tentativi di ricompattare i suoi per mostrarsi sereni agli occhi degli elettori. C’è un tempo per tutto e tutti. E il suo è ampiamente finito. Cordialità.