Capodanno con le grandi voci - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Capodanno con le grandi voci

Capodanno con le grandi voci

L’Orchestra Filarmonica in tour de force tra Ravello e Salerno con un triplo appuntamento ospiterà la regina del belcanto Mariella Devia. Al Teatro Verdi di scena Francesca Manzo e Diego Cavezzin

 

Di OLGA CHIEFFI

Capodanno 2019 dedicato alle grandi voci quello che offrirà in un triplo appuntamento l’Orchestra Filarmonica Salernitana. Start alle ore 12, dall’ Auditorium Niemeyer di Ravello, con la nostra Orchestra diretta da Matteo Beltrami, che ospiterà la regina del belcanto, Mariella Devia. Il concerto verrà inaugurato dalla sinfonia del Nabucco di Giuseppe Verdi. E’ questa una sinfonia alla tedesca, enuclea, cioè, i temi dell’opera che il compositore ha ritenuto più efficaci nel tessuto del racconto: la maledizione a Ismaele, la melodia del “Va’ pensiero”, il finale del primo atto e una citazione scopertamente donizettiana. Il coro del nostro teatro farà la sua entrata con la bella pagina corale che apre la prima parte del Nabucco, intitolata “Gerusalemme”, “Gli arredi festivi”. Ecco allora la sinfonia della Norma, di Vincenzo Bellini, opera racchiudente quel “Guerra!Guerra! le galliche selve quante han querce producon guerrier…” il grido che i Galli insieme a Norma urlano contro i Romani oppressori, opera che nel 1859 fu cancellata a Milano, poiché il popolo si unì a quell’urlo. In scena la Devia per il suo personale rècital. La regina delle regine ci delizierà proprio con Casta Diva in un silenzio attonito, il pubblico attenderà l’aria più celebre, “Casta Diva”, con le sue modulazioni arpeggiate che passano per posizioni non stabili e si definiscono nella tonalità di Fa maggiore, per poi cedere la scena al flauto il quale attraverso il cesello lancerà il canto. Si continuerà con le note di “Je veux vivre” la virtuosistica e celeberrima ariette di Juliette dall’ opera di Charles Gounod, prima dello sconsolato “Addio al passato”, in minore, introdotto dall’evocativo suono dell’oboe. S’avanzerà, quindi, Liù, direttamente dalla Pechino fiabesca di Turandot, sul filo pauroso della sua aria “Tu che di gel sei cinta”. Finale verista con l’ Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni con i diversi movimenti dei temi contrastanti, i modi arcaici evocativi delle melodie, i temperamenti offerti dallo scivolìo cromatico, i colori chiari della natura, rispecchianti quelli della fatalità amorosa e gli oscuri pugni dei bassi che muovono il sangue, una pagina, questa, che si espande rinforzando, ondeggiando, come il vento e gli stessi sentimenti umani, che fluttuano per i loro ciechi labirinti e la Musetta della Devia, tutta spigoli e vivacità, elevare il suo sprezzante valzer sulla sua ammirata avvenenza. Doppio appuntamento invece al Teatro Verdi con l’orchestra filarmonica affidata a Giovanni Rinaldi, per una doppia recita, la prima alle ore 18,30 e la seconda alle ore 21,30. Le voci saranno quella di una giovane promessa della lirica, Francesca Manzo, pupilla di Marilena Laurenza, appena diplomatasi all’Accademia del Teatro alla Scala, ove ha debuttato quale sacerdotessa nell’Aida oreniana affiancata dal tenore Diego Cavezzin. La serata principierà con l’ouverture della Carmen racchiudente l’intera tradizione francese da Rameau in poi, che guarda, immune da ogni scoria, nel fondo degli abissi che l’opera e tutta la musica successiva tenteranno di sondare nel futuro, prima di applaudire la Manzo in “Je veux vivre”, fresca pagina che si adatta splendidamente alla sua voce. Ancora Bizet, stavolta col finale della II Suite de’ l’Arlesienne festosamente colorito e coinvolgente nel ritmo martellante del tamburo, la Farandole, caratteristica danza provenzale. Invito allo Schiaccianoci che terrà banco al Verdi dal 3 al 6 gennaio, con la prima delle “Danze caratteristiche” che è la Marcia, la quale esordisce con un tema gaiamente energico, seguito dai legni sostenuti da trombe e tromboni col Valzer dei fiori, con la sua introduzione dominata dall’arpa, che con volteggi aerei interrompe la citazione del tema principale esposto dai legni sin dalla prima battuta. Cavezzin avrà il compito di lanciare l’immancabile Nessun dorma, prima di cedere la ribalta all’orchestra ancora con l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana. Ci attende il conte Danilo nel suo salone da ballo per impalmare la Vedova Allegra, Hanna Glawari sulle note preziose e malinconiche di “Tace il Labbro”, prima di scatenare un infuocato Can Can. La sinfonia della Gazza Ladra salutando l’anno rossiniano appena trascorso, introdurrà la romanza Il Bacio di Luigi Arditi, per chiudere con il brano bandistico circense, quello di Nino Rota, per il finale di Otto e Mezzo di Fellini in un crescendo dinamico e di velocità. Francesca e Diego ci invieranno una cartolina da Napoli, attraverso “Torna a Surriento”, prima di evocare “Non ti scordar di me” di De Curtis. Finale con la polka Schnell “Donder en Bliksen” di Strauss jr., dove i piatti la faranno da padroni assoluti, ma alla fine splenderà sempre “’O sole Mio”, su di un brillante 2019.