di Erika Noschese
Senza dirigenti e senza una maggioranza coesa. È l’inizio della fine per l’era Alfieri che potrebbe non vedere la luce del 2025, terminando prima questo secondo mandato, rivelatosi fallimentare. La vice sindaca Maria Antonietta Di Filippo ha dimostrato di non saper mandare avanti una maggioranza, sempre più spaccata e pronta a rassegnare le dimissioni il prima possibile per provare a sfuggire a quelle che sono le responsabilità, non solo in termini amministrativi, di un dissesto economico che ha posto il Comune di Capaccio Paestum sul lastrico. Ieri mattina, Federica Turi, dirigente comunale coinvolta nello scandalo del sistema Cilento, ha rassegnato le dimissioni. Per lei, così come per gli altri indagati, si è aggravata la posizione: tra le ipotesi d’accusa a loro carico c’è l’associazione per delinquere. Dunque, per la Turi il passo indietro è stato necessario per tentare almeno di alleggerire la sua posizione. Da quattro anni a servizio dell’ente, Federica Turi ha vinto un concorso pubblico e, stando a quanto riporta l’inchiesta della Procura di Salerno, ha sempre instaurato un rapporto di vicinanza e stima con il sindaco e presidente della Provincia, oggi sospeso da entrambe le cariche, Franco Alfieri. La dirigente è coinvolta nel secondo filone d’inchiesta, quello relativo alla Fondovalle Calore. Lei, insieme agli altri indagati, ha dettato modi e tempi per la realizzazione delle grandi opere, tra cui il sottopasso e l’Aversana, e ha rassicurato il sindaco sulla necessità di chiudere in tempo. Sulla vicenda del sottopasso emblematiche restano le sue parole: avrebbe festeggiato, esultato al telefono con Alfieri, segno – secondo la Procura della Repubblica di Salerno – di un coinvolgimento personale in queste grandi opere. Via la Turi, dunque, non resta molto altro al Comune: il provvedimento di sospensione è scattato anche per l’ingegnere Giovanni Vito Bello, anch’egli coinvolto nel filone d’inchiesta della Fondovalle Calore, tanto che l’ultima visita della Guardia di Finanza presso la sede della Provincia di Salerno si sarebbe concentrata proprio sui provvedimenti che portano la firma di Bello. Ma non sono i soli. Sospeso anche il dirigente Carmine Greco, responsabile dell’Area Servizi Cimiteriali e Pubblica Illuminazione, dopo essere stato raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare degli arresti domiciliari. Infine, andando in ordine cronologico, nel mirino della Procura ci sarebbe anche Francesco Sorrentino, dirigente del Comune di Cava de’ Tirreni, in prestito presso l’ente di Capaccio Paestum, colpevole – secondo quanto denunciato dal sindaco Vincenzo Servalli – di aver trasferito oltre un milione di euro dal Comune della città metelliana al Consorzio Farmaceutico Intercomunale, ente fortemente voluto dal presidente Alfieri che avrebbe spinto il sindaco sospeso a premere per la nomina di Sorrentino, mettendo da parte Salvatore Memoli. Insomma, senza dirigenti l’ente è ancora più immobilizzato. Si dovrà capire ora a chi spetta firmare il piano di rientro e, secondo le ultime voci, solo a quel punto la maggioranza andrà via, rassegnando le dimissioni.