di Erika Noschese
Nei giorni scorsi si è insediata la commissione di indagine e, ieri mattina, è iniziata ufficialmente l’attività investigativa. I componenti della commissione, il viceprefetto Savina Macchiarella, il maggiore dei carabinieri Vincenzo Izzo e il funzionario prefettizio in quiescenza Franca Maietta, hanno fatto visita a Palazzo di Città su richiesta del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per verificare l’eventuale sussistenza dei requisiti per lo scioglimento del consiglio comunale, attualmente guidato dal neo sindaco Gaetano Paolino. L’indagine trae origine dallo scandalo noto come Sistema Cilento, avviato lo scorso 3 ottobre con l’arresto dell’allora sindaco e presidente della Provincia Franco Alfieri, attualmente agli arresti domiciliari e coinvolto in due procedimenti giudiziari. La commissione d’indagine, nominata dal prefetto Francesco Esposito, ha acquisito documenti e atti utili a verificare la presenza di infiltrazioni malavitose nelle relazioni tra amministratori locali e soggetti esterni. Le verifiche sembrano partire dagli atti iniziali firmati da Alfieri nella sua prima esperienza come primo cittadino della città dei Templi. Tutti gli atti, le delibere di giunta e le determinazioni verranno esaminati con particolare attenzione, così come la vicenda delle multe annullate, che ha dato origine all’inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno attraverso una serie di esposti. Grande attenzione sarà rivolta anche alle procedure di affidamento degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche, soprattutto quelle emerse dall’inchiesta, a partire dalla Dervit e la Alfieri Impianti. L’intervento del Viminale è stato sollecitato dalle interrogazioni parlamentari di Antonio Iannone (Fratelli d’Italia) e Pino Bicchielli (Noi Moderati), in seguito all’inchiesta della Dda di Salerno che ipotizza anche un presunto scambio elettorale politico-mafioso tra l’ex sindaco Franco Alfieri e l’imprenditore Roberto Squecco, come emerso dal secondo filone di inchiesta. L’attività della commissione durerà tre mesi, con la possibilità di una sola proroga di ulteriori novanta giorni. Al termine del lavoro, verrà redatta una relazione che potrebbe portare allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, qualora venissero individuati elementi concreti a supporto di tale ipotesi. Intanto, il sindaco Gaetano Paolino, già a poche ore dalla sua vittoria, ha confermato la volontà di prestare massimo sostegno alla commissione di accesso: «Spero ci sia anche un momento di confronto con la Commissione d’indagine, magari incontrando anche il ministro Piantedosi. Sono anche io curioso di vedere gli atti», ha detto infatti il primo cittadino.





