Cantone o Airoma, corsa a due per la Procura di Salerno - Le Cronache Attualità
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Cantone o Airoma, corsa a due per la Procura di Salerno

Cantone o Airoma, corsa a due  per la Procura di Salerno

Antonio Manzo

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica di Perugia parla del suo futuro. Probabile il ruolo di procuratore della Repubblica di Salerno. “A Perugia sto benissimo, lavoro benissimo, sono contento, ma credo sia un’esperienza che si sta avviando verso la conclusione. Ho fatto domanda per Napoli Nord, poi deciderò se farla anche su Salerno. Se il Csm riterrà di accogliere le mie domande verrò volentieri, altrimenti resterò a Perugia senza alcun problema”. Potrebbe essere il nuovo procuratore della Repubblica di Salerno dopo la nomina di Giuseppe Borelli alla guida di Reggio Calabria. Il magistrato Raffaele Cantone, conosciuto per la sua lunga esperienza alla guida dell’Autorità nazionale anticorruzione, ha deciso di tornare nella sua terra d’origine. Ha avanzato una richiesta di trasferimento al tribunale di Napoli Nord o Salerno. <Ho fatto domanda, ma ovviamente non dipende da me, c’è un concorso> spiega Cantone durante il suo intervento. La decisione spetta ora al Consiglio superiore della magistratura, che valuterà i titoli del magistrato per il trasferimento ALLa guuida di Napoli nord o Salerno. Cantone ha dichiarato di essere fortemente legato alla Campania, descrivendo la sua possibile nuova destinazione come una realtà complessa che richiede grande impegno. Se il Consiglio Superiore riterrà che ho i titoli per venire a Napoli Nord sarei felice perché si tratta della mia città, del mio territorio, di un tribunale che ha tanti problemi malgrado il lavoro dei colleghi, quindi lo farei. Ma se il Consiglio decidesse che non ci sono le condizioni farò altro, ha aggiunto. La possibile nomina di Cantone a Napoli Nord o Salerno si inserisce in un percorso che ha sempre avuto come obiettivo quello di rafforzare la fiducia nelle istituzioni. Raffaele Cantone, una carriera a combattere la criminalità è un magistrato italiano noto per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Nato a Napoli il 24 novembre 1963, ha iniziato la sua carriera nella magistratura nel 1991. Dal 1999 al 2007, ha fatto parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, dove ha condotto indagini di rilievo sul clan dei Casalesi, ottenendo condanne all’ergastolo per i principali esponenti del gruppo, tra cui Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. Nel 2014, è stato nominato presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), incarico che ha ricoperto fino al 2019, distinguendosi per il suo impegno nel contrasto alla corruzione in Italia. Dopo aver lasciato l’ANAC, è tornato alla magistratura e, nel 2020, è stato nominato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia dove ha dovuto “amministrare” il processo a carico del tenente della guardia di Finanza Pasquale Striano e dell’ex magistrato della procura nazionale antimafia Antonio Laudati. L’indagine poi fu trasferita per competenza a Roma dopo che il procuratore Cantone aveva dovuto incassare il no del giudice di Perugia con il rigetto della richiesta di custodia cautelare sia per Striano che per il conosciuto magistrato avellinese Antonio Laudati con una carriera alle spalle di rigorosa competenza e professionalità. Per lui si profila un caso di giustizia negata. O avversaria. Altro nome possibile per procuratore della Repubblica di Salerno dopo Giuseppe Borrelli è quello del procuratore di Avello Domenico Airoma, napoletano, 59 anni, sposato con Paola, tre figlie, è in magistratura dal 1989. Ha prestato servizio, come sostituto procuratore, presso la Procura della Repubblica di Napoli, dove è stato assegnato alla Direzione Distrettuale Antimafia, nonché, come Procuratore Vicario, dapprima, presso la Procura della Repubblica di Cosenza e, poi, alla Procura della Repubblica di Napoli nord. Dal febbraio 2021 è Procuratore della Repubblica di Avellino. E’ vice presidente del Centro Studi “Rosario Livatino”. Collabora alla rivista “Cristianità”, organo ufficiale di “Alleanza Cattolica”, associazione privata di fedeli riconosciuta ai sensi del diritto canonico, il cui scopo è lo studio e la diffusione della dottrina sociale A testimoniare quanta forza ha espresso con la sua vita “il giudice ragazzino” è stato negli anni, fino alla santificazione del giudice assassinato da mafia, il Procuratore capo della Procura della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, che aveva studiato da anni la figura di Livatino. «Ho cominciato quando dirigevo la rivista “La Magistratura” e decisi di porre mano a un servizio sui magistrati uccisi per il proprio lavoro – racconta Airoma – decisi di partire da Rosario Livatino, ma subito mi resi conto che il suo sacrificio era stato sottovalutato al punto che i grandi giornali dell’epoca non riportavano neppure il suo nome nei titoli». Il Corriere della Sera titolava, infatti: “Assassinato giudice di Canicattì”.