di Arturo Calabrese È polemica a Battipaglia per le parole di Fernando Volpe, esponente locale del Movimento 5 Stelle, che in un dibattito organizzato per analizzare il voto ha definito le tre donne battipagliese candidate delle “donne di servizio”, alludendo al loro impegno come candidate. Il pentastellato Volpe si riferiva a Maria Gabriella Nicastro, candidata con Fratelli d’Italia, Francesca Napoli, A testa alta, e Annalisa Spera, Forza Italia. È proprio quest’ultima che non le manda a dire a Volpe. «Ho più e più volte ascoltato, sperando che il mio udito mi avesse tradito la prima volta, le misogine dichiarazioni di tale Fernando Volpe, esponente del Movimento 5 Stelle di Battipaglia che ha appellato, nel corso di una trasmissione televisiva, la sottoscritta e le altre due colleghe candidate “donne di servizio, donne che fanno i servizi” – le sue parole – in primo luogo trovo deplorevole il linguaggio: in una società patriarcale come la nostra, in cui ogni giorno piangiamo una vittima di femminicidio continuo a ribadire che il registro della comunicazione deve cambiare prima di tutto fra chi si dichiara esponente politico di un territorio. Quando il linguaggio e l’atteggiamento che si offre alla popolazione e questo diventa sempre più chiaro perché il 56% dei votanti non si rechi alle urne. In secondo luogo mi sembra evidente che per un esponente del Movimento sia impossibile comprendere il concetto di candidatura di servizio: da un movimento che non è consapevole di cosa sia la politica vera e propria, quella che si studia e si pratica tutti i giorni, da un partito che ha fatto del populismo la cifra stilistica del suo agire, il concetto di essere a servizio di un ideale politico e di una organizzazione partitica è incomprensibile. Quando si raggiunge un obiettivo si raggiunge tutti insieme: non c’è un numero 10 capocannoniere se non ha, sia in campo che in panchina, una squadra che lo metta in condizione di fare goal. Chi vince – aggiunge – vince perché tutti concorrono al risultato: e tutti lo fanno per un ideale politico. Vincere o perdere non dà l’esatta dimensione di quanto si valga politicamente: sul valore invito questo signore a un incontro pubblico per capire quale sia il valore politico della sottoscritta candidata in Forza Italia e mi permetto di dire anche delle mie colleghe, e il suo. In politica, quella che Volpe non conosce, alle volte si vince quando non si è eletti: tutto dipende dalle motivazioni che hanno prodotto la scelta della candidatura, dagli obiettivi immediati e futuri che ci si pone. Forse per l’esponente del movimento è incomprensibile che il percorso politico si costruisce un tassello alla volta, allargando il proprio consenso, la propria conoscibilità e mettendosi alla prova giorno dopo giorno, anche attraverso una candidatura di servizio che nel suo linguaggio appare tanto spregevole e nella realtà invece aiuta una comunità a trovare due punti comuni dai quali partire e spesso ripartire. Ascoltando le sue dichiarazioni ho avuto l’ennesima conferma che a parlare col Movimento 5 Stelle è come quando vuoi lavare la testa all’asino – conclude – ci perdi l’acqua e pure il sapone: e se lo dice una donna che fa i servizi ci potete credere!». Al suo fianco si schiera il deputato di Forza Italia Pino Bicchielli: «La politica è servizio, serietà, competenza, dedizione, amore per il territorio, ma soprattutto rispetto. Ad Annalisa Spera, candidata di Forza Italia alle recenti elezioni regionali, e a tutte le donne che con amore e coraggio hanno deciso di mettersi in gioco, va la mia totale solidarietà. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo letto e ascoltato tante parole che, come appare evidente, sono ben lontane dal trasformarsi in atti e gesti concreti. Le parole hanno un peso, e la politica ha il sacrosanto dovere di utilizzarle con cognizione e, soprattutto, con rispetto. E sì, dobbiamo dirlo: parlare di “donne di servizio” è un’offesa. Dal Movimento 5 Stelle e dai suoi rappresentanti – conclude l’onorevole – ci aspettiamo scuse pubbliche». Scuse che sono effettivamente arrivate: «Devo porre delle dovute scuse per le parole usate – scrive l’esponente del Movimento – al netto del significato che intendevo dare loro, mi rendo conto siano potute risuonare fuori luogo e poco rispettose. Consentitemi di ribadire con fermezza che mai mio intento è stato quello di svilire o offendere il ruolo della donna, soprattutto se coinvolta in ruoli politici, quanto piuttosto il mal riuscito tentativo di affermare che non condividevo il pensiero che la mancata affermazione elettorale delle candidate fosse dipesa dalla loro presenza in lista solo come portatrici di voti, che a contrario, mi era apparsa affermazione quella sì, declassante. Nel rivedere la puntata mi sono reso conto di aver espresso in modo errato il mio pensiero. Sento il dovere, personale, prima che da esponente di un gruppo politico, come padre e uomo, di chiedere scusa alle candidate e a tutte le persone che si sono sentite in qualche modo coinvolte o toccate». Il locale gruppo di Fratelli d’Italia non ha accettato l’invito al confronto televisivo quasi come se avesse saputo dei toni che sarebbero stati usati: «La nostra decisione di declinare l’invito non deriva da una chiusura al dialogo con altre forze politiche. Anzi, siamo sempre pronti a confrontarci in modo rispettoso. Tuttavia, in questo caso specifico, avremmo dovuto confrontarci con un rappresentante del Movimento 5 Stelle che, sui propri canali social, ricorre regolarmente a insulti personali e linguaggio volgare – dice Michele Gioia – crediamo che la politica debba basarsi sul rispetto reciproco e sulla discussione di idee e soluzioni, non su attacchi personali. Battipaglia è ostaggio da circa 30 anni di guerre tra bande…noi di Fratelli d’Italia non abbiamo intenzione di continuare a distruggere Battipaglia. Questa città e i suoi cittadini, hanno bisogno di un clima di serenità e di una classe politica seria che ha come unico scopo quello di lavorare solo ed esclusivamente nell’interesse della comunità. Per questo abbiamo ritenuto inaccettabile partecipare a un dibattito dove il confronto rischiava di scendere a un livello che non condividiamo. Il nostro rifiuto è legato esclusivamente al comportamento di questa specifica persona, non a un rifiuto del dialogo in generale». Infine, vicinanza alle tre donne è arrivata dal Partito Democratico e dalla segretaria Anna Raviele: «Certe offese le rispediamo al mittente e se proprio lo diverte definire le donne che si impegnano nelle competizioni elettorali “donne di servizio” sappia bene che, allora, tutte noi siamo orgogliosamente donne di servizio – dice – donne al servizio dei nostri valori, dei nostri ideali e dei nostri partiti. E ne siamo fiere».





