Camerota, Tagliamo i Pini d'Aleppo - Le Cronache Attualità
Cronaca Attualità

Camerota, Tagliamo i Pini d’Aleppo

Camerota, Tagliamo i Pini d’Aleppo

Antonio Manzo

Le case abusive non hanno vista mare? Beh, allora si taglino i pini d’Aleppo, prevedendo il rischio incendi e la pericolosità della vegetazione. Ma è bene tagliarli soprattutto per fare posto allo sguardo dell’orizzonte sul mare di Cala degli Infreschi. È’ abusivismo edilizio di Marina di Camerota dove sono stati utilizzati trenta tonnellate di tritolo per distruggere la falesia. L’aggressione al territorio sfoggial’ultimo, inquietante episodio di proliferazione dell’attacco al territorio se non di regole privatistiche non scritte ma favorite. Tutto capita al Camping Pineta di Camerota dove su suolo destinato ad usi civici fu data la autorizzazione per 60 villini. Erano 45, dieci anni fa. Poi sono diventati sessantasei. Ennesimo episodio di speculazione edilizia su una zona Mingardo IN UN AREA DI ELEVATISSIMO valore naturalistico con la pineta spontanea di Pini d’Aleppo le cui propaggini si estendono verso il mare lungo il litorale del Mingardo. Eliminare i Pini d’Aleppo garantisce la vista mare al villaggio abusivo dove ogni villetta prefabbricata sarebbe stata venduta 50mila euro, cifra che moltiplicata per 66 danno una bella cifra che va oltre i tre milioni e mezzo di euro. Da dieci anni sarebbe attuata la demolizione dei Pini per assicurare la veduta al villaggio. La storia cominzia così: il Comune per abbattere i Pini ‘Aleppo a marzo scorso chiede interventi urgenti per la mitigazione del rischio incendi nella pineta di Cala del cefalo. Siccome bisogna avere tutti i nulla osta per andare avanti, il comune sostiene che gli interventi vanno fatto prima della stagione estiva. Sulla strada provinciale 562, quella dei Pini. tanto vale accelerare i tempi con la scusa del rischio incendi ma con la pericolosità per la stagione estiva che ha il pericolo incombente dei Pini d’Aleppo per il transito dei turisti che raggiungono spiagge e stabilimenti balneare del Mingardo? E allora quale migliore occasione continuare anche stavolta con l’arrivo dei Leopard dei militari in “verde” Attila. Quando fu autorizzato il camping Pineta di Marina di Camerota fu collocato in pensiona anticipatamente l’allora comandante dei vigili urbani, Antonio Ciociano. Dalla sera alla mattina, il sindaco del tempo infastidito dai controlli edilizi della polizia municipale proprio su quel pezzo di costa che era stato garantito dal Comune ad un ingegnere torinese ormai cilentano di adozione su sollecitazione di un allora deputato della Democrazia Cristiana. E ‘una storia singolare nell’abusivismo di Camerota, il paese costiero dove il sindaco Mario Peppe Scarpittta è incandidabile perché da decenni in lite per abusivismo edilizio con lo stesso comune che dovrebbe amministrare. Tutto silenziosamente sotto gli occhi dello Stato e del prefetto di Salerno tanto da fargli gridare , con tono da comizio senza megafono, nel corso dell’ultima festa patronale che lui, sindaco “aveva le spalle coperte sia in Procura a Vallo che a Salerno” tanto da aver dribblato la richiesta delle dimissioni per incandidabilità da parte di un partito d’opposizione ora al Governo del Paese?. E quale occasione migliore per ricordare al popolo anche la storia di Antonio Ciociano che voleva controllare il territorio e fu messo in pensione anticipata da un suo predecessore che litigava quotidianamente, a suon di querele, con l’ex vicesindaco del tempo, titolare di un parco abusivo che dovrebbe ora rientrare nel prossimo piano urbanistico comunale? Intanto, poche settimane fa è stato sequestrato dal Reparto Carabinieri Parco, su disposizione della procura di Vallo, un villaggio turistico in corso di realizzazione, situato a ridosso della linea di costa in un’area di elevatissimo pregio ambientale, vincolata sia paesaggisticamente che ambientalmente. L’area rientra nella perimetrazione del Piano Territoriale Paesistico Cilento Costiero, in zona “CIKA”, dove gli interventi edilizi sono soggetti a rigidi vincoli. Gli accertamenti svolti dagli inquirenti hanno portato alla luce una presunta lottizzazione abusiva realizzata mediante un mutamento illecito della destinazione d’uso: da turistico-ricettiva a residenziale. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la trasformazione abusiva ha interessato una superficie complessiva di circa 8.200 metri quadrati e ha portato alla realizzazione di 66 unità immobiliari in cemento armato, indipendenti e autonome. Nello specifico, sono state rilevate 25 unità classificate come abitazioni ; 3 centri commerciali; 35 unità destinate a parcheggi coperti. Tutte le unità risultano dichiaratamente destinate a uso abitativo e commerciale, in evidente difformità rispetto alla funzione originaria del villaggio, previsto per l’accoglienza turistica. Nonostante i sigilli dei Carabinieri i lavori sono in corso, sia pure in modo non visibile all’esterno.