Sarebbe stato costretto a pagare tangenti per oltre un milione di euro e a promettere appartamenti gratis per lavorare a Calvanico, sia in appalti pubblici che con commesse private nel settore edile. Un imprenditore di Sarno rivela particolari scottanti sulla vita amministrativa del comune collinare della Valle dell’Irno e la procura di Nocera Inferiore, per verificare la veriditicità di quanto raccontato dal costruttore sarnese, mette sott’inchiesta i vertici della giunta comunale e due ex dipendenti dell’Ente. Il sostituto procuratore Roberto Lenza ha indagato Francesco Gismondi sindaco di Calvanico, il suo vice Antonio Conforti, e gli ex comunali Michele Sabbarese (attuale presidente della cooperativa edilizia “San Michele”) e l’ingegnere Pasquale Vitale. L’ipotesi al vaglio della magistratura è quella di concussione. Ieri mattina, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Salerno, agli ordini del tenente colonnello Antonio Mancazzo, hanno eseguito diverse perquisizioni nelle abitazioni dei quattro indagati. I militari si sono presentati anche negli uffici comunali di Calvanico e a quelli della cooperativa San Michele, acquisendo documenti ritenuti dagli inquirenti molto importanti ai fini investigativi. Scopo dell’inchiesta, in realtà, è stabilire non solo la veridicità del racconto fatto dall’imprenditorre concusso ma anche appurare se vi fosse un vero e proprio sistema Calvanico, fatto di tangenti pagati sotto concussione. L’attività investigativa, quindi, è solo all’inizio. Già un episodio su cui si indaga è relativo a una tentata concussione ai danni di un secondo imprenditore edile.
Le prime due ipotesi al vaglio del pm Lenza sono relative a due presunte concussioni che vedrebbero protagonisti i quattro indagati e il costruttore di Sarno. La vicenda ruota attorno al pagamento di oltre un milione di euro di tangenti e la promessa di altra utilità, pare un appartamento gratis in una cooperativa edilizia che l’imprenditore sarnese stava costruendo a Calvanico, quest’ultima ipotesi solo nei confronti di alcuni indagati.
Presso la sede del Comune, inoltre, i finanzieri hanno scoperto che mancavano le buste contenenti le offerte effettuate in fase di gara pubblica e relative agli appalti oggetto delle indagini, inerenti la realizzazione di alcune strade nel comune della Valle dell’Irno. Ma c’è di più! Presso l’abitazione dell’ingegnere Vitale, i finanzieri hanno rinvenuto altre buste contenenti atti riconducibili a gare d’appalto, sia chiuse (cioè ancora sigillate e, quindi, mai visionate) che aperte.
Una documentazione che già, secondo gli inquirenti, starebbe fornendo importanti riscontri alle ipotesi accusatorie.