di Pina Ferro
Scontro tra cliniche private: in tredici a processo con l’accusa di calunnia. I giudici della Corte di Appello di Salerno, ribaltando la sentenza di primo grado (il Gip aveva emesso sentenza di non luogo a procedere) ha rinviato a giudizio: Tullio Gaeta (presidente Nuova Ises), Alberto Gaeta, Cosetta Sica, Anna Palladino, Temistocle Cimmino, Massimo Cataldo, Tiziana Opramolla, Lucia Dabbene, Lucia Scocoza, Rosa Morriello, Giovanni Bellantonio,Teresa Cuozzo e Maria Stella Sansone. L’intera vicenda nasce da una lettera che gli imputati, avevano inviato al presidente Anac, alla Procura della Repubblica , al presidente del Consiglio comunale di Eboli e al responsabile anticorruzione del Comune di Eboli attraverso la quale denunciavano, in qualità di soci lavoratori della Ises srl (in liquidazione) e della Nuova Ises di essere “da anni sottoposti ad attacchi politici, mediatici e giudiziari da parte di un’azienda concorrente, la cooperativa Sanatrix – Nuova Elaion”. Nella lettera denuncia i 13 firmatari scrivevano: “Tale cooperativa, attraverso il voto dei suoi soci, dipendenti, e fornitori, fa eleggere, al Consiglio comunale di Eboli, propri rappresentanti, ed in questa consiliatura i signori Antonio Petrone e Teresa Di Candia. Il Petrone è genero del presidente della Sanatrix Cosimo De Vita e lavora presso tale azienda. Di Candia è sorella di uno dei più stretti collaboratori del suddetto presidente. In particolare, Petrone, in diverse occasioni, si è espresso contro il tentativo dei soci dell’ises di salvaguardare il proprio lavoro, allo scopo di ottenere la chiusura definitiva dell’Ises, probabilmente a tutto vantaggio della Sanatrix”. Nel procedimento penale Petrone, De Vita e Di Candia vengono individuate quali persone offese. A ricorrere in tribunale erano state le parti lese. In primo grado il giudice per le indagini preliminari aveva pronunciato sentenza di non luogo a procedere. Sentenza che era stata impugnata dal pubblico ministero. I giudici di secondo grado dopo aver sentito le parti ed esaminato gli atti processuali hanno emesso la sentenza di rinvio a giudizio. Gli indagati il prossimo 16 settembre compariranno dinanzi al giudice monocratica Tiziana Santoriello. L’accusa dalla quale dovranno difendersi è quella di calunnia.