Caldoro, non c'è esigenza annunciare candidatura - Le Cronache
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Caldoro, non c’è esigenza annunciare candidatura

Caldoro, non c’è esigenza annunciare candidatura

Non ho primarie né altri appuntamenti, non c’è l’esigenza di annunciare ora la candidatura”. Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, ringrazia Giovanni Toti, Domenico De siano e Mara Carfagna, per aver evidenziato, nel corso dell’inaugurazione della nuova sede regionale di Forza Italia in Campania, ”il lavoro di questi cinque anni” e, nel caso di Toti, per aver affermato che è lui il candidato del centrodestra alle prossime elezioni. Caldoro ha sottolineato di essere ”contrarissimo alla lettura delle candidature come un match di pugilato”. ”Chi ha questa mentalità – dice – può sfogarsi in palestra”. Perché, come ha spiegato, le candidature non devono essere decise ”su un ring”, ma devono essere frutto di tre condizioni: programma, coalizione e l’accettazione del processo di riforma dell’attuale assetto istituzionale per arrivare alle macroregioni. ”Non lavoro per mantenere la poltrona, è una logica che non mi piace – sottolinea – ma penso che il potere si eserciti se hai voglia di farlo, se si hai una missione, è un lavoro complicato in un momento difficile in cui devi tagliare e non dare, ma togliere”. Caldoro riconosce che Toti ”sta facendo un lavoro egregio a livello nazionale per ricostruire un’area moderata forte per il governo del Paese”. ”Dal suo punto di vista regge questo lavoro anche a livello locale – aggiunge – e io condivido questa sua opinione di difendere l’alleanza che ha un dato positivo”. Caldoro ha ricordato i risultati raggiunti dalla sua giunta e ha parlato di ”coalizione unita che non ha visto divisioni”. ”C’è stata una chiara linea di tutti i partiti che hanno svolto un compito di indirizzo, di coesione e di sostegno – prosegue – Come coalizione abbiamo condiviso tutto”. E a differenza di altre realtà, la sua squadra di governo non è cambiata ‘s’e non per un assessore che ci è stato tolto dalla Corte Costituzionale”. ”E’ un segnale pratico – spiega – Le amministrazioni che non vanno bene sono quelle che cambiano spesso amministratori e questo significa che qualcosa non va, che c’è un po’ di scontento’. Di conseguenza, ”si cambiano un paio di assessori e si dice che si farà meglio”, ma questo, a suo avviso ”è segnale di debolezza”. Un discorso che dice di ”fare in generale, guardano anche ad altre giunte regionali, ma è anche un problema locale”. ”Noi, invece, non abbiamo cambiato squadra – conclude – e abbiamo lavorato benissimo”.