di Michele Capone
L’intervento di Dacia Maraini, che ha presentato il suo ultimo libro nell’ambito del Festiva della Letteratura, ha dato la possibilità di poter ascoltare, dal vivo una grande scrittrice, una vera icona della cultura italiana. Non sta a me parlare delle opere della Maraini, né del suo libro presentato in quest’occasione, ma l’evento si presta ad una serie di riflessioni. In questi giorni i giornali e le tv locali, pongono al centro dell’attenzione la questione della mancata apertura della Curva Nord dell’Arechi, un danno per i tifosi, per la società granata, un inammissibile colpa dell’Amministrazione comunale incapace di risolvere il problema. Ebbene, c’è un’altra curva nord che si apre a spizzichi e bocconi, il complesso di Santa Sofia. La chiesa dell’Addolorata, per assistere all’intervento di Dacia Maraini, era pienissima, gente in piedi, finanche davanti alla porta d’ingresso. Il segnale è chiaro. Se vi è una personalità di grande spessore culturale, la città risponde. Già, ma la “Curva Nord – Chiesa dell’Addolorata” resta chiusa, ma importa a pochi. Nella sua prolusione, Dacia Maraini, riferendosi alla società consumistica -usa e getta-, citando Pasolini, ha affermato che quest’atteggiamento può valere per gli oggetti e non per le persone, un modo per reagire, e resistere alla tentazione di applicare questo principio alle persone è “l’esercizio della memoria”. Ad ascoltarla una platea composita, con tanti giovanissimi. In prima fila il prof. Rino Mele, che al termine ha salutato calorosamente la Maraini, ultimo rappresentante di un mondo accademico che viveva in città e partecipava alla crescita di Salerno. Un lungo applauso è stato tributato alla Maraini quando ha ricordato che “la politica è etica, oggi pare sia solo economia o militarismo”. Appunto. La politica è etica, e che dovrebbe guidare l’amministratore pubblico a leggere il futuro della propria comunità a 360 gradi. In una città sempre più grigia, che resiste nella propria apatia all’arrivo di miglia di turisti, ai ragazzi dell’Erasmus che popolano i vicoli del centro storico, occorre che si dia il via da una nuova stagione di impegno etico, culturale. I tifosi granata, rivendicano giustamente, l’appartenenza, l’orgoglio di essere sostenitori della Salernitana e rivendicano di poter vivere la loro passione in un impianto al passo con i tempi. Ebbene, analogamente si chiede che Salerno riconquisti uno spazio culturale all’interno del nostro paese, che anche in questo campo, riconquisti la serie A. Sì, la comunità salernitana deve rendere effettivo “l’esercizio della memoria”. Continuando ad usare il linguaggio dei tifosi quando chiedono che tutti (società squadra, amministrazione comunale, stampa) si attivino per il successo dei granata, analogamente occorre che tutta la società salernitana s’impegni per far tornare Salerno ad essere un attrattore culturale, arrestare il grigiore conformista che avanza. C’ è un’altra Curva Nord da riaprire, a Largo Conforti, centro storico. Il fantasma di Trotula sarebbe contento.