di Fabio Setta
La grandezza di una squadra si vede anche quando riesce a vincere una partita giocando male, a tratti anche malissimo. Se la Salernitana è una grande squadra, lo dirà il campionato ma intanto la classifica parla chiaro. Brutta, poco spettacolare, spesso in sofferenza, nonostante abbondanti quarantacinque minuti di superiorità numerica, la squadra di Colantuono ha superato lo Spezia, conquistando il quarto successo consecutivo in casa, riscattando Venezia e arrivando alla lunga sosta con un bottino di venti punti. Questi i dati statistici, che poi nel calcio contano più di tutto. Per il resto, però, c’è tanto da crescere, tanto da lavorare e su cui riflettere. L’intero match della Salernitana, infatti, si può racchiudere in un’azione, quella che al 15’ consente a Bocalon di sbloccare l’incontro. Poi poco altro, anzi pochissimo. La Salernitana ha sofferto il palleggio dello Spezia, non riuscendo quasi mai a tenere palla. Il lancio lungo in profondità per Jallow è stata a lungo l’unica opzione per cercare di rilanciare l’azione. Nonostante la giornata no del gambiano il cambio a inizio ripresa con Djuric, se possibile, ha peggiorato le cose. Con il bosniaco in campo la squadra granata ha perso la possibilità di provare a ripartire in velocità e soffrendo tanto, risultando spesso confusionaria e a tratti pasticciona. Che lo Spezia fosse rimasto in dieci per l’espulsione di Bartolomei a fine primo tempo se ne sono resi conto in pochi. I liguri però pur tenendo spesso palla hanno costruito pochi, sbattendo sul muro granata. La fisicità, il carattere della squadra, lo spirito di sacrificio sono altre note liete in casa granata come quel pizzico di fortuna che spesso aiuta i forti come dimostrato dalla traversa clamorosa colpita da Galabinov su punizione. Alla fine, però la Salernitana ha segnato, lo Spezia no. Il calcio è anche questo. Per i mendicanti di bellezza magari ci sarà tempo per vedere anche una squadra bella. Ora ci si può, però, tranquillamente accontentare di una classifica bella come non mai per i colori granata. E la sosta probabilmente arriva nel momento migliore. Per rifiatare ma anche per correggere gli errori.