Boom di infusioni monoclonari per pazienti Covid a Salerno città - Le Cronache
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Boom di infusioni monoclonari per pazienti Covid a Salerno città

Boom di infusioni  monoclonari per pazienti Covid a Salerno città

di Monica De Santis

Non accennano a diminuire i casi covid a Salerno città. Dunque non molla la presa il Covid -19. Solo nella giornata di mercoledì sono stati registrati altri 159 positivi, un numero inferiore rispetto alla media dei 200 casi giornalieri che era stata registrata nelle settimane precedenti, ma comunque un numero decisamente ancora alto, che impone ancora a prestare massima attenzione. Stando ai dati forniti dall’Asl, il numero delle persone contagiate riguarda per il 40% la fascia di età di chi ha più di 70 anni. Fascia d’età che è tra quelle più a rischio per possibili conseguenze dal contagio. Fortunatamente le tre dosi di vaccino, quattro per molti di loro, stanno evitando il peggio, ma il rischio c’è e non va sottovalutato. Fortunatamente ci sono terapie che stanno evitando il peggio. Terapie sempre più affinate come i nuovi antivirali che si associano ai monoclonari, questi ultimi destinati proprio alle categorie dei più fragili. E infatti, in merito, si registra un boom delle terapie monoclonali effettuate. 829 le infusioni dall’inizio del mese di gennaio, effettuate su persone contagiate dal Covid -19. L’accesso ai farmaci a base di anticorpi monoclonali avviene dopo una valutazione medica, a cura dei medici di famiglia oppure dei medici delle USCAR (Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale). Gli anticorpi monoclonali agiscono con lo stesso meccanismo d’azione degli anticorpi naturalmente prodotti dai linfociti B del nostro organismo, ossia sono in grado di riconoscere e legarsi a specifici antigeni* presenti sull’agente ritenuto estraneo e pericoloso che è necessario eliminare. L’utilizzo degli anticorpi monoclonali contro la Covid-19 è possibile anche nell’ambito della cura domiciliare della malattia; tuttavia, il trattamento con tali farmaci è riservato a casi specifici e la somministrazione deve avvenire in strutture preposte e ad opera di personale sanitario specializzato (gli anticorpi monoclonali vengono somministrati tramite infusione endovenosa o iniezione sottocutanea, a seconda dei casi). Tornando alle 829 infusioni effettuate su pazienti residenti a Salerno città, nello specifico, queste sono state effettuate 329 all’ospedale di Scafati, dal dottor Gaetano Cicchitto e 500 in quello di Agropoli dal dottor Gianfranco Ielmi. A fornire i dati è l’Usca di Salerno coordinata dal dottor Francesco Clemente che, da gennaio ad oggi, in base alle condizioni delle singole persone contagiate, ha deciso e decide ancora le terapie che questi devono seguire. Un lavoro di sinergia quello dei medici dell’Usca in servizio presso Capitolo San Matteo, che supportano i colleghi in servizio presso gli ospedali Covid Center, dove si pratica proprio la terapia monoclonare, oltre ad assicurare le visite domiciliare per i contagiati e la somministrazione dei tamponi molecolari. Lavoro questo che va avanti da due anni, ovvero da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria e che purtroppo non si è ancora ridotto. Il calo dei contagi come abbiamo detto è minimo e di conseguenza il lavoro dei medici dell’Usca è ancora molto alto e questo desta molta preoccupazione, perchè si teme un aumento sostanziale nei mesi di settembre e ottobre, se non si prestano le dovute attenzioni ora.