Bisogno presenta la sua “Città Pubblica” «Voglio ridare un’identità a Pontecagnano» - Le Cronache
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Bisogno presenta la sua “Città Pubblica” «Voglio ridare un’identità a Pontecagnano»

Bisogno presenta la sua “Città Pubblica” «Voglio ridare un’identità a Pontecagnano»

Marco Giannattasio

“Dobbiamo creare un luogo in cui vivere, dove i nostri figli possono crescere e fare sport, creare aggregazioni, un luogo in cui non si tema per la sicurezza e non è possibile che non si abbia una caserma dei carabinieri operativa in una città di 27 mila abitanti, questo è il primo elemento da portare avanti. E’ necessario un sistema di video sorveglianza intenso e moderno e un comune e una casa comunale che evochi servizi e non piaceri. Ho aspettato una richiesta di confronto dalle istituzioni politiche in questa città ma qualcuno ha ben pensato di mandarmi una raccomandata e allora preferisco ascoltare Pontecagnano Faiano, la mia città. Io, per mia natura, cultura e lavoro sono aperto al dialogo e al confronto e sono anche pronto a tirarmi indietro se questo fa sì che si vada avanti. Questa idea ve la vorrei trasferire: idea di istaurare una città normale cioè una città che abbia un’identità e Pontecagnano l’identità ce l’aveva e gliela dobbiamo ridare.” Queste sono le parole di Giuseppe Bisogno candidato alle elezioni amministrative a Pontecagnano. E ieri mattina nei pressi di Piazza Sabato, la prima uscita pubblica per il candidato della lista “Città Pubblica”, espressione utilizzata dallo storico imprenditore del comune per definire il progetto di una città che coinvolga, in prima persona, tutti i cittadini creando una comunità solidale.”In questa città, secondo me, si può ridurre la distanza tra la classe politica e le esigenze della gente, grazie al supporto di coloro che provengono dal mondo del lavoro e trasferiscono la loro esperienza al Comune. Questo è importante perché all’interno degli enti locali c’è bisogno soprattutto di appassionati e non di “mestieranti” o di assessori di professione. A Pontecagnano è in corso una sfida alle elezioni amministrative ma noi dobbiamo trasformarle in una opportunità. L’obiettivo è vincere ma per me è importante sapere per cosa si combatte perché il nostro obiettivo non è sostituire potere con altro potere ma trasformare questa città e renderla al pari delle altre confinanti, ridarle dignità, governare i processi di sviluppo e non subirli, diventare attrattori di investimenti e ripristinare un rapporto sereno tra politica e imprenditoria; così si realizza la città pubblica. Da sempre ho lavorato nella mia azienda con i miei fratelli, per la mia famiglia, per i miei collaboratori. Questo per me è motivo di orgoglio. Che sia chiaro a tutti, come ho sempre ribadito, che io sono una persona libera e non mi posso assumere responsabilità non mie. A voi, lo sforzo di creare le condizioni per far sì che come me, le persone in questa città si appassionino alla politica, e dedichino tempo alle loro famiglie e al loro lavoro e ci sia una crescita comunitaria. La mia vittoria sarà il vostro coinvolgimento, il nostro impegno, fate come me e metteteci la faccia, c’è bisogno di voi e sono sicuro che questa battaglia possiamo iniziare a percorrerla e poi a vincerla.” Bisogno ha poi proseguito esponendo alcuni punti chiave del programma: “Una delle prime cose è uno sportello delle politiche comunitarie che realizzi grazie al lavoro congiunto tra la politica e una convenzione con tecnici della città o della provincia, progetti che attingano dai finanziamenti della comunità europea per scuole, piazze, strade; per la trasformazione urbana della città. Valorizzeremo il patrimonio culturale della città, inserendo Pontecagnano Faiano in un circuito internazionale insieme, perché è inconcepibile che il nostro museo sia conosciuto solo nel salernitano. C’è bisogno di trasformare Pontecagnano Faiano da una città con il mare ad una città di mare”. “La volontà e la forza per fare questo non mi manca, ma non posso farlo da solo. La sfida vera in questa città, è far appassionare le persone normali alla politica, attrarre solo gli addetti, non mi appassiona più. Io mi sono confrontato con chi è più giovane di me, con le associazioni di commercianti, con i tecnici, con gli imprenditori di questa città e tutti mi hanno chiesto perché oggi appassionarsi alla politica. Io la risposta ce l’ho: esprimere il proprio pensiero, incidere sulla crescita sociale, intellettuale ed economica di una città o della propria città non è bello, è bellissimo”.