Una parola che vuole essere giusta, quella profusa dai giovani redattori di “Spiffero”, periodico mensile a cura degli alunni del Liceo Enrico Medi di Battipaglia, supplemento a “La nuova graticola” diretta dal Direttore Gerardo Mirra. Un giornale che vanta al suo attivo ben ventiquattro anni di lavoro, condotti dal docente referente del progetto, il professor Massimiliano D’Aiuto, e che consente, attraverso un praticantato di due anni, il conseguimento del tesserino di giornalista pubblicista. Ed è una parola premiata al Concorso Nazionale “Il Miglior Giornale Scolastico – Carmine Scianguetta” XXV edizione, con un riconoscimento speciale, “Premio Legalità”. Il 25 maggio nel Castello di Manocalzati di Avellino, una delegazione della Redazione, accompagnata dalle docenti referenti Valeria Francese e Assunta Giordano, ha ritirato il prestigioso Premio, alla presenza delle scuole provenienti da tutta Italia, da Brescia fino a Palermo. Una suggestiva condivisione di buone pratiche didattiche nell’ambito della comunicazione giornalistica: sviluppo sostenibile, inquinamento, guerra, disagio giovanile, i maggiori temi presentati all’interno delle testate giornalistiche premiate. Ma è il Premio alla Legalità vinto dal Liceo battipagliese a introdurre in sala l’auspicio dell’avvento di una società meno iniqua: le giovani redattrici Anna Maria Guarino e Deva Devote De Stefano, a nome dei loro compagni, parlano di una scuola come il luogo non utopico di un ritorno alla legalità. Proprio tra i banchi di scuola, infatti, è possibile imparare una grammatica del giusto che parta dalla conoscenza della nostra storia politica, della morale autonoma kantiana e dal rispetto della legge calata nel mondo della scuola. A seguire, premiati particolarmente dalla giuria tecnica, i temi sull’inclusività, sulla dispersione scolastica, sul recupero del rapporto tra docente e allievo, sulla formazione didattica nelle carceri minorili, delicatissime isole di informazione sociale che i giovani di Spiffero, hanno presentato a un pubblico di coetanei e non, con un invito fascinoso alla condivisione della parola “giusta”.





