Turismo balneare in crisi: a luglio crollano le presenze italiane, tengono solo alcune località grazie agli stranieri. L’estate 2025 si era aperta sotto i migliori auspici. Il mese di giugno aveva fatto registrare un incremento del 10% rispetto all’anno precedente, trainato da condizioni meteo favorevoli e da un primo afflusso di turisti, anche stranieri. Ma luglio ha segnato un brusco e preoccupante cambio di rotta. A lanciare l’allarme è Alfonso Amoroso, presidente provinciale del SIB (Sindacato Italiano Balneari) di Salerno: “Una stagione che prometteva bene si è trasformata in una delusione. Secondo i dati raccolti dai nostri associati, la flessione media delle presenze si attesta intorno al 20%, con punte fino al 35%. In alcuni comuni della provincia di Salerno, il calo giornaliero arriva al 40%, mentre nei weekend si registra una diminuzione del 25% rispetto alla stagione balneare 2024.” Il fenomeno non è isolato. A livello nazionale, il SIB ha rilevato una contrazione del 15% nelle presenze e nei consumi sulle spiagge italiane rispetto a giugno. Le regioni più colpite sono Calabria ed Emilia-Romagna, dove il calo ha raggiunto il 25%, mentre Sardegna e Puglia hanno mostrato una tenuta migliore, grazie all’afflusso di turisti stranieri. Secondo Amoroso, uno dei fattori principali è la scarsa conoscenza del territorio: “Il turista che soggiorna a Salerno città tende a dirigersi verso mete più note, ignorando le opportunità offerte dalle strutture balneari locali.” A questo si aggiunge il peso dell’inflazione, che ha colpito duramente le famiglie italiane. Il cosiddetto “caro spiaggia” — con costi che in alcune località superano i 150 euro al giorno per ombrellone, lettino e servizi — ha spinto molti a ridurre o rinunciare alle vacanze al mare. Se da un lato si registra una diminuzione dei turisti italiani, dall’altro l’afflusso di stranieri ha parzialmente compensato la domanda. In particolare, si è osservato un calo dei visitatori tedeschi, ma una crescita di turisti provenienti dai Paesi scandinavi e dell’Europa dell’Est. Tuttavia, le presenze si sono concentrate soprattutto nei fine settimana, segno di vacanze più brevi e frammentate, dettate da ristrettezze economiche. “Tutto il comparto balneare invoca misure urgenti”, conclude Amoroso. Gli operatori chiedono interventi strutturali per rilanciare il turismo costiero, promuovere le località meno conosciute e contenere i costi per le famiglie. Senza un’azione decisa, il rischio è che il mare italiano perda sempre più appeal, lasciando spazio a destinazioni estere più accessibili e competitive.





