di red.cro.
Due interventi salvavita in medicina iperbarica, presso l’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Ad annunciarlo la stessa azienda ospedaliera, secondo cui nei giorni scorsi due pazienti hanno dovuto far ricorso alle cure fornite dal personale della Camera Iperbarica del nosocomio locale, unica struttura pubblica dell’intero territorio Provinciale in grado di prestare adeguato soccorso specialistico. I due pazienti giunti al Ruggi, un 36enne ed un 47enne – provenienti rispettivamente dalla Costiera Amalfitana e dalla città di Benevento – sono stati entrambi vittima di avvelenamento da monossido di carbonio. Tempestiva la diagnosi dei medici del pronto soccorso dell’Ospedale di Castiglione di Ravello che, nel primo caso, hanno provveduto al allertare l’Equipe Sanitaria della Camera Iperbarica e ad effettuare il trasporto protetto del paziente che incautamente aveva cercato nella propria abitazione di riscaldarsi con un rudimentale braciere. Il coordinamento della macchina dei soccorsi ha consentito all’uomo di salvarsi dopo ben quattro ore di cure iperbariche. Più difficoltoso e complesso l’intervento sul secondo paziente che ha dapprima atteso presso l’ospedale Rummo di Benevento che gli venisse praticato il trattamento salvavita e solo successivamente è stato trasferito, in gravissime condizioni, presso la Camera Iperbarica dell’ospedale di Salerno, unica disponibile h24. A salvare la vita al paziente, il dottor Dante Lo Pardo, responsabile del reparto Iperbarico, coadiuvato dal personale di turno che, a causa del difetto di tiraggio della canna fumaria di una stufa nella propria abitazione nel beneventano ha subito un grave avvelenamento, giungendo, peraltro, al pronto soccorso del Ruggi, solo dopo molte ore dall’evento.
Fortunatamente le quattro ore di trattamento iperbarico ed il trattamento intensivo hanno fatto sì che il paziente, entrato in Camera iperbarica ormai in coma, ne uscissecompletamente ristabilito.
Lodevole, oltre che provvidenziale, la lungimiranza della Direzione Strategica dell San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno che ha ritenuto opportuno riattivare e potenziare l’Impianto Iperbarico che, oggi fiore all’occhiello della sanità salernitana, con la sua attività H24 ha al suo attivo centinaia di vite salvate. Ed è proprio il Centro di Medicina Iperbarica del plesso Ruggi di Salerno che lancia l’allarme per il “pericolo invisibile” che ogni anno, nei periodi freddi, miete le sue vittime. Solo negli ultimi 15 giorni sono 5 le persone trattate a Salerno per avvelenamento da Monossido di Carbonio, spesso persone appartenenti alle fasce più deboli come extracomunitari e/o indigenti, che per proteggersi dal freddo ricorrono a rudimentali sistemi di riscaldamento quali bracieri o stufette a gas malfunzionanti, ma anche persone che abitano in appartamenti con camini utilizzati senza aver prima effettuato l’adeguata manutenzione o ubicati in stanze poco areate. Ed ecco che purtroppo il monossido di carbonio, gas incolore, inodore e insapore, colpisce subdolamente facendo passare le persone dal sonno alla morte. Si rammenta che i primi sintomi di intossicazione sono: mal di testa, nausea, vomito, difficoltà respiratoria, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di coordinare i movimenti e confusione mentale.