A salvarli forse sono state le piante, che hanno frenato la corsa del bus: quello che è certo è che potevano essere tragiche le conseguenze per i 38 passeggeri e i due autisti del Flixbus finito all’alba in una scarpata, sull’A16 Napoli-Canosa, nel tratto irpino di Vallesaccarda. “Poteva essere una strage”, dice un soccorritore. L’unica vittima è al momento un cittadino nordafricano, che non è stato ancora identificato e che era alla guida di un’auto rimasta coinvolta, con altre tre vetture, in un tamponamento a catena: quando è sopraggiunto il bus, l’autista ha cercato di evitare le auto incidentate e nella manovra ha sfondato il guardrail, finendo sul terrapieno di una scarpata. Molti i contusi e una quindicina i feriti lievi che in serata sono stati tutti dimessi, tranne due in prognosi riservata. L’autobus della Flixbus era partito da Lecce, diretto a Roma. A bordo, con i due autisti, diversi studenti, lavoratori e anche parecchi turisti, pure stranieri. L’incidente è avvenuto all’alba, poco dopo le 3 e mezza. La maggior parte dei passeggeri dormiva: “Ho sentito solo lo schianto”, racconta uno di loro. La ricostruzione è al vaglio della polizia stradale, e sull’incidente la magistratura ha aperto un fascicolo, ma sembra accertato che l’autobus sia finito fuori strada nel tentativo di evitare alcune auto – in un primo momento si diceva due, poi quattro – ferme sulla carreggiata in direzione Napoli, che si erano tamponate. L’autista ha tentato una manovra disperata per non finirci addosso, ma dopo aver virato a sinistra ha urtato contro il guard rail e dopo un testa coda è finito nel terrapieno che precede una ripida scarpata. Gli alberi hanno per fortuna frenato la corsa del bus che è rimasto sospeso a mezz’aria. E’ stato rimosso con un’autogru. Nel tamponamento che ha preceduto l’uscita di strada del mezzo pesante è morto sul colpo un nordafricano, si tratterebbe di un cittadino ivoriano, venditore ambulante. L’uomo era alla guida di un’auto che sembra procedesse a forte velocità e a bordo della quale c’erano altri stranieri, che la polizia sospetta essere irregolari: erano diretti a Napoli. Uno degli stranieri è ricoverato in prognosi riservata in ospedale, gli altri – due o tre – sono scappati a piedi e sono ricercati. Nella palestra di Grottaminarda è stata allestita una postazione di pronto soccorso: qui sono stati trasferiti 27 passeggeri del bus che hanno subito lievi contusioni agli arti e al collo e per dieci di loro si è reso necessario il ricovero per ulteriori accertamenti in ospedale. Nel tardo pomeriggio sono stati dimessi. Condizioni più critiche invece, oltre che per l’extracomunitario che viaggiava con la vittima, per un giovane che era alla guida di un’altra delle auto coinvolte: pure lui è in prognosi riservata dopo che i medici gli hanno riattaccato il polso tranciato nel tamponamento. L’incidente del bus sull’A16 riporta alla memoria quello avvenuto recentemente, l’8 maggio, sulla statale 373 della Costiera Amalfitana, dove un pullman è precipitato per molti metri da uno dei tornanti che conducono a Ravello: morto l’autista, un giovane di 28 anni, che aveva appena lasciato una comitiva di turisti e stava tornando in garage. Ma l’incidente sull’A16 rievoca, soprattutto, quello nel quale il 28 luglio 2013, ad 80 chilometri dal luogo dello schianto di oggi, morirono 40 persone precipitate per quaranta metri da un viadotto nel comune di Monteforte Irpino: in un tratto in discesa, a causa di un guasto ai freni, il bus dopo aver tentato di accostarsi al guard rail precipitò nel vuoto. Si tratta della più grave tragedia autostradale italiana.
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