Auditorium di Salerno, fermo al palo - Le Cronache Salerno

Italia, 1939. Guido Orefice, interpretato da Roberto Benigni nel celebre film “La vita è bella”, si trasferisce a casa dello zio, Eliseo Orefice, per poter lavorare da lui al Grand Hotel. Dopo alcune peripezie, a tarda sera, Guido e il suo amico poeta, Ferruccio, svoltano altre due tre volte tra le strade di Arezzo completamente tappezzate dai manifesti di Mussolini e giungono a casa dello zio, pur temendo di non trovarlo più lì a causa dell’ora tarda. Vedendo cavallo e carrozza ancora all’esterno dell’abitazione, i due si sentono rincuorati. Pochi passi e, mentre annunciano il loro arrivo, si vedono scansati da tre “buontemponi” fascisti che avevano fatto irruzione in quell’abitazione, ormai adibita a vecchio magazzino. Guido e Ferruccio entrano in casa di corsa, preoccupati per le condizioni dello zio che, pur trovandosi a terra dopo l’aggressione, non si scompone neanche per un istante. Guido alza suo zio dal pavimento, e quest’ultimo dice: “Vandali”.
Guido chiede spiegazioni e lui afferma di nuovo: “Eh, niente. Vandali”. Guido allora lo ammonisce: “Ma perché non hai gridato?” ed Eliseo, in una delle tante perle racchiuse nel suo breve – purtroppo – copione, risponde elegantemente: “Il silenzio è il grido più forte”.
Se così fosse, l’Auditorium di Salerno starebbe ufficialmente gridando a squarciagola da tanto, troppo tempo. Il dramma di una struttura polivalente, da mettere a disposizione del pubblico sia in termini di studio sia per le esecuzioni professionali, consegnata chiavi in mano alla Fondazione Ebris che di musica ne capisce, e anche tanto, visto che si occupa di ricerca scientifica multidisciplinare (con risultati egregi, tra l’altro). Consegnata, sì, ma mai aperta poiché non era (e ancora oggi non è) possibile aprirla a causa di tanti, troppi impedimenti di natura strutturale e gestionale.
L’INGRESSO. Per entrare in uno spazio come quello dell’Auditorium bisogna passare per gli spazi della fondazione Ebris. Uno spazio simile, quindi, non prevede un ingresso autonomo facilmente utilizzabile.
Da qui la spiegazione ufficiale che giustifica la consegna delle chiavi alla fondazione Ebris. Nessun ingresso concepito per il Conservatorio, che è letteralmente nella stessa struttura che ospita, neanche a dirlo, la fondazione Ebris e l’auditorium.
LE SALE. All’interno delle sale a disposizione ci sono disagi non da poco. Sedute non regolari, che ospitano a fatica persone adulte e longilinee, spogliatoi e camerini inadatti anche a una rappresentazione scenica delle celebri recite natalizie degli istituti scolastici per l’infanzia, spazio dei palchi che non prevede la possibilità di disporre l’orchestra, o i cantanti, o i cantanti e l’orchestra.
Potrebbe, però, essere utile rappresentare qualche splendida rivisitazione classica di quelle previste nel corso della kermesse Veliateatro, durante cui il palco è “invaso” da una media di tre elementi.
LA SALA REGISTRAZIONE. Nel 2016 furono acquistati i materiali, quindi due anni prima dell’effettiva “finta” inaugurazione prevista come passaggio necessario per motivi più o meno ignoti, salvo poi lasciare che tutto restasse esattamente così com’è.
In una sala registrazione i mezzi elettronici vanno salvaguardati, sono oggetto di costante manutenzione, sono soggetti a naturale obsolescenza. Anche l’inutilizzo crea disagi non da poco, e questo gli addetti ai lavori lo sanno bene.
I PARCHEGGI. Via de Renzi e l’area di Canalone ospitano numerosi residenti che ogni giorno devono destreggiarsi nella celebre attività ludico-creativa del “Cerca o inventa il tuo posto auto”. Lussuriosi, i residenti, che potrebbero tranquillamente godere del folto ventaglio di alternative garantite dal sistema di trasporto pubblico locale, anziché fare i fraccomodi in auto. A loro si aggiunge il personale didattico, non didattico, dirigenziale e studentesco del conservatorio: anche per loro medesima assurda pretesa di parcheggiare l’auto, quando potrebbero tranquillamente del trasporto pubblico su gomma: una corsa ogni ora, garantita nella fascia oraria tra le 6 e le 22, con un bus ovviamente calcolato in base agli spazi di manovra previsti in aree complicate come quelle che percorre tra Salerno e Vietri.
Si è pensato, grazie all’intervento della Consulta degli Studenti e della direzione del Conservatorio nell’anno domini 2018, di sollecitare ulteriormente l’amministrazione comunale sul delicato tema parcheggi che quindi, oltre a dare evidente respiro a una zona complicata avrebbe permesso addirittura all’auditorium di avere un parcheggio fruibile in caso di utopistici spettacoli. Sopralluogo fatto, nel 2018. Tutto risolto. Il parcheggio, a pochi giorni dal 2025, resta un miraggio.
LA MUSICA. Un conservatorio che continua a crescere come quello di Salerno vive il disagio di essere tra i pochi a non avere un proprio auditorium.
E anche se lo avesse, sarebbe difficile garantire la copertura dei costi di manutenzione e gestione attualmente necessari a causa dell’inadempienza dell’amministrazione comunale e dell’obsolescenza naturale cui gli spazi sono stati costretti. Il silenzio è l’unico grido, inesorabile, che si riesce a sentire.
LA PROPOSTA. Tra i corsi del Conservatorio ci sono quelli di canto lirico, canto jazz, canto pop e, nel mentre, ci si può dilettare con il progetto del canto acapella. Con tutte queste professionalità, si possono prevedere due spettacoli, da proporre indistintamente sia sulla terrazza dell’Auditorium sia nelle due sale.
Il primo dedicato a Simon & Garfunkel, con l’apice dell’estasi raggiunto dal pubblico che intona, con gli artisti: “and the vision that was planted in my brain still remains, within the sound of silence”. Per i puristi della lingua, il capolavoro scritto da Paolo Limiti, Elio Isola e Mogol sarà al centro del secondo imperdibile spettacolo, intitolato “La voce del silenzio”.

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