L’attore salernitano debutterà nel ruolo del messaggero in “Aspettando Godot” di Samuel Beckett al Teatro Storchi di Modena il 12 gennaio per la prima assoluta italiana, diretta da Theodoros Terzopoulos.
Di Paola Primicerio
Theodoros Terzopoulos, riconosciuto a livello internazionale fra i maestri del teatro del Novecento, torna sul palco del Teatro Storchi di Modena il 12 gennaio per la prima assoluta di Aspettando Godot, capolavoro di Samuel Beckett. In scena, il regista greco dirige un cast d’eccezione composto da attori che in varie occasioni hanno collaborato con il Teatro Nazionale e Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, in collaborazione con Attis Theatre Company : Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Giulio Germano Cervi e Rocco Ancarola, quest’ultimo, un vanto della nostra città. Il magistero del regista greco è un riferimento internazionale per il metodo di ricerca sul lavoro dell’attore, in cui il testo «vive attraverso la sua carne, i suoi gesti». Il drammaturgo tedesco Heiner Müller ne descrisse così il processo di composizione artistica: «Non è l’esecuzione di un concetto drammatico, è un’avventura in un viaggio verso il paesaggio della memoria, una ricerca delle chiavi perdute dell’unità fra il corpo e il linguaggio, la parola come unità naturale». Con la sua cifra stilistica Terzopoulos crea un vivo dialogo tra la contemporaneità e il dramma beckettiano, trattato come una lente per leggere e interpretare il presente, tra le sue profonde contraddizioni e le tragiche derive. Nella sua versione, la vicenda è ambientata in un mondo in rovina, in un futuro molto prossimo in cui tutte le ferite attuali e passate appaiono acuite. In questo contesto, si apre l’interrogativo su quali siano le condizioni minime per pensare a una vita che valga la pena di essere vissuta. Abbiamo raggiunto Rocco Ancarola, classe 1996, in attesa di applaudirlo a Napoli al Teatro Bellini dal 24 febbraio, per qualche anticipazione sullo spettacolo
Rocco, come si è accostato al teatro?
“Ho iniziato a studiare recitazione a Salerno con Pasquale De Cristofaro, per poi passare al Giullare e al Teatro delle Arti, ma è stato al Teatro dell’ Orologio di Roma che ho affrontato uno studio più approfondito. Sono poi passato alla Scuola della ERT in Emilia Romagna, dove ho studiato recitazione con Iolanda Gazzerro, cui ho aggiunto uno stage a Lisbona presso il prestigioso Teatro Nacional D. Maria II con Thiago Rodriguez.
Come hai conosciuto il regista greco Terzopoulos, riconosciuto internazionalmente quale uno dei più grandi maestri del teatro contemporaneo?
“Mi sono accostato al suo teatro durante l’ Accademia, mentre lui era in Italia per la sua prima collaborazione con ERT, per poi frequentare uno dei suoi corsi presso il Teatro Attis di Atene, dove ho avuto occasione di approfondire il suo metodo in un workshop internazionale.Dopo questa esperienza in Grecia Il maestro Terzopoulos ha deciso di scegliere me per il ruolo de “ Il Giovane” nel capolavoro di Beckett”.
Cosa ci puoi dire a pochissimi giorni dal debutto assoluto del tuo ruolo e di come il regista ha voluto mettere in scena il suo “ Aspettando Godot”.
“Aspettando Godot è uno dei testi più celebri del “ Teatro dell’ Assurdo” e il regista greco sceglie di affrontare uno dei drammi che hanno maggiormente segnato la storia del teatro del 900 ambientandolo in un mondo in rovina, in una situazione post apocalittica, in cui tutte le ferite attuali appaiono ancor più insanabili”.
Come dice lo stesso Terzopoulos in “ Aspettando Godot vengono date due risposte possibili e da qui vogliamo far partire il nostro lavoro. La prima è il tentativo di comunicare e coesistere con L’altro, colui che ci è prossimo. La seconda è il tentativo di mettersi in comunicazione con l’Altro dentro di noi, quest’aria buia ed imperscrutabile densa di desideri repressi e paure, istinti dimenticati , regioni dell’ animalesco e del divino in cui dimorano la pazzia ed il sogno, il delirio e l’ incubo”. Con queste premesse come hai affrontato il tuo ruolo?
“Il regista lavora molto sul corpo, attraverso una liberazione del corpo del performer in tutte le sue potenzialità. Si lavora molto col respiro. Il mio personaggio è un messaggero nel senso del teatro greco classico ma, annunciando il non arrivo di Godot non lascia nessuna speranza in una soluzione positiva della situazione, della condizione di clochard dei protagonisti principali, quali Estragone e Vladimiro, cui si aggiungono altri due personaggi, Pozzo e Lucky”.
Dopo questa esperienza teatrale molto forte quali sono i tuoi programmi futuri?
Ho partecipato al nuovo film di Nanni Moretti, in uscita a maggio al festival del cinema di Cannes, dal titolo “ Il sol dell’ avvenire”. Ho partecipato alla fiction targata Rai e Palomar per la regia di Monica Vullo, tratta da uno script di Maurizio de Giovanni , dal titolo “ Mai più come prima”, con otto puntate girate a Napoli. Presto riprenderò il lavoro teatrale Fannibannie’s con uno spettacolo finalista del Premio Scenario, premio destinato alle compagnie teatrali under 35.