Arresto sindaco Fortunato, i retroscena - Le Cronache Ultimora
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Arresto sindaco Fortunato, i retroscena

Arresto sindaco Fortunato, i retroscena

di Erika Noschese

Avrebbe intascato 100mila euroin cambio del rilascio di un permesso a costruire, nonostante l’assenza del necessario piano di lottizzazione. Finisce agli arresti domiciliari il sindaco di Santa Marina, Giovanni Fortunato, con l’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. L’operazione, condotta ieri dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno e dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Lagonegro, ha fatto emergere dettagli su un presunto sistema illecito. Secondo l’accusa, la somma sarebbe stata consegnata da due imprenditori napoletani, titolari di una società immobiliare, tramite un tecnico incaricato della progettazione degli edifici. Le indagini, portate avanti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno e dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vallo della Lucania, hanno fatto luce su un presunto sistema di gestione della cosa pubblica piegato agli interessi privati. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Lagonegro, si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di dispositivi elettronici, dichiarazioni di testimoni e perquisizioni domiciliari. Durante questi accertamenti – nel luglio 2023 – sono stati sequestrati oltre 160mila euro in contanti. Secondo gli investigatori, il sindaco avrebbe sistematicamente interferito nell’attività degli uffici comunali, orientando le decisioni a favore di determinati imprenditori e indirizzandoli verso professionisti di fiducia attraverso cui ottenere vantaggi illeciti. L’indagine ha coinvolto anche altri imprenditori e professionisti operanti nel territorio, interessati a progetti immobiliari. I magistrati descrivono un “sistema” in cui il potere pubblico sarebbe stato utilizzato per fini privati. “L’inchiesta ha permesso di svelare l’esistenza di una gestione della cosa pubblica orientata al perseguimento di interessi privati”, ha sottolineato il procuratore di Lagonegro, Gianluca Grippo. Gli accertamenti, che hanno portato a numerosi sequestri di opere per reati in materia edilizia, hanno evidenziato il ruolo centrale del sindaco, il quale – oltre a svolgere funzioni di indirizzo politico – avrebbe influenzato sistematicamente l’attività degli uffici comunali. Secondo la tesi accusatoria, Fortunato avrebbe condizionato le scelte amministrative per favorire specifici imprenditori nel rilascio di titoli abilitativi alla costruzione e li avrebbe indirizzati verso tecnici a lui vicini, attraverso i quali ottenere denaro e altre utilità. Ex esponente di Fratelli d’Italia, Fortunato, dopo la rottura con il partito nel 2024, aveva aderito a Forza Italia, assumendo il ruolo di responsabile del dipartimento politiche energetiche e Green Deal. Il suo nome era tra quelli in lizza per una candidatura alle prossime Regionali Campane. Già al suo secondo mandato come sindaco, Fortunato era stato rieletto nel 2021 con il 61,63% dei voti—pari a 1.335 preferenze —alla guida della lista civica “Per la Città del Futuro”, nel comune situato nel Golfo di Policastro. Fortunato era da tempo al centro di un’indagine della Procura di Lagonegro: solo lo scorso 21 febbraio, il sindaco aveva annunciato attraverso i suoi canali social che presso il Gip presso il Tribunale di Lagonegro ha depositato l’ordinanza con la quale ha respinto la richiesta di applicazione di misure cautelari, rigettando tutte le istanze formulate dalla locale Procura della Repubblica. «Si chiude un primo capitolo importante del noto filone investigativo a mio carico e a carico delle attività del Comune di Santa Marina. Il GIP ha ritenuto del tutto insussistente il contesto indiziario, dichiarando del tutto inattendibili testi che invece la locale Procura aveva accreditato come oracoli di Delfi, ritenendo illogiche le ricostruzioni dei fatti, non credibili le circostanze. C’è un giudice a Lagonegro. Confesso che per un anno e mezzo ho dovuto affrontare, insieme alla mia famiglia, prove quotidiane. Siamo stati sottoposti ad ogni forma di controllo. Telefonico, ambientale, personale, patrimoniale, persino dattiloscopico. E il primo vaglio sulla tenuta della qualità investigativa ha determinato un rigetto. Per un anno e mezzo sono state effettuate centinaia di perquisizioni presso la mia abitazione, le abitazioni dei miei familiari, presso il Municipio, al solo scopo di creare un clima di intimidazione e di esasperazione, con contestazioni della Procura nei confronti di dipendenti parimenti bocciate – aveva dichiarato in quell’occasione il primo cittadino – Acquisizione di atti che potevano essere fatte via pec, nell’era del digitale, e che hanno visto un incredibile investimento di risorse umane e materiali, con accessi durati per intere giornate. Ho le spalle larghe e la coscienza pulita, ed ho una storia personale fatta di lavoro, sacrifici e impegno. So perfettamente che la protervia investigativa continuerà, ma sono anche sereno di trovare titolari della funzione giurisdizionale equilibrati e scrupolosi. La verità ha una sua inesorabile capacità di affermarsi. Dovrò agire nei confronti di chi ha calunniato, di chi ha raccontato il falso, sapendo di condurre una battaglia anche in nome di tanti che non hanno la fortuna di affrontare situazioni simili con lo stesso coraggio e la stessa determinazione». Nel 2023, invece, un’altra indagine a carico di Fortunato, poi archiviata e anche in quell’occasione ci fu la perquisizione della Guardia di Finanza con due filoni di inchiesta e il sequestro di alcuni atti utili all’attività investigativa. Le reazioni. «È stato un brutto risveglio per il nostro Comune. Non possiamo dire che è stata una sorpresa: da anni ormai la gestione amministrativa a Santa Marina è sotto la lente di ingrandimento della magistratura e invano abbiamo chiesto in tutto questo tempo che il sindaco ci spiegasse le accuse che gli venivano rivolte e le ripercussioni per il nostro Comune. Da un’indagine ne scaturiva un’altra, da un sequestro ne scattava un altro», hanno dichiarato dal gruppo di opposizione Insieme per tutti. «Il quadro che emerge ora dalla nota della Procura è gravissimo e riguarda l’intera gestione della cosa pubblica, cosa che impone una seria inversione di rotta. Ci auguriamo che il sindaco possa chiarire la propria posizione e che, in attesa di ciò, con un atto di responsabilità verso tutti i cittadini, rassegni le dimissioni. Il nostro auspicio è, infatti, che il nostro Comune, archiviato questo brutto momento, possa tornare a riavere la serenità che merita per prosperare e dare il via ad una stagione di rinnovamento e riorganizzazione – hanno poi aggiunto i consiglieri di minoranza – Come consiglieri ci siamo rivolti al Prefetto e agli Enti competenti, perché, alla luce di quanto accaduto e delle gravi accuse di corruzione e ingerenza negli uffici comunali sollevate dalla Procura, intervengano per ristabilire la regolare e corretta attività amministrativa».