Far rinascere le antiche rovine di una civiltà scomparsa, immersa in un paesaggio che unisce storia millenaria e bellezza naturale, è quanto la Provincia di Salerno sta cercando di realizzare, attraverso l’impegno del consigliere con delega alla cultura, Francesco Morra, attivo nell’opera di recupero dei più importanti monumenti e luoghi di attrazione dell’intero territorio salernitano. Uno di questi è l’Area archeologica di Fratte, luogo magico situato a poca distanza dal centro di Salerno, che custodisce al suo interno testimonianze di un passato ricco e affascinante. Nonostante le sue potenzialità, questa meraviglia archeologica è ancora poco conosciuta ed è spesso trascurata, un autentico tesoro nascosto nel cuore della Campania che merita di essere valorizzato e promosso a livello internazionale. L’Area, sistemata a parco, si estende per circa 4.500 metri quadrati e sorge nella periferia settentrionale della città di Salerno, in una posizione che ha sempre favorito il controllo della fertile Valle dell’Irno e collegamenti agevoli sia a sud, verso il Golfo e i Monti Picentini, che a nord, verso Capua e la zona del Volturno. I primi insediamenti umani risalirebbero già al 2300 a.C. Tuttavia è dal VI secolo a.C. che Fratte venne abitata in maniera continuativa. Gli Etruschi raggiunsero il Sud Italia e l’area salernitana rappresentò il confine meridionale della loro espansione. Il notevole interesse archeologico del sito viene sottolineato anche dal consigliere Morra: «Nella zona di Fratte, a nord della città di Salerno, proprio al confine con la Valle dell’Irno – dove scorre l’omonimo fiume, dove sorgevano le storiche Manifatture Cotoniere Meridionali e dove nel territorio di Pellezzano si stabilirono gli Svizzeri – è stato ritrovato un insediamento importante di origine etrusco-sannitica, che è appunto quest’Area archeologica. Molti dei reperti che sono stati rinvenuti in questo sito sono oggi conservati al Museo Archeologico Provinciale di Salerno». Alla fine del V secolo a.C. la zona venne occupata dai Sanniti, che vi rimasero fino alla seconda metà del III secolo a.C. Durante le guerre sannitiche, l’insediamento fu probabilmente distrutto dai romani, ma gli scavi archeologici hanno portato alla luce parte della necropoli, una cisterna e diversi canali nell’area della cosiddetta acropoli, ovvero la parte alta della città. La posizione favorevole, tra colline e pianure, ha fatto di questa zona un punto nevralgico di scambi commerciali e culturali nel passato, un ruolo che si può ancora intuire attraverso le tracce lasciate dal tempo. Il ruolo della Provincia di Salerno diventa fondamentale per il recupero e la piena fruizione di quest’Area. «Come Amministrazione provinciale – ha detto ancora il consigliere Morra – stiamo investendo numerose risorse, anche grazie ai finanziamenti della Regione Campania, nella tutela e nella promozione dell’Area archeologica di Fratte, valorizzandone le peculiarità e rendendola un polo di attrazione culturale di rilievo. La creazione di percorsi tematici, l’allestimento di aree interattive e la realizzazione di eventi culturali dedicati potrebbero trasformare questo sito in una vera e propria destinazione di visita. Inoltre, collaborazioni con università, associazioni culturali e imprese del territorio potrebbero contribuire a sviluppare progetti di archeologia partecipata e di valorizzazione sostenibile». L’investimento nella promozione di questo sito non porterebbe solo benefici culturali, ma anche economici. Un sito archeologico ben curato e accessibile può diventare un volano per il turismo locale, creando opportunità di lavoro e stimolando l’indotto commerciale e ricettivo della zona. Potrebbe anche rappresentare un motore per attività educative e di sensibilizzazione, coinvolgendo scuole e giovani in progetti di scoperta e tutela del patrimonio storico.





