di Monica De Santis
Sono per la maggior parte residenti in costiera amalfitana e nell’agro nocerino sarnese (un paio vivono nel napoletano ed uno nell’avellinese) le 17 persone che ieri mattina, dai militari della Guardia di Finanza di Salerno, su delega della Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti, hanno ricevuto la notifica di un provvedimento di invito a dedurre e contestuale “messa in mora”, con intimazione a risarcire per intero il danno causato all’Erario. Le attività istruttorie sviluppate dal Nucleo di polizia economico – finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno hanno permesso di accertare una mala gestio del conservatorio di Santa Rosalia, di proprietà di un ente pubblico ed avente sede ad Atrani, facendo emergere un danno erariale di ammontare complessivo pari ad 1.400.794,42 euro (a cui aggiungere rivalutazione e interessi) riferito, oltre che al mancato adeguamento dei canoni locativi per i conduttori che occupavano gli immobili in forza di un valido atto negoziale, ai mancati introiti dei canoni stabiliti in contratto, non riscossi e fatti colpevolmente prescrivere ovvero riferiti alle somme non corrisposte dagli occupanti abusivi. In particolare, i riscontri contabili operati dalle Fiamme Gialle hanno consentito di procedere ad una capillare ricostruzione di n. 52 unità abitative di proprietà dell’ente, a fronte di un degrado amministrativo / contabile e di una situazione di sconcertante abbandono che, prima di allora, aveva impedito agli stessi amministratori di avere una completa cognizione del patrimonio amministrato. Nello stesso contesto, l’attenzione investigativa è stata indirizzata alla verifica della legittimità e correttezza delle spese sostenute dagli amministratori che si sono alternati nella conduzione e nella gestione dell’ente, i quali hanno addebitato sui conti correnti dell’istituto costi non giustificati sostenuti presso distributori di carburante, ristoranti, pedaggi autostradali, oltre che prelevamenti in contanti privi di “pezze” giustificative. L’attività odierna si inquadra nel più ampio rapporto di collaborazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno con la Procura regionale della Corte dei conti di Napoli e costituisce il tangibile e sinergico impegno istituzionale a presidio del corretto impiego delle risorse dello Stato ed a contrasto degli sprechi e delle inefficienze nell’impiego delle preziose risorse pubbliche. Al centro dell’inchiesta c’è uno degli ultimi istituti pubblici di educazione femminile ancora presenti in Campania fondato nel 1682. L’edificio, che doveva provvedere all’avvio della vita monastica delle figlie e dei parenti dei fondatori oltre che all’educazione delle fanciulle povere o orfane del paese, si trova in condizioni di degrado strutturale. L’Istituto è sotto la giurisdizione del Ministero dell’Istruzione e ha un proprio consiglio di amministrazione, personale in organico malgrado la funzione educativa sia del tutto smarrita, i bilanci introvabili e gli atti non pubblicati sui canali istituzionali. Attualmente l’intera struttura comprende 52 unità abitative derivati da lasciti e donazioni di benefattori; immobili a uso abitativo e non, i cui canoni di locazione ad abitanti del posto sono irrisori. Assegnazioni in locazione di immobili sarebbero avvenute senza evidenza pubblica. Ad Atrani, voci indicano canoni di locazione da 200 euro al mese e persino di appartamenti a 75 euro all’anno. Di recente il Comune di Atrani ha spesso lamentato la mancata possibilità di accesso agli atti e il mancato pagamento di tributi locali. La Procura di Salerno, sta lavorando almeno da due anni alla ricostruzione del caso. Tra gli indagati, ci sono anche componenti di cda dell’ente.