di Monica De Santis
Antonio Lombardi, imprenditore edile salernitano, presidente di ACS Salerno (Associazione Costruttori Salernitani) traccia un punto sulle edilizia nel salernitano ad un anno dall’inizio della pandemia che ha stravolto le nostre vite e le nostre abitudini. Il 2020 è stato, certamente, un anno particolarmente complicato per il settore delle costruzioni, colpito significativamente dalla crisi economica e sociale scaturita dalla pandemia da Covid-19. La chiusura di interi comparti dell’industria e dell’economia, accompagnata dall’incertezza di piccoli e grandi investitori del pubblico e del privato, ha aggravato una situazione che già presentava criticità da diversi anni. Le previsioni sono più rincuoranti per il 2021, secondo le stime l’anno in corso potrebbe essere segnato da una ripresa importante per tutto il settore. Ma come detto per fare un punto sulla situazione abbiamo chiesto al presidente Antonio Lombardi. L’edilizia resta uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Nel salernitano qual è la situazione che si registra? “La situazione è estremamente grave: in edilizia come purtroppo in quasi tutti i comparti. La pandemia si è innestata su un contesto che già registrava problemi, e su una situazione congiunturale già molto difficile. La ripresa, di cui si parlava prima del virus, nel settore edile ancora non si avvertiva, anche a causa di interventi di riforma – come il nuovo Codice degli Appalti – che lungi dal semplificare hanno complicato ulteriormente il quadro, provocando gravi rallentamenti. – spiega Antonio Lombardi – In provincia di Salerno se da un lato registriamo qualche positivo segnale per il superbonus 110%, dall’altro non possiamo non denunciare ancora pesanti rallentamenti della burocrazia, e ritardi nell’utilizzo dei fondi disponibili. L’ultima nostra denuncia riguarda l’edilizia scolastica. In Campania dal 2014 ad oggi sono stati spesi appena il 10% delle risorse disponibili. Un ritardo inaccettabile e incomprensibile. Eppure si poteva approfittare di questo periodo di DAD per un complessivo intervento di adeguamento, tecnologico, energetico ma anche antisismico e strutturale, degli edifici scolastici”. C’è il rischio che i prezzi dei materiali della ristrutturazione si rialzino, cosa si potrebbe fare per evitare tutto ciò? “Ad oggi non abbiamo indicazioni in tal senso, ma è una preoccupazione sicuramente fondata, che sentiamo anche nostra. Importante è vigilare affinché non siano fenomeni speculativi, ancor più gravi in un contesto di ripresa da una grave pandemia, come quello che ci apprestiamo a vivere ci auguriamo di qui a poco”. Sicurezza sui cantieri: un bilancio delle ricadute del covid dal primo lockdown ad oggi? “I problemi ci sono stati e non di poco conto. Non tanto per le norme igieniche e il distanziamento, che direi è quasi fisiologico in quasi tutti i cantieri. Quanto soprattutto per i servizi logistici come il trasporto degli operai. Ma devo dire che lo sforzo del comparto è stato encomiabile: i rischi sono stati davvero ridotti al minimo e c’è stata una grande sensibilità ed attenzione di imprenditori e operai”. L’industria delle costruzioni è tornata al centro dell’agenda del governo, potrebbe segnare un cambiamento di rotta importante? “Lo auspichiamo, anche perché non esistono altri settori così impattanti sull’economia. Ogni miliardo investito nell’edilizia ne genera 3,5 con l’indotto. L’edilizia è un moltiplicatore straordinario di investimenti e occupazione. E auspichiamo anche che questa sia l’occasione per colmare i tanti gap infrastrutturali che il Mezzogiorno ancora registra verso il resto del Paese”. Cosa ne pensa dei provvedimenti a sostegno delle imprese edilizie emanate negli ultimi periodi? “Siamo stati e rimaniamo fortemente critici sul Codice degli Appalti. Riteniamo che anzi proprio in questa fase, possa rappresentare un gravissimo orpello che potrebbe condizionare pesantemente la fase attuativa degli investimenti programmati. La nostra proposta è sospenderne l’applicazione per metter mano ad un nuovo intervento di riforma. E nelle more, applicare la normativa europea. Tutto quanto previsto nel Recovery Plan va realizzato in tempi solleciti, non possiamo stare ancora dietro a timbri e passaggi di carte”. Secondo lei, urge semplificare la procedura burocratica? “È urgente e auspichiamo vivamente che stavolta avvenga davvero. Lo impone del resto anche l’Unione Europea, che subordina questa riforma all’erogazione delle risorse del Recovery Fund. Sono risorse che non possono finire nel calderone dei fondi europei che ogni anno fatichiamo a spendere. Lo abbiamo denunciato per le scuole, ma ormai su tutti i fronti e in tutti gli ambiti, la burocrazia condiziona pesantemente la vita di questo paese. Impensabile che debbano occorrere anche dieci anni per la realizzazione di un grande infrastruttura, mentre in Giappone si realizzano grandi opere in poche settimane, addirittura in giorni.” l super bonus 110% che vantaggi porterà? “Vantaggi notevoli non solo per il comparto, ma anche per il complessivo adeguamento di un patrimonio immobiliare che, non lo dimentichiamo, in Italia e al sud in particolare è particolarmente vetusto, realizzato in epoche in cui le norme antisismiche erano estremamente meno rigorose”.