La morte di Gigino Esposito ha gettato un velo di tristezza in tutto il mondo teatrale salernitano, tanti tantissimi i messaggi di cordoglio che stanno giungendo alla famiglia. Tanti i messaggi che amici, colleghi ed anche semplici conoscenti stanno scrivendo sui social per ricordare una persona amata da tutti. Tra i primi a ricordare la figura di Gigino è stato il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli: “La Civica Amministrazione di Salerno esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Gino Esposito, abbracciando i familiari e coloro che ne hanno condiviso la vita e l’arte. Gino Esposito è stato – dichiara il
Sindaco Vincenzo Napoli – un geniale operatore culturale, tra i più apprezzati della nostra comunità. Passione, gentilezza, tenacia hanno contraddistinto ogni sua iniziativa fino all’ultima il Teatro Arbostella nella quale Egli valorizzava generi e talenti. Con Gino Esposito, Salerno perde un prezioso punto di riferimento artistico che ha ispirato diverse generazioni di artisti ed autori. Sapremo perpetuare la sua eredità” E sulle pagine di Facebook anche Antonietta Pappalardo, che per anni è stata la prima attrice della sua compagnia ha voluto ricordarlo… “Oggi il teatro piange, lui capace di far recitare anche chi non sapeva di poterlo fare, lui che è riuscito a portare il sorriso in tante persone ad allietare la vita, lui che è stato sempre circondato da tante persone, oggi, la cosa più triste è che lui vada via così, senza che nessuno di noi possa tenergli
compagnia. Un forte abbraccio ad Annamaria, compagna fedele e ai figli orgogliosi di un grande papà. Ciao Gigino, resterà sempre nel mio cuore” “Ho conosciuto tanti anni fa Gigino Esposito – racconta Francesco Arcidiacono – quando con l’Arci abbiamo fatto quella operazione folle, da pionieri, dell’arena spettacoli all’aperto nel Parco del Mercatello. Era il 2000 credo. Le cose che faceva, intendo il teatro, erano molto lontane da me, dal mio mondo, ma ho sempre
adorato la sua sensibilità umana, il suo garbo, l’ironia. Ci diede una grossa mano. Decise di “adottarci”. La sera a fine spettacolo, se non si era visto prima, passava a fare due chiacchiere e ci dava un sacco di buoni consigli di organizzazione e di “gestione” delle relazioni con le varie realtà che giravano intorno al Parco e ai quartieri limitrofi…Per nulla pieno di se, lui voleva solo regalarci la sua esperienza…”