di Mario Rinaldi
Commercio a singhiozzo nella Valle dell’Irno. La stagione dei saldi, ancora in corso, è stata caratterizzata da alti e bassi per una serie di fattori: ad incidere maggiormente sono stati sicuramente gli aumenti dei costi energetici, che hanno determinato delle pesanti ricadute sul potere di acquisto delle famiglie. A Mercato S. Severino, territorio per eccellenza a vocazione commerciale, c’è chi riesce a tenere botta e chi, al contrario, manifesta segni di evidente sofferenza considerato anche il periodo di crisi economica che si sta attraversando da circa un anno. Angelo Corvino, titolare di un negozio di abbigliamento al centro di Mercato S. Severino ha esposto un’analisi sull’andamento del commercio nella città capofila della Valle dell’Irno, evidenziando aspetti da non sottovalutare sotto il profilo delle vendite al pubblico.
Angelo puoi raccontarci come è andata la stagione dei saldi per la tua attività?
“Non posso certo lamentarmi. C’è stato il periodo iniziale dei saldi, quello dal 6 al 16 gennaio nel corso del quale si è registrata un’impennata delle vendite e il mio negozio è andato forte. Successivamente c’è stato un calo”.
Secondo te da cosa è stato determinato questo calo?
“Noi commercianti, purtroppo, dobbiamo fronteggiare un ostacolo non indifferente, che è quello del commercio on line. Ormai sono in tanti che preferiscono acquistare merce sulle piattaforme Amazon, Zalando, Ebay e via discorrendo. Difendersi dall’attacco trasversale di questi colossi non è semplice perché noi “piccoli” negozianti siamo onerati da un carico fiscale davvero pesante. Pero, a differenza di questi colossi dell’e-commerce, i clienti da noi possono provare i capi di abbigliamento sul posto e ricevere consigli diretti. Cosa che, ovviamente, non accade nel campo dell’e-commerce, dove non esiste alcun tipo di rapporto umano con la clientela. E’ dura, ma cerchiamo di reggerci in piedi”.
Questo accade nel tuo settore, quello dell’abbigliamento. Pensi sia lo stesso anche per altri?
“Non posso rispondere per altre tipologie commerciali. Noi ad esempio proponiamo un prodotto di livello medio-alto con una certa clientela di qualità e riusciamo a rientrare con le spese da affrontare. Presumo che possano esserci delle difficoltà da parte di altri commercianti. Tutto dipende dal prodotto messo in vendita. Indubbiamente, dalla fine di gennaio ad oggi c’è stata una flessione che ha riguardato un po tutti i commercianti. Però, è tutto molto soggettivo e dipende anche dagli investimenti che si intende realizzare per far crescere la propria attività commerciale”.
Pensi possano esserci altri fattori a determinare la crisi del commercio?
“Sicuramente i rincari energetici sono stata la principale causa della chiusura di diverse attività commerciali. Pagare le bollette del gas, della luce, dell’acqua, dei rifiuti e tutta un’altra serie di incombenze che ricadono sulle attività commerciali è molto complicato, soprattutto dopo gli aumenti che si sono registrati da un anno a questa parte. In determinate circostanze deve subentrare anche un sostegno da parte delle istituzioni, sia a livello locale che del Governo Centrale altrimenti si rischia la chiusura di tante altre attività da qui a breve”. Mercato S. Severino, infatti, negli ultimi anni, ha fatto registrare numerose chiusure di attività commerciali, soprattutto nel centro cittadino. La più alta percentuale di chiusure si è verificata nel periodo del covid e del post-covid tra il 2020 e il 2021”.