Abbiamo incontrato il prestigioso musicista nel corso del suo seminario svoltosi nel Museo Giovanni Palatucci di Campagna ospite dell’Associazione Le Nuove Armonie
Di OLGA CHIEFFI
Eros è figlio di Penia e di Poros. In primo luogo, è povero sempre, ed è tutt’altro che bello e delicato, come credono i più. Invece, è duro e ispido, scalzo e senza casa, si sdraia sempre per terra senza coperta, e dorme all’aperto davanti alle porte o in mezzo alla strada, perché ha la natura della madre, sempre accompagnato con la povertà. Per ciò che riceve dal padre, invece, egli è insidiatore dei belli e dei buoni, è coraggioso, audace, impetuoso, straordinario cacciatore, intento sempre a tramare intrighi, appassionato di temperanza, pieno di risorse, ricercatore di sapienza per tutta la vita, straordinario incantatore, preparatore di filtri, sofista. E’ la descrizione di Amore che offre Platone nel suo Simposio, che ci è ritornata in mente trascorrendo qualche ora con Andrea Tofanelli, concertista e didatta internazionale, calmo, affabile, umile, perché ha raggiunto l’olimpo della musica e continua ad avere “fame”, poiché l’arte non offre approdi sicuri, è un’eterna ed affannosa ricerca. Abbiamo incontrato Andrea nel corso della due giorni di seminario organizzati, nel Museo Palatucci di Campagna, ospite del direttore Marcello Naimoli, dall’Associazione Le Nuove Armonie, presieduta da Cosimo Panico e diretta dal trombonista Nicola Ferro. Una masterclass che ha salutato tra i partecipanti effettivi Gianluca Poto, Alessandro Grimaldi, Antonio Fiordellisi, Geremia Ambrosino Sarno, la scuola americana di Nathan Goebel e Collin Reichow, quest’ultimo solista del jazz Ensemble delle Allied Forces Band di stanza a Napoli, e ancora Antonio Sacco, Francesco Gallucci e Antonio Oliver Scannapieco, impegnati in laboratorio per Big band, guida all’ascolto, repertorio classico sinfonico e solistico, improvvisazione e studio specifico sulle note fuori registro. Un maestro veramente d’eccezione Andrea Tofanelli che si è concesso generosamente ai suoi studenti, da mane a sera, dando importanti dritte a tutti, una scintilla, una nascita, capace di aprire nuove porte per il futuro. Una tromba Fire&Water la sua, caratterizzata dal fuoco dell’estro e dalla estrema freddezza della tecnica, che offre la certezza, la sicurezza e arma il coraggio di salire ai celebrati quadrisacuti con estrema facilità, come ha dimostrato alla fine di una giornata di duro lavoro, cesellando un intenso Amazing Grace, non solo ma è anche un grande teorico, essendo entrato a far parte Andrea del prestigioso Board of Directors dell’International Trumpet Guild americano per i prossimi due anni, unico trombettista italiano, con cui proprio da Campagna si è collegato, per una importante convention. Andrea Tofanelli da Torre del Lago Puccini, residente in via Giuseppe Verdi, la musica l’ha “dentro” dalla nascita. “Sottraevo il flicorno contralto di mio padre, poi le prime uscite con la banda, l’esperienza con le orchestre da ballo, quindi il conservatorio, studio estremo per poter realizzare ed interpretare una pagina come si deve. Purtroppo oggi è cambiato il modo di “fare musica”. Solo un trentennio fa le occasioni per fare gavetta, per lavorare e mettere in pratica ciò che si era appreso tra le mura di una scuola, di un conservatorio erano infinite, si suonava e “dal vivo” dappertutto, oggi, si usa l’elettronica, le orchestre chiudono e la “pratica” d’assieme, la lettura, l’arte anche di arrangiarsi, di affrontare il pubblico è difficile da apprendere”. Andrea ha continuato a raccontarsi a ruota libera, passando dalle sue esperienze americane quale docente nei seminari estivi della Grand Valley State University in Michigan, ai suoi miti della tromba quali i maestri dello swing, sino a Nini Rosso la tromba d’oro del jazz italiano, e al grandissimo Maynard Ferguson, con cui ha collaborato, sino al suo sogno di suonare insieme a Barbra Streisand, o alla situazione dei Conservatori oggi, dopo la riforma, che vede lo studio della musica, l’impegno per sviscerare un capolavoro, quantificato incredibilmente in ore e minuti, sino ai prossimi impegni per il 2015, che vede la sua agenda già quasi del tutto esaurita, in giro per il mondo per donare il suo bel suono e “quei i diritti del canto traditi oggidì nella musica vocale coll’ispirazione della teoria e coll’efficacia incomparabile dell’esecuzione difende e ricovera nella musica strumentale”, per dirla con Sigismund Thalberg, fondatore della scuola pianistica napoletana, una tromba capace di volare tra le vette e gli abissi dell’io, racchiudente l’essenza del magistero italiano dei fiati, il cui cuore è il più caldo e solare dei “baci” del melodramma italiano.