di Carmine Landi
BATTIPAGLIA. Ancora rifiuti calabresi a Battipaglia.
Nei giorni scorsi, la Giunta della Regione Campania ha deliberato il rinnovo dell’accordo, stipulato nel 2014, tra Palazzo Santa Lucia e la Regione Calabria.
In terra calabra, infatti, è ancora emergenza rifiuti, per cui è ancora necessario il trasferimento fuori regione dei rifiuti urbani indifferenziati.
Di preciso, in Campania, nella regione che, all’epoca dell’emergenza, bussò – e fu accolta – alle porte calabresi.
Eppure, l’accordo, ratificato nell’agosto del 2014, parlava d’una durata semestrale: sei mesi di tempo, nell’arco dei quali il governo italiano e l’amministrazione calabrese avrebbero lavorato per superare la fase emergenziale. All’epoca, la Giunta campana, presieduta da Stefano Caldoro – l’assessore all’Ambiente era Giovanni Romano – diede l’ok alla Calabria: dalla regione meridionale, ogni giorno, sarebbero potute arrivare, in terra felix, 500 tonnellate di rifiuti. Non di più. Cento tonnellate nell’Avellinese, a Pianodardine, duecento nella beneventana Casalduni e altre duecento, manco a dirlo, all’interno dello Stir di Battipaglia.
Una notizia non esaltante, ma sei mesi sarebbero passati in fretta. Eppure, in una nota, giunta a luglio sulla scrivania del nuovo governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, chiedeva il rinnovo dell’accordo per l’anno 2015.
L’assise tecnica campana ha dato il proprio placet con la delibera 366. E non è escluso che, a stretto giro di posta, coi lavori di potenziamento voluti dalla Regione all’interno dell’impianto gestito da Ecoambiente, all’ombra del Castelluccio possano arrivare ulteriori rifiuti. A Battipaglia, però, la notizia non è stata accolta con gioia. Il Comitato cittadino per le bonifiche, presieduto da Antonio Gazzaneo, esprime indignazione. «Ciò che c’indigna maggiormente – spiega Gazzaneo ai nostri taccuini – non è tanto l’arrivo dei rifiuti calabresi, quanto il fatto che ospitare lo Stir in città non ci porti alcun vantaggio».
Non vale la candela, a detta del portavoce del comitato, il gioco del «ristoro ambientale (tributo per i comuni che ospitano impianti di smaltimento), decurtato del 60% nel 2012». Inoltre, stando a quanto riferito da Gazzaneo, «alla stregua degli altri comuni campani, il conferimento noi lo paghiamo a prezzo pieno, ossia 170 euro a tonnellata, mentre la Calabria paga di meno».
Gli uomini del comitato, nei giorni scorsi, sono stati a Palazzo Santa Lucia per chiedere maggiori tutele: «forse riusciremo a conferire i rifiuti pagando un tributo di 110 euro, ma quel che è certo è che ospitare questo Stir non è altro che una vessazione per il nostro territorio».