«Avevo due figli, venne mio marito e mi disse: “Prendi i bambini, se no moriamo tutti quanti!”». Sono le parole della centenaria Carmela che, nella serata di ieri, ha raccontato alle telecamere di “Sapiens – Un solo pianeta” i tragici avvenimenti dell’alluvione che si abbatté su Cava de’ Tirreni nella notte fra il 25 ed il 26 ottobre 1954. vLa situazione più drammatica si verificò nella piccola frazione di Cava de’ Tirreni, Alessia, posta sul versante Nord del Monte San Liberatore, dove un’imponente massa di terreno e di roccia, staccandosi dalla montagna, investì il centro della frazione, sradicando case e seppellendo in un burrone 28 persone. Qui l’opera dell’uomo amplificò la catastrofe naturale. Un grande palazzo costruito nell’immediato dopoguerra arresta temporaneamente la corsa della frana. Ma dopo una flebile resistenza, l’intero edificio crollò. «Crollò il palazzo e venne giù la montagna. – racconta Carmela – Se non ci fosse stato il palazzo, non sarebbe morta tanta gente. Il palazzo era pieno di gente perché era un palazzo di nuova costruzione. Ci saranno state 20, 30 persone all’interno, morirono tutte. Il marito, la moglie una famiglia intera, morirono tutti quanti, e 7 figli, uno più piccolo dell’altro. La padrona del palazzo la tirarono fuori da sotto le pietre. Si sentiva ancora l’odore del suo profumo, stava anche per partorire. Davano cibo a chi moriva di fame, alcuni rimasero senza nemmeno gli occhi per piangere».
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